Lettera-appello a Soru e Spissu
Sciola alla Regione: dobbiamo cambiare la bandiera sarda
«Ogni popolo attraverso i suoi simboli più significativi (lo Stemma, il Gonfalone e la Bandiera) riconosce la propria identità culturale, storica, artistica e umana. Ma l'immagine della "nostra" Bandiera ? le teste recise dei Quattro Mori - non è assolutamente rappresentativa di nessuno di questi aspetti che fanno la dignità dell'uomo e del suo orgoglio patriottico». Lo scrive lo scultore Pinuccio Sciola in una lettera inviata al presidente della Regione Renato Soru e al presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu. La richiesta: una seria riflessione ed «una immediata modifica dello Stemma e della Bandiera sarda». Nella stessa definizione assunta dal Consiglio regionale «è esplicitamente dichiarato che la scelta dello stemma dei Quattro Mori rimane ancora oggi sostanzialmente un mistero», continua la lettera dell'artista di San Sperate: «Vi si legge che si tratta di una creazione di Re Pietro I d'Aragona, quale celebrazione della battaglia di Alcoraz, combattuta nel 1096 e conclusasi con la vittoria contro i mori: croce rossa in campo bianco e le quattro teste recise dei re Arabi sconfitti, rimaste sul terreno di battaglia. Ciò niente ha a che vedere con la cultura e la storia della Sardegna. E le motivazioni ufficiali di ciò che significhi e rappresenti la bandiera della nostra isola sono una dimostrazione di quanto questo simbolo sia offensivo per la cultura dei "mori" e, soprattutto, per la nostra dignità di popolo civile e democratico, che deve palesarsi nel rispetto della cultura e della dignità degli altri popoli. Attualmente siamo un "popolo civile" che, con un qualche alibi malamente fornito dalla Storia, sventola nella bandiera quattro teste recise». È «insopportabile», sostiene Sciola, «soprattutto alla luce del messaggio di morte per decapitazione che i terroristi, ogni giorno, fanno arrivare orrendamente e sfacciatamente in tutte le case attraverso lo schermo televisivo». A San Sperate, ricorda ancora Sciola, «c'è una grande parete. In alto, al centro del paese. È il retro di un palazzo, diviso in quattro quadrati da una croce a bracci uguali. Lassù abbiamo dipinto un'immagine di bandiera, nella tradizione dei murales: al posto delle teste recise dei Quattro Mori abbiamo disegnato Quattro Bronzetti nuragici, ovvero quanto di più autentico e originale esista nella nostra cultura. Non è detto che debba essere questo il prossimo stemma della Sardegna, ma è un esempio di presa di coscienza, della manifestazione di un'esigenza civile di un rinnovamento della nostra immagine nel mondo». E in questa direzione «non siamo i soli. Aldilà del mare qualcuno la pensa come noi, curiosamente in contemporanea: è la Comunità araba di Aragona, che ha presentato al Governo autonomo della Regione la richiesta di cancellare dalla bandiera l'effigie dei Quattro Mori, che ? si legge -rappresentano "la violenza, e non promuovono tolleranza e armonia". Il leader spagnolo Zapatero ha subito dichiarato di voler appoggiare tale richiesta, condividendone lo spirito».
12/11/2004
Unione Sarda