ROMA - I forzisti fanno quadrato attorno al loro leader attaccando con ferocia il pm Ilda Boccassini. Ma la richiesta di 8 anni per Silvio Berlusconi al processo Sme scatena reazioni severe anche dentro An, Gianfranco Fini in testa. E dentro la Lega. Dal centrosinistra arriva invece l’affondo di Antonio Di Pietro, dei Verdi e dei Comunisti italiani. Più prudenti gli altri partiti della Gad, anche se tra i Ds c’è chi invita il premier a «valutare» l’opportunità di dimissioni di fronte ad una condanna di primo grado.
I «FEDELISSIMI» - Si sa che cosa pensa Berlusconi delle sue vicende giudiziarie. Lo si può leggere anche nell’ultimo libro di Bruno Vespa laddove il premier afferma di essere «la prova indiscutibile e inappellabile di una perdurante persecuzione giudiziaria» di fronte alla quale si dichiara «orgoglioso di resistere». E sempre di «persecuzione» e di «fango» buttato su di lui «ingiustamente» avrebbe parlato con i suoi dopo essere venuto a conoscenza della requisitoria della Boccassini.
Anche se, ufficialmente, Palazzo Chigi frena: «Pura fantasia i commenti attribuiti al presidente». ( )
Ma i fedelissimi vanno ugualmente all’attacco. Primo fra tutti Sandro Bondi: «È la morte della giustizia. È inquietante per la democrazia, oltreché indecoroso per la magistratura, che un pubblico ministero utilizzi un’aula di giustizia per attaccare politicamente un presidente del Consiglio democraticamente eletto dalla maggioranza degli italiani». ( )
Usa gli stessi toni il vice di Bondi, Fabrizio Cicchitto: «Non si è trattato di una requisitoria, ma di un comizio».
Mentre Claudio Scajola ne approfitta per avvalorare la tesi di Forza Italia sulla riforma della giustizia: «E adesso chi ancora può nutrire dubbi sulla separazione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri?». ( doppio- )
LA DIFESA DI FINI - Il vicepremier non si meraviglia. Come dire che la richiesta della Boccassini era scontata. Ma il giudizio di Fini è ugualmente severo: «Non è una novità perché quello che abbiamo definito accanimento giudiziario aveva caratterizzato tutto il processo».
Ironizza, sempre da An, Ignazio La Russa: «Certo, nessuno poteva pensare che la dottoressa Boccassini protesse chiedere l’assoluzione per Berlusconi».
E la Lega? Il capogruppo alla Camera Alessandro Cè non si sbilancia: «Voglio aspettare le motivazioni». Anche se aggiunge che «fino ad oggi le richieste del pm sono sempre state caratterizzate dalla non neutralità sotto il profilo politico».
E il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, attacca con battute in italiano e bergamasco: [i]«Mi è bastato vedere lo sguardo che ha il pm quando parla di Berlusconi per capire la serenità d’animo con cui ha fatto le sue richieste. Da noi a Bergamo si dice che "il più buono dei rossi ha buttato suo padre nel fosso"»[i]. ( triplo! & : )
L’OPPOSIZIONE - A parlare senza mezzi termini di dimissioni è ancora una volta Antonio Di Pietro: «In un Paese normale sarebbero un atto necessario perché al di là della vicenda strettamente processuale c’è una necessità politica di avere delle istituzioni credibili e di non mettere in imbarazzo tutti gli altri organi istituzionali».
Lo stesso tema viene affrontato anche dal coordinatore dei Ds, Vannino Chiti: «Se un presidente del Consiglio viene condannato in un processo, deve valutare autonomamente se il suo ruolo nell'interesse del Paese ne risente e se quindi deve passare la mano oppure no».
Il comunista italiano Marco Rizzo sceglie invece di sfidare Silvio Berlusconi a dimostrare subito la sua innocenza: «Fermo restando che qualsiasi cittadino è innocente fino al verdetto definitivo, sarebbe bene che il premier prendesse il coraggio a due mani e rinunciasse all’immunità parlamentare, affrontando come un cittadino qualsiasi l'iter processuale».
Mentre il verde Alfonso Pecoraro Scanio parla di «aggressione ai giudici» portata avanti dalla Casa delle Libertà.
Ma i leader della Gad non scendono direttamente in campo. E Pierluigi Castagnetti, della Margherita, sembra parlare per tutti optando per la prudenza: «Non ho nessun elemento, né titolo per esprimere una valutazione di merito. Di fronte alle decisioni della magistratura bisogna semplicemente prenderne atto, rispettarle e considerare tutti i cittadini italiani innocenti fino alla sentenza definitiva».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...3/berlus.shtml