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  1. #1
    Monarchico da sempre !
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    Predefinito Risultati Repubblicani !!!!!!!!

    Grazie di cuore Sig. Ciampi !!

    Grazie da tutto il popolo d'Italia (in special modo Italiani del Sud)
    Dopo 60 anni di repubblichetta da avanspettacolo, il problema del Mezzogiorno è "ancora" emergenza Nazionale !!!!
    Il Sig. Ciampi, dopo innumerevoli e ridicole dichiarazioni su ogni cosa e dove...... ha forse individuato (involontariamente di sicuro) un argomento su cui non si può essere contrari......

    recita :

    Caltanissetta, 16 novembre 2004

    "Inaccettabile" il distacco che ancora separa le regioni del Sud dal resto dell'Italia, doverosa la ricerca, da parte del governo, di risorse per lo sviluppo. Al teatro Margherita di Caltanissetta il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi non nomina mai la parola 'Finanziaria' ma ribadisce ad alta voce che "il problema del Mezzogiorno diviene ancora più la grande questione nazionale italiana".

    "Le grandi cifre riguardanti i livelli di reddito e di occupazione continuano a porre in evidenza - ha detto Ciampi - un distacco inaccettabile tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Intollerabile lo spreco di risorse umane e naturali e di potenzialità", ha aggiunto Ciampi, convinto che l'allargamento dell' Unione europea ad altri Paesi meno sviluppati, ai quali dal 2006 dovrà dedicare un'attenzione particolare, rischi di ridurre a livello comunitario "le risorse finora destinate ad altri territori, tra cui una parte del Mezzogiorno d'Italia". Ecco che allora il problema del Mezzogiorno diviene ancor più la grande questione nazionale italiana". "E' intollerabile che un tasso di disoccupazione nazionale in continua diminuzione a partire dal 1998, e ormai inferiore all'8%, sia il risultato della media di un tasso di disoccupazione pari alla metà di quella cifra del centro nord e al doppio nel Mezzogiorno".

    "Tocca principalmente alle autorità statali - ha proseguito Ciampi - provvedere a dotare le regioni meno favorite, in tempi che non si dilatino all'infinito, delle infrastrutture materiali e immateriali di cui sono carenti". Ciampi indica il completamento delle grandi vie di comunicazione stradali e ferroviarie, la predisposizione di un adeguato e omogeneo sistema scolastico e di formazione, fino ai livelli più alti. "E' altresì responsabilità dei governi - ha detto ancora Ciampi - che siano attribuiti e riconosciuti a ciascun livello di governo inferiore, insieme ai poteri che essi possono meglio svolgere, anche le risorse occorrenti per svolgerli". Per il presidente "rende ancor piu' doloroso questo divario fra Nord e Sud, il fatto poi che ciò accada quando si siano raggiunte una sostanziale parita' fra tutte le regioni e province per quello che è il livello di formazione scolastica dei giovani e una omogeneità culturale superiore al passato".

    Bel risultato davvero !!
    ..... dopo 60 anni di governi di ogni colore, bianchi, neri, rossi, verdi, di sopra e di sotto, tutti convalidati da questa repubblica illegale, il problema è "ancora" il Sud.
    Dico "ancora", perchè è certo, che anche dopo una guerra persa, il buon ordinamento del Regno d'Italia, la corretezza delle leggi, il decentramento delle funzioni e i programmi avviati, avrebbero portato a tutt'altro risultato.....

    Ancora una volta grazie Sig. Ciampi..... Lei ci ha aperto gli occhi !

    Saluti

  2. #2
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    [color=dark blue]Ciampi e il Mezzogiorno

    Un allarme lanciato dal Pri che ancora deve essere raccolto
    [/color]
    Siamo felici che il Capo dello Stato abbia richiamato con realismo e fermezza l'attenzione dell'opinione pubblica sulle condizioni difficilissime del Mezzogiorno. Ciampi ha così evidenziato come il Sud sia sempre più esposto al concreto rischio di un distacco dal resto dell'Italia e, se mai ciò si verificasse, le conseguenze sarebbero dolorosissime.

    Vorremmo solo aggiungere, a quanto detto dal presidente Ciampi, che i repubblicani fecero presente la situazione di particolare gravità in cui vive una parte tanto rilevante del Paese ad inizio della legislatura, suggerendo al presidente del Consiglio di costituire un ministero ad hoc, come strumento idoneo per rilanciare una politica di sviluppo di cui ormai si è persa la traccia.

