500 anni fa moriva la regina. A Madrid sostenitori e detrattori dibattono su di lei, nelle librerie si affollano le biografie
Isabella fra mito e leggenda nera
Gli storici cattolici la difendono ed è in corso il processo di beatificazione
Ma c'è chi le rimprovera il genocidio degli indios delle Americhe, la «cacciata» degli ebrei, la creazione dell'Inquisizione
Da Madrid Michela Coricelli
I capelli sparsi sul cuscino, il viso affaticato, la mano pallida indica il testo che sta compilando lo scrivano di corte: è la celebre scena de «Il testamento di Isabella la Cattolica», con cui il pittore Eduardo Rosales - nel 1864 - ottenne gloria e fama.
La regina che unificò i regni spagnoli e appoggiò Cristoforo Colombo nella scoperta delle Americhe, morì poco prima di mezzogiorno, il 26 novembre del 1504, nel castello de La Mota di Medina del Campo, nei pressi della città di Valladolid. In occasione del quinto centenario della scomparsa di Isabella la Cattolica, la sua figura ha di nuovo riacceso interesse, curiosità e polemiche. Il dibattito non si limita esclusivamente agli "addetti ai lavori": fra i "sostenitori" della regina e i critici, c'è un vero abisso. La verità - come sempre - è da ricercare nei documenti, avvertono gli esperti. Ma la questione non è solo storiografica: la Commissione che promuove la sua beatificazione è in attesa di nuovi passi in avanti. L'iniziativa è di vecchia data, partì da Valladolid negli anni '50, ma arrivò a Roma soltanto nel 1982. E lì è restata per quasi 20 anni: il quinto centenario, indubbiamente, sta servendo per far conoscere meglio la figura di una donna, intorno alla quale - secondo la Commissione "Isabella la Cattolica" - nacque una sorta di leggenda nera. Attraverso esposizioni, conferenze, e soprattutto libri - tantissimi nuovi titoli dedicati alla regina - il 2004 si è trasformato in opportunità per riaprire il caso. Le opinioni sono molteplici, secondo alcuni storici - nonostante la devozione della sovrana - non è possibile parlare di santità. Secondo altri, la regina resta tuttora simbolo dei tradizionalisti. Letture opposte o parziali, forse, ma intanto il centenario ha riacceso le luci su un grande personaggio storico che aveva ancora molti lati in ombra, poco conosciuti.
Uno degli ultimi libri apparsi nell'anno di Isabella è firmato da un sacerdote storico e giornalista, José Maria Javierre. Si intitola L'enigma di una Regina ed è favorevole alla santità della sovrana, a cui - comunque - non risparmia alcune «critiche». L'autore riconosce che, in passato, non amò affatto il personaggio: dopo la guerra civile spagnola, Isabella la Cattolica fu considerata una figura "maledetta". In alcuni casi - ricordava lo scrittore a El Mundo - furono gli stessi cristiani (vicini alla teologia della liberazione) ad accusarla per aver imposto il cattolicesimo agli indios delle Americhe, mettendo a ferro e fuoco le regioni colonizzate. Voci profondamente critiche arrivano anche dagli ebrei: Isabella la Cattolica fu la responsabile della "cacciata" dei judios dalla Spagna, nel 1492. Eppure, secondo Javierre «li espulse per unificare il regno, non per razzismo». Un'interpretazione condivisa anche da altri storici, come Luis Suárez Fernández (proibì «la pratica della religione ebraica pensando che andava contro l'unità religiosa» dei regni spagnoli, sostiene), ma non da tutti.
L'altro punto nero della regina - sottolinea Javierre - fu la creazione dell'Inquisizione: il fatto che il numero dei condannati in Spagna sia stato "solo" un quinto rispetto all'Italia, non giustifica di certo i roghi. Ma le pagine "nere" circolate su Isabella - come il presunto avvelenamento del fratello Alfonso - per Javierre sono tutte «falsità». L'autore de L'enigma di una Regina ricorda infine i due miracoli principali su cui si basa la causa di beatificazione: la guarigione di un cittadino statunitense con un cancro al pancreas e di un sacerdote spagnolo colpito da emorragia cerebrale. La visione di Javierre è diversa da quella dello storico Manuel Fernández Alvarez, che pur riconoscendo la profonda devozione della regina non crede sia sufficiente per parlare di santità. Fra congressi, letture di poemi del XV secolo, mostre filateliche e concerti di musica d'epoca, il centenario va avanti e sugli scaffali delle librerie continuano a moltiplicarsi le biografie. Un "fenomeno" spagnolo, ma non solo: anche al di là dell'Atlantico, nelle terre scoperte e conquistate per volontà della regina, il personaggio è di enorme attualità. Fra i sostenitori più tenaci della beatificazione, infatti, ci sono alcuni rappresentanti del clero e numerosi fedeli latinoamericani.
Avvenire - 22 Novembre 2004