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Il capogruppo leghista al Pirellone apre un Ufficio anti-discriminazione e sfata i miti del buonismo
«Il vero razzismo colpisce i padani»
Boni: all’ordine del giorno ingiustizie e soprusi a vantaggio degli stranieri

Giulio Ferrari
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Ricordate il caso del barbone respinto da un “caritatevole” ostello perché aveva il difetto di non essere straniero? O le vicende di anziani sorpassati dai “nuovi arrivati” nelle liste di attesa per un appartamento popolare? E che dire degli alunni costretti a rinunciare al presepio natalizio per la presenza in classe di un solo islamico? Negli ultimi anni, con l’aumento dell’immigrazione straniera, si è assistito a una nuova forma di prevaricazione: quella operata da categorie “protette”, in virtù di criteri puramente razziali, a cui pare lecito accampare pretese e godere trattamenti di favore. Tendenza fomentata dagli intolleranti fautori della società multirazziale e multireligiosa, che spesso mascherano di ipocrita buonismo verso il “diverso” l’odio che nutrono per la propria gente e la civiltà dei padri.
Così, paradossalmente, i beneficiari di soprusi e ingiustizie trovano solerti difensori a dispetto delle loro vittime, abbandonate a se stesse per scontare la “colpa” di essere settentrionali e magari cattolici.
E, dopo l’attuazione da parte del ministero retto da Stefania Prestigiacomo di un Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali, Davide Boni ha pensato che la misura è colma: il presidente del gruppo consiliare leghista lombardo ha così aperto al Pirellone un analogo ufficio, ma espressamente rivolto ai bistrattati padani.
Presidente Boni, sfatiamo un tabù: a subire ingiustizie oggi è la “razza padana”?
«Episodi di discriminazione che vedono favoriti gli stranieri sono all’ordine del giorno: dai lavoratori lombardi espulsi dalle fabbriche per fare posto agli extracomunitari disposti a lavorare anche in nero, sino al lassismo nei confronti degli stranieri che non pagano i biglietti sui mezzi pubblici e non vengono controllati per paura di reazioni violente. E poi ci sono le discriminazioni diventate di prassi, come le agevolazioni per gli stranieri nell’accesso alle locazioni e più in generale all’assistenza sociale».
Fenomeni di cui volete farvi carico voi. Nel governo c’è chi è troppo occupato sul fronte opposto?
«Abbiamo predisposto un numero, lo 02.67482686, per raccogliere le denunce di situazioni di discriminazione. Mettiamo a disposizione una squadra di legali per patrocinare gratuitamente le cause dei padani che hanno subito ingiustizie a sfondo razziale, altre situazioni invece ci offriranno lo spunto per intervenire nelle sedi istituzionali. Quanto alla Prestigiacomo, si vede che come ministro non ha molto da fare se ha attuato con grande solerzia una direttiva europea che non applica nessuno e di cui nessuno sentiva l’urgenza».
Eppure, ovunque imperversa l’abusato pietismo per il “povero immigrato”...
«E’ il buonismo sparso a piene mani da chi privilegia lo straniero per avvelenare la coscienza della nostra identità. In questo contesto, sentirsi italiani è difficile, non essere immigrati è diventata una situazione di svantaggio. Iniziative come l’Ufficio antidiscriminazione dei padani, rappresentano una presa di coscienza».

Fonte: la Padania
[Data pubblicazione: 21/11/2004]


Saluti Padani