    Le cifre che conosciamo parlano chiaro, le riepiloghiamo. Lo scarto del reddito pro capite fra le regioni del Sud e quelle del Nord è del 40% in meno. Il 64% delle persone in cerca di occupazione appartengono al Sud, quando pure il Mezzogiorno rappresenta solo poco più di un terzo della popolazione complessiva italiana, con un tasso di disoccupazione del 18% contro il 4,5 del Nord. Passando ai giovani il 49% sono disoccupati in meridione contro il 14% del Centro Nord.

    Le famiglie che vivono in condizioni di grave disagio, prive di almeno un famigliare occupato, sono al Sud il 10%, contro il 2% dell'Italia settentrionale. 3/4 delle famiglie povere italiane vivono al Sud. Rappresentano solo il 20% gli investimenti dell'industria nel Mezzogiorno rispetto al resto d'Italia, e solo il 21% i depositi delle aziende di credito rispetto al totale del nostro Paese. Gli impieghi delle aziende di credito nell'area sono stimati intorno al 14% per un divario di produttività complessivo di 17 punti percentuali fra il Nord ed il Sud. Sinceramente troppo. Capiamo dunque bene il turbamento del Capo dello Stato.

    E' purtroppo evidente che la sospensione degli interventi straordinari del passato, ritenuti non più necessari, ha pesato negativamente sulle condizioni generali delle regioni meridionali. Così come le leggi a favore delle zone meno sviluppate ed i finanziamenti dell'Unione europea per le regioni più povere non si sono rivelati sufficienti. Mentre una volta c'era un ministero per il coordinamento degli interventi nel Mezzogiorno, o anche la sola Cassa per il Mezzogiorno, oggi non esiste più un ente di riferimento per il Sud, con le risorse che sono distribuite fra il ministero dell'Economia, altre all'Ambiente, altre ancora sono gestite dalle singole Regioni, senza alcuna possibilità di coordinamento e soprattutto senza la capacità spesso di poter disporre di tutte le risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea e non solo, considerando che poi si scopre che l'assenza di progetti specifici impedisce di utilizzare i fondi raccolti dalla Cgil per la ricostruzione di Sarno.

    Per questo il Partito repubblicano fece sapere al momento dell'inizio della nuova legislatura, e poi attraverso il disegno di legge presentato dal presidente del partito Giorgio La Malfa, dell'istituzione di un ministero del Mezzogiorno, proprio per la possibilità di affrontare questo insieme di carenze, fino a quando ve ne fosse stata la necessità. Perché è vero che il governo è intervenuto a favore del Mezzogiorno, ma spesso in mondo frammentario, slegato, a volte perfino inefficacemente, proprio perché manca alla base l'attività di un organismo competente.

    Ci ha stupito che fino ad oggi ancora non vi sia da parte del governo una risposta congrua a qualcosa che pure era evidente a tutti, fino ad arrivare all'allarme drammatico del capo dello Stato. Sembra quasi che ci sia un istinto autolesionista da parte del governo nel lasciare le cose a mezz'aria, non sapendo esattamente quale direzione imboccare, fino a quando magari poi non ci sarà più il tempo di imboccarne una.

    Purtroppo su tematiche di questo genere non si può scherzare. E' chiaro che la situazione ereditata era difficilissima nel Sud, e che certo questa maggioranza non ha colpe per la condizione di degrado che abbiamo di fronte. Ma noi abbiamo sostenuto questa maggioranza nella speranza che essa fosse capace di vedere i problemi per tempo ed avesse l'energia e la determinazione sufficiente per cercare di risolverli. Non vorremmo dovere dire che ci siamo sbagliati.

    Roma, 17 novembre 2004

  3. #3
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    Predefinito

    Conterio, quanto sopra a titolo esemplificativo di quanto siano cocenti ed importanti, per i Repubblicani, i problemi del nostro mezzogiorno.

    http://www.nuvolarossa.org/modules/news/
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/MARYPOPPINS02.mid[/mid]

  4. #4
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    Intervista a Bruno Trezza/Questa legge Finanziaria contiene provvedimenti di tipo tradizionale

    Sviluppo e Mezzogiorno: i grandi assenti

    "E' necessario trovare risorse per il Mezzogiorno, per le famiglie e favorire la ripresa economica". Lo spiega alla "Voce Repubblicana" Bruno Trezza, responsabile economico del Partito repubblicano italiano. Trezza ha vinto il Premio Saint Vincent per l'Economia (1979), ed è autore, tra l'altro, di "Economia e moneta" (il Mulino, 1975) e "Origine e sviluppo delle teorie economiche" (CISU, 1993) ed è stato consulente economico con Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini alla Presidenza del Consiglio. Trezza è stato inoltre capolista del Partito repubblicano alle ultime elezioni europee. Ecco cosa ci ha detto il docente sulla legge Finanziaria appena approvata alla Camera dei deputati e sulla posizione del Pri.

