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Discussione: Roma e Shambala

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    Predefinito Roma e Shambala

    ROMA E SHAMBALA

    II momento cruciale del rito purificatorio si è verificato verso le 20,15 del giovedì 8 luglio 1993, sul lato sinistro dell'Isola Tiberina, a pochi metri il;il ponte Fabricio, tra i punti in passato più sacri del fiume, quando furono disperse nel Tevere le sabbie colorate del mandala del Kàlachakra (1)
    La cerimonia era iniziata presso l'Acquario di piazza Fanti, nel pomeriggio del 9 giugno, con una particolare danza propiziatoria che mirava ad assicurare la preventiva purificazione dell'ambiente dalle inter-k-rcnze sottili e grossolane e permettere quindi la creazione del mandala, "la ruota del tempo"
    II mandala è stato disegnato su una struttura a forma di cubo alto circa un metro e dal diametro di due circa, posto al centro dell'edificio. Su di esso, infatti, cinque monaci tibetani, drappeggiati nei loro abiti color mattone e l'giallo zafferano, si sono pazientemente alternati per quasi un mese a realiz-zare con sabbie colorate e con incomparabile perizia una complessa raffigu-razione liturgica: in un quadrato iscritto in un cerchio, proiezione su un piano bidimensionale del palazzo del Chakravartin, il Re del Mondo, sono state evocate e poi tratteggiate 722 divinità e cioè i molteplici aspetti del divino Kàlachakra.

    Completato il rituale e propiziate le divinità, si è proceduto a scomporre il mandala e a raccogliere le sabbie in un'urna.

    L'urna è stata poi portata sull'Isola Tiberina: dopo aver invocato il benevolo accordo del Tevere e delle divinità del luogo, i cinque monaci tibe-tani, presero ad intonare un canto propiziatorio e uno di essi, avvicinatosi alla riva, incominciò, ormai ali 'imbrunire, a riversare le sabbie nel fiume. Il Tevere, come avvenne a suo tempo con l'Egitto, ha finito così per essere il veicolo dell'incontro simbolico tra Roma e Shambala.
    Innanzi tutto bisognerà rilevare che tale cerimonia ha in sostanza rive-stito per l'Urbe le connotazioni del culto pubblico e ciò in quanto il rituale purificatorio è avvenuto a favore di tutta la cittadinanza, prò populo romano ed è stato a carico dell'erario pubblico (2).
    Dopo 1496 anni, infatti, veniva nuovamente riproposto un rito purificatorio, a favore della città e della sua popolazione, che affonda le sue radici nel comune retaggio indoeuropeo: pur tenendo conto delle evidenti e significative differenze, tale rituale sembrerebbe aver svolto una funzione analoga a quella dei Lupercalia, l'ultimo rito lustrale romano effettuato nell'Urbe nel 496 (3) e che il papa Gelasio I riuscì allora a far abrogare, nonostante le tenaci resistenze dei Senatori cristiani (4).

    Infatti, analogamente al rituale purificatorio del Kàlachakra, i Lupercalia miravano soprattutto ad eliminare le impurità che si erano addensate sulla città e sulla sua popolazione, neutralizzandone il naturale degrado e quindi a riattualizzare le forze primigenie della originaria fondazione: si trattava, in altre parole, di rigenerare il presente, rendendolo contemporaneo al passato mitico e ad abolire le conseguenze corrosive dello scorrere del tempo storico.
    I rituali romano e tibetano, pur tanto diversi nelle modalità di esecuzione, avevano quindi il medesimo obbiettivo lustratorio di spogliare la città dalle sue impurità e ciò proprio al fine di favorire la sua rigenerazione, il suo auspicato rinnovamento. E' tuttavia importante soffermarsi ancora sul fatto che a Roma un rito per avere rilevanza generale ed efficacia pratica, (2) Esso infatti doveva essere sanzionato pubblicamente ed in conseguenza essere a carico dell'intera collettività. Esso gravava quindi sull'erario pubblico, proprio in quanto l'onere comune del nutrimento dei sacerdoti, costituiva il tangibile segno di ringraziamento di tutta la collettività per il benessere assicurato dagli dei allo Stato. Per i pagani, infatti, esisteva un legame indissolubile tra lo Stato e le divinità della stirpe che non poteva essere rescisso, pena la rovina dello Stato stesso.
    Ora se è noto, viceversa, che tale processo di progressiva separazione della sfera pubblica da quella religiosa, è stato avviato il 28 febbraio del 380, da Teodosio, con l'editto De summa trinitate et fide catholica, con cui si bandivano come illeciti i culti pagani, e, completato nel 496 con l'abrogazione dei Lupercalia, verrebbe da domandarsi se la cerimonia lustrale tibetana, nel conformarsi alle esigenze rituali dell'antica Roma, anche attraverso l'invocazione al Tevere e alle divinità del luogo, non abbia in qualche modo finito per colmare tale notevole lontananza dal mondo dei nostri avi e non abbia, in ultima analisi, costituito un ponte ideale per riannodare e riattualizzare i legami con l'arcaico passato dell'Urbe e con le antiche divinità che per secoli l'avevano sostenuta, assicurandole la sua immortale grandezza.
    Tale cerimonia, del resto, non costituisce certo una iniziativa isolata, ma si inquadra in un vasto progetto mondiale del Dalai Lama che ha per obbiettivo di propiziare la pace e prevenire avvenimenti negativi, favorendo così la purificazione di tutte le impurità esteriori ed interiori del nostro mondo materialista e spiritualmente degenerato.


    , (2) Esso infatti è stato realizzato con il finanziamento del Comune di Roma, X ripartizione. Hanno contribuito al successo dell'iniziativa oltre alla Sovraintendenza delle Antichità e Belle Arti, all'Acquario Romano, al Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e al Museo Nazionale d'Arte Orientale, anche il Monastero Tantrico Namgyal di Dharamsala e la Fondazione Maitreya.


    (la cerimonia, iniziatasi verso le 20,00 (19,00 ora solare) si è conclusa verso le 20,30, evi-tli' iitrmc-iik' sono il segno del Cancro, con ascendente il 12° grado del Capricorno, corrispondente ;il 4" grado della quindicina della luna scura del V mese dell'anno Uccello Acqua, il 2120" della Cronologia Keale Tibetana, giorno fausto per i Tibetani.

    di Cesare Romano il saggio parzialmente riportato è apparso in politica Romana n.1 anno 1994 .

    se volete sapere il resto "compratevelo ! "
    Ultima modifica di acchiappaignoranti; 10-11-09 alle 19:06
    furono i riti italici ad entrare in grecia, e non viceversa.

    Platone, "libro delle leggi"

 

 

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