Giovanni Paolo II presiede nella Basilica di San Pietro la solenne Celebrazione dei Vespri nel XL anniversario della promulgazione del Decreto conciliare "Unitatis redintegratio"
Non c'è vero ecumenismo senza interiore conversione
"Ecumenismo vero non c'è senza interiore conversione e purificazione della memoria, senza santità di vita in conformità con il Vangelo, e soprattutto senza un'intensa ed assidua preghiera che faccia eco alla preghiera di Gesù". Con queste parole Giovanni Paolo II si è rivolto ai partecipanti alla solenne Celebrazione dei Vespri presieduta nel pomeriggio di sabato 13 novembre, nella Basilica di San Pietro, nel XL anniversario della promulgazione del Decreto conciliare "Unitatis redintegratio". Questi sono i punti nodali dell'omelia del Santo Padre:
"L'attuazione di questo Decreto conciliare, voluto dal mio predecessore, il beato Papa Giovanni XXIII, e promulgato da Papa Paolo VI, è stata, sin dall'inizio, una delle priorità pastorali del mio Pontificato";
"La via ecumenica è la via della Chiesa";
"L'impegno per il ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti i battezzati non si applica soltanto ad alcuni esperti d'ecumenismo; esso riguarda ogni cristiano";
"Nella nostra epoca assistiamo alla crescita di un erroneo umanesimo senza Dio e constatiamo con profondo dolore i conflitti che insanguinano il mondo. In questa situazione la Chiesa è a maggior ragione chiamata ad essere segno e strumento dell'unità e della riconciliazione con Dio e fra gli uomini";
"La nostra epoca avverte una profonda nostalgia per la pace. La Chiesa, segno credibile e strumento della pace di Cristo, non può non essere impegnata a superare le divisioni dei cristiani";
"L'unità dell'unica Chiesa, che già esiste nella Chiesa cattolica senza possibilità di essere perduta, ci garantisce che un giorno anche l'unità di tutti i cristiani diventerà realtà";
"In sintesi, spiritualità di comunione significa condividere insieme il cammino verso l'unità nell'integra professione di fede, nei sacramenti e nel ministero ecclesiastico".
(©L'Osservatore Romano - 15-16 Novembre 2004)