    Professor Bruno Trezza, qual è il bilancio che è possibile fare dopo questo primo passaggio della Finanziaria alla Camera dei deputati? Come giudica la legge uscita da Montecitorio? Pensa che si tratti di un passo importante per rilanciare l'economia italiana?

    "E' necessario sanare l'errore che ha riguardato l'articolo 1 della legge, quello sul saldo netto. Questo è il primo aspetto importante di cui tenere conto. Inoltre, questa finanziaria presenta ancora dei problemi perché non aiuta lo sviluppo. Ci troviamo di fronte ad una legge di tipo tradizionale. In questo documento vengono sistemati i conti pubblici e basta. Per lo sviluppo e il Sud si fa pochissimo.

    Pensa che il sottosegretario all'economia Miccichè abbia fatto bene a sollevare il problema dei fondi e delle risorse da impiegare per il Mezzogiorno minacciando le proprie dimissioni?

    "Sono d'accordo con Miccichè. In questa fase il Governo deve essere molto attento alla copertura prevista per ogni parte della Finanziaria. Questo aspetto non è stato analizzato con la dovuta sufficienza. Vogliamo evitare che queste coperture siano a scapito del Mezzogiorno".

    Qual è la posizione del Partito repubblicano italiano sulla legge Finanziaria?

    "La nostra posizione era di affrontare il tema della ‘Golden Rule' per evitare il computo degli investimenti produttivi nel computo del Patto di stabilità. La questione del rapporto tra Pil e debito pubblico rischia di mettere il nostro Paese in una condizione di inferiorità. Questo argomento doveva essere affrontato tempestivamente in sede europea. La nostra idea iniziale era quella di avere un pacchetto complessivo che contemplasse un'adeguata politica di rilancio, un'attenta difesa del Mezzogiorno. Invece ci siamo trovati di fronte ad una Finanziaria tradizionale, che cerca di riportare i conti nei parametri di Maastricht. Si tratta di una legge deflattiva. In un momento in cui la situazione complessiva della spesa pubblica, della spesa corrente e dei consumi pubblici e della condizione del reddito sta andando verso il deperimento dell'economia italiana. La manovra relativa alle tasse è rimasta fuori ed è stata spostata nel tempo. La situazione che si è venuta a creare per l'Irap con i fondi che dovrebbero essere destinati alle famiglie trova una difficile copertura. Questa situazione viene fatta a sfavore del Mezzogiorno. Non aver stabilito un impianto complessivo fin dall'inizio ha fatto in modo che l'esame della Finanziaria avvenisse per spezzoni. Questa situazione ha creato molte difficoltà".

    Che problemi ci sono stati tra il Tesoro e il ministro dell'economia Siniscalco?

    "I problemi nascono prima dell'insediamento di Siniscalco. Avevamo fatto delle riunioni del tavolo tecnico sull'Economia con il ministro ad interim Berlusconi nel periodo tra maggio e giugno. In queste occasioni si è delineata una scelta politica che vedeva l'accordo di tutte le componenti politiche. Il ministro avrebbe dovuto interpretare questo accordo tra le varie componenti della CdL. Il ministro ha fatto un'analisi relativa al mantenimento degli impegni di Maastricht. Siniscalco non ha tenuto presente l'esigenza dello sviluppo e il Mezzogiorno. Riportare una linea all'interno della maggioranza oggi è diventato difficilissimo".

    Lei pensa che l'arrivo di Siniscalco abbia alimentato confusione perché il nuovo ministro non ha tenuto conto degli accordi raggiunti precedentemente tra le forze politiche della CdL?

    "Ciò che ha fatto Siniscalco non era contemplato nella linea politica che avevamo discusso tra maggio e giugno. Quando le forze politiche si incontrano con il Tesoro si ritrovano in un quadro poco armonico e che non riescono a far funzionare. Nell'impianto della Finanziaria non c'è più la possibilità di aiutare lo sviluppo e il Sud. Da qui nasce il conflitto tra Grilli e Siniscalco e le forze politiche".

    La scelta di imporre il tetto del 2% alla spesa dei ministeri è stata una scelta saggia?

    "Queste sono chiacchiere. Ci sono delle leggi di spesa. Occorre che queste leggi siano adeguate. Altrimenti rischiamo di trovarci di fronte ad un problema esclusivamente di cassa con tutto quello che comporta".

