Mimount Bousakla è senatrice socialista di Anversa, di origine marocchina, che non si fa scrupoli quando parla dell’islam perché “come alloctona, posso attirare l’attenzione sui problemi interni alla comunità degli immigrati”, mentre se gli altri “dicessero le stesse cose, verrebbero tacciati di razzismo”. Figlia di un imam, educata in una scuola cattolica (“perché sono i soli istituti riservati alle ragazze”), nel libro “Couscous met frieten” se la prende con i tabù della società musulmana – dai matrimoni forzati al ripudio delle donne – puntando il dito contro i giovani delinquenti marocchini, i nazionalisti fiamminghi e il buonismo dei partigiani del multiculturalismo. All’indomani dell’omicidio di Van Gogh, Bousakla rimprovera all’esecutivo dei musulmani del Belgio di non aver condannato questo “atto che non può provenire da un vero musulmano”. Risultato, minacce fisiche e verbali ricorrenti e, soprattutto, una telefonata anonima in cui un uomo prometteva un’“esecuzione rituale”.
Messa sotto protezione, Bousakla è libera dal rischio da ieri, dopo l’arresto di un trentottenne di Gand, convertito all’islam, che ha ammesso le minacce. Nel 2002, il suo nome figurava sulla lista dei membri della Lega araba europea, che nel novembre dello stesso anno aveva organizzato ronde contro la polizia nella città d’Anversa. Ora il giovane islamista è accusato di “minacce orali a carattere razzista” (sic) e rischia dai tre mesi ai due anni di carcere, mentre toccherà agli investigatori stabilire se c’è un legame con l’omicidio di Van Gogh. Tutto è bene quel che finisce bene? No, perché altri tre socialisti sono minacciati di morte: la ministra della Giustizia, Laurette Onkelinx, il senatore Philippe Moureaux e un anonimo eletto regionale di origine marocchina. Silenzio alla procura federale sulla natura delle minacce – se non per negare legami con il caso Bousakla – ma, secondo diverse fonti, almeno una delle lettere utilizza la “tipica fraseologia dell’estremismo islamico”.
grazie buonisti e multiculturali, grazie infinite.