Il dramma della Costa d’Avorio ha avuto inizio quando aerei del locale presidente e uomo forte hanno mitragliato i Caschi Blu francesi, uccidendone nove più un volontario di pace americano. Immediata ritorsione delle forze francesi, che hanno distrutto a terra tutti i (pochi) velivoli militari della Cocoa Republic, e furiosi disordini “spontanei”, anti-francesi ed anti-bianchi, che hanno creato una evidente difficoltà sul piano internazionale a Jacques Chirac.
Ora emergono alcuni particolari interessanti. Secondo il tg francese TF1, “mercenari israeliani che operano per conto della Costa d’Avorio hanno teleguidato gli aerei senza pilota che hanno assistito il tiro dei caccia ivoriani contro la base francese”. Si tratta di droni-spia, che hanno sorvolato l’area da colpire per consentire ai caccia di mirare con precisione. Secondo Le Monde, altri 46 consiglieri militari israeliani sono al lavoro per il dittatore ivoriano “in un centro d’intercettazione telefonica e di raccolta di informazioni” da loro stessi creato e allestito. Tutto ciò è stato diligentemente riportato da Haaretz (1).
I legionari francesi hanno poi confiscato i droni, gioielli dell’avanzatissima avionica israeliana (che forse potrebbe spiegare anche le splendide evoluzioni degli aerei dell’11 Settembre). Risulta che Parigi abbia chiesto spiegazioni, su quegli aerei teleguidati e sui “mercenari”, al governo israeliano: che ha negato tutto ma, subito dopo, ha “accettato di sospendere la fornitura di armi alla Costa d’Avorio”. Parigi infatti aveva informazioni alquanto precise sulla consulenza ebraica al dittatore negro. Ha potuto indicare il mercante che ha venduto al dittatore armi leggere e munizioni fabbricate in Europa orientale – tale Moshe Rotschild – e la ditta che ha fornito i droni teleguidabili, la Aeronautics Defense Systems con sede a Yavneh in Israele, che ha evidenti relazioni con il competente ministero israeliano. La stessa ditta ha venduto alla Costa d’Avorio “materiale per disperdere manifestanti”. E’ il know how repressivo, felicemente sperimentato sui palestinesi, in cui Israele ha un riconosciuto primato. Ne fa una merce d’esportazione molto richiesta: contratti sono in corso persino con la Corea del Nord.
Non è dato sapere se i “mercenari” abbiano consigliato la provocazione contro i francesi. Certo non possono essere dispiaciuti a Israele i guai africani di Chirac, detestato per non aver mandato truppe in Irak. Una cosa sembra certa: c’è in giro uno Stato canaglia di troppo.


di Maurizio Blondet


NOTE

1) Yossi Melman, “French media: Israelis aided Ivory Coast military in attacks”, Haaretz, 17 novembre 2004.