    Come giudica le critiche degli enti locali in più di un'occasione alla legge Finanziaria?

    "Nella Finanziaria, Siniscalco ha spostato molti carichi sugli enti locali dicendo di arrangiarsi. Loro non hanno accettato questo metodo ed hanno risposto al ministro. Bisogna stare attenti perché la coperta è una sola".

    Cosa auspica nel passaggio al Senato della Finanziaria che inizierà la prossima settimana?

    "Il primo passo da fare è quello di ricostituire l'articolo 1. Si tratta di un incidente di percorso molto antipatico. Quando abbiamo fatto l'incontro al Tesoro, Miccichè ha detto che il Sud non deve essere penalizzato. Il vero problema da affrontare saranno le coperture, dove si prendono i soldi".

    Erano necessari tagli maggiori in alcuni settori per reperire risorse utili per il bilancio dello Stato?

    "Bisognava impostare i problemi diversamente. Stiamo affrontando oggi problemi che potevamo risolvere meglio prima. Andava fatto il quadro complessivo del problema. Andava affrontata la necessità del rilancio dell'economia. Il discorso che ha fatto il ministro ha tenuto conto soprattutto dei parametri di Maastricht".

    La posizione complessiva del Partito qual è? Che cosa chiede il Pri?

    "Dobbiamo usare i soldi della finanziaria nella maniera più efficace possibile per favorire la ripresa; dare fondi alle famiglie; la politica di copertura della spesa non può colpire il Mezzogiorno".

    (intervista a cura di l. p.)

  5. #5
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    Predefinito Cinezzogiorno

    Originally posted by Conterio
    Grazie di cuore Sig. Ciampi !!

    Grazie da tutto il popolo d'Italia (in special modo Italiani del Sud)
    Dopo 60 anni di repubblichetta da avanspettacolo, il problema del Mezzogiorno è "ancora" emergenza Nazionale !!!!
    Il Sig. Ciampi, dopo innumerevoli e ridicole dichiarazioni su ogni cosa e dove...... ha forse individuato (involontariamente di sicuro) un argomento su cui non si può essere contrari.....
    Il Presidente Ciampi può fare ben poco al cospetto di forze che vogliono trasformare il mercato del lavoro per allinearlo con gli standards cinesi ed indiani.

    La grande e vera occasione per il Mezzogiorno è passata ed a partire dal 1994 siamo entrati in una nuova fase che porterà per gradi ad una dittatura plutocratica.

    Per consolarsi basti ricordare che lo stesso fenomeno italiano è in moto anche in altri paesi, nonostante i relativi governi siano ancora ufficialmente indipendenti dai trust: i casi di governi fantocci sono comunque palesi ed i padroni/premier sottobanco sono evidenti dietro le quinte.

    Dunque un'epoca di enormi conflitti d'interesse di Stato generalizzati e planetari ci attende...

    In Cina ed India però - visto che i nuovi premier ad essi guardano quali standards - le tasse ed i costi sono modesti.

    La botte piena e la moglie ubriaca: portare il lavoro in "Cina" (ossia dovunque i suoi standards siano attestati), trasformare gli statuti del lavoro (e relative leggi e costituzioni) in tabelle di marcia da III mondo, lievitare i prezzi al consumo, congelare le tasse da I mondo, reduplicare esponenzialmente redditi, shares, stakes e patrimoni, giocare nella traduzione di lire in euro.

    L'imbecillità di una tale operazione "finanziaria" può intendersi attenuata solo pensando che chi l'ha disegnata e promossa guardi in cambio alla presa totale del potere.

    Il Mezzogiorno? Sì, grande riserva cinese ed indiana per l'imminente divisione tra patrizi e plebei/servi: il Cinezzogiorno!

    Le responsabilità del Presidente Ciampi? Aver firmato quel che andava denunciato e portato nei fori europeo ed ONU.

    Andreotti l'aveva previsto vent'anni orsono ma nessuno gli ha dato retta!

    Che Dio assista il Mezzogiorno!

  6. #6
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    Predefinito tratto da www.pri.it

    [color=dark blue]Una situazione difficile

    Raccogliere l'esigenza di ripresa economica che proviene dal Paese
    [/color]
    L'economia italiana vive una situazione molto grave, sia per una condizione generale che deriva dalle note vicende del 2001, sia per un contesto monetario europeo che è risultato penalizzante. C'è una domanda spontanea da parte del Paese perché vi sia una ripresa, una domanda che va assecondata. Il presidente del Consiglio, a questo fine, ha avanzato una sua proposta di riduzione delle imposte. In realtà a nostro avviso non ci sono molti altri strumenti a cui fare ricorso, proprio considerando i vincoli europei.

    Naturalmente è legittimo da parte di tutti il richiamo alla prudenza, in ottemperanza di questi vincoli, così come è più che comprensibile incoraggiare il governo a muoversi considerando le condizioni economiche e finanziarie generali.

    Forse le autorità istituzionali farebbero bene a non entrare in un campo così delicato ma, a maggiore ragione, altrettanto dovrebbero fare le forze di maggioranza, preoccupandosi di mantenere la discussione sul merito dei problemi, ed evitando di elevare i toni, anche perché la proposta del presidente del Consiglio non è una novità estemporanea, ma un'indicazione di programma che tutta la coalizione ha sottoscritto nel 2001, impegnandosi formalmente alla realizzazione della stessa.

    Tralasciamo di dire che un eccesso di polemiche nel centrodestra rischia di compromettere l'esito elettorale. Rimarchiamo invece il fatto che questa coalizione ha comunque una piattaforma su cui lavorare, e non bisogna dimenticarselo, soprattutto a fronte di un'opposizione che non ha una proposta. Anche oggi il suo leader conclamato, il professor Prodi, dice che deve "leggere, leggere, leggere e studiare". In verità, l'ipotesi che proviene dal centrosinistra, che si è detto contrario al taglio delle tasse, contrario alla riforma della previdenza, contrario anche alla riforma dell'articolo 18 - per cui sarà più difficile ridurre il costo del lavoro - è la patrimoniale.

    Ma questa è una istanza che l'opposizione non ha sposato interamente, e tantomeno avanzato programmaticamente in maniera ufficiale. Per queste ragioni riteniamo controproducente una polemica interna alla maggioranza, e l'appello che rivolgiamo a tutte le parti in causa è quello di una maggiore serenità nell'affrontare una questione dirimente per l'avvenire del nostro Paese.

    Roma, 22 novembre 2004

  7. #7
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    Predefinito tratto da http://www.pri.it

    Ripresa repubblicana

    Un partito in salute che vuole guardare avanti e puntare alto

    Il recente Consiglio nazionale ha restituito un Partito repubblicano in salute, in cui si mantiene un confronto serio e pacato sui problemi e le prospettive del Paese.

    Indipendentemente dalle differenze di vedute, la nostra idea è che questa sia la strada migliore per guadagnare posizioni.

    Del resto il partito ha dimostrato di saper recuperare consensi elettorali e soprattutto di avere il riconoscimento che gli spetta in una coalizione di governo. La strada è ancora lunga, ma vi sono risultati positivi che pesano, e che consentono un clima più disteso.

    E' altresì chiara la consapevolezza della difficoltà del momento economico e delle incertezze della situazione politica.

    Proprio per questa ragione lo sforzo di riflessione e di proposta deve crescere: i ranghi dei repubblicani, i molti che hanno difeso questa identità, non si facciano condizionare dalle divergenze.

    La segreteria politica ha cercato di individuare un terreno comune, quale il sostegno alla ricerca scientifica e alla scienza in generale, come impegno principale del nostro partito, secondo le sue più nobili ascendenze nel nome della ragione. Si tratta di una battaglia per il progresso che inizia in una delle principali città del nostro paese, come Milano, con la quale i repubblicani hanno un legame storico profondo.

    Il Pri ha difeso la sua esistenza al Sud, ma ora deve puntare al Nord: per ritrovare il legame con la pubblica opinione, interpretarne le esigenze modernizzatrici e riformatrici, che sono alla base della nostra stessa esistenza. Ed è importante che l'intero partito comprenda lo sforzo in cui intendiamo misurarci nei prossimi mesi, per un'azione favorevole alla crescita e allo sviluppo economico.

    Come tappa cruciale abbiamo individuato il processo di Lisbona e siamo sicuri che il ministro La Malfa saprà elaborare una proposta di cui l'attuale governo non possa non tenere conto. Crediamo che la posta sia alta, perché non si tratta solo del futuro del Pri, ma della coalizione di maggioranza e dello stesso Paese.

    Se riusciremo nel nostro intento, potremo prefigurare per tutti un futuro migliore. Se non vi riusciremo, avremo avuto il merito di parlare chiaro, indicando quali siano davvero i problemi e la maniera per risolverli. Anche solo questo riconoscimento è sufficiente per rilanciare il nostro ruolo con successo nella vita politica nazionale.

    Roma, 5 luglio 2005

 

 

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