La grande disoccupazione: il tasso vero è al 17%
di Joseph Halevi
su il manifesto del 10/11/2009

Quando arrivano i dati effettivi, non quelli surrogati fondati su sentimenti e percezioni, della sbandierata ripresa non c'è traccia. Sul New York Times di venerdì 6 novembre è stata pubblicata la notizia che negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 17,5% della popolazione in età di lavoro. La notizia seguiva a ruota quella più nota che porta il tasso di disoccupazione al 10,2%. Il quadro quindi è ben peggiore di quello ufficiale, già pessimo.
La ragione della discrepanza consiste nel fatto che usualmente la stampa, compreso nel passato il New York Times, utilizza una misura statistica (dal codice U-3) che esclude coloro che hanno perso ogni speranza di trovare lavoro e cessano ogni recerca attiva di impiego. Nell' U-3 i disoccupati scoraggiati non contano. Tuttavia dal 1994 l'US Labor Department pubblica un indice più ampio (codice U-6) che tiene in conto anche coloro che pur volendo lavorare sono stati talmente frustrati da non continuare la caccia all'impiego. Questa misura è più veritiera perché include gli iper-disoccupati.
Nella stragrande maggioranza coloro che rinunciano lo fanno perché respinti decine se non centinaia di volte. Essi affondano rapidamente nella povertà più nera e nella depressione psichica. Con i disoccupati scoraggiati il tasso Usa sale appunto al 17,5%. Una cifra da Grande Depressione! Usando la metodología dell'indice U-6 il New York Times ha elaborato dati che risalgono fino al 1970. Rispetto alla recessione del 1981-83 - quando la disoccupazione U-3 (senza gli scoraggiati) toccò il 10,8% contro il 10,2% di oggi - la disoccupazione effettiva dello scorso ottobre ha già superato quella dei primi anni Ottanta che era del 17,2%.
La Grande Disoccupazione in corso mette a tacere la fantasticherie de la Repubblica, che inneggiano alla ripresa grazie a Obama. Invece il buon Barack sta correndo sul filo del rasoio di un grave flop economico-sociale, quindi politico. Se gli Usa piangono e gli scoraggiati si disperano, l'Europa non è da meno. Assai prima dello scoppio della crisi, in Francia venne pubblicato uno studio che appunto calcolava gli scoraggiati, gli impieghi inventati dal governo come sussidi surrettizi alla disoccupazione, ecc. Già allora ne scaturiva un quadro in cui circa il 25% della popolazione attiva era senza lavoro effettivo. Oggi la percentuale sarà ben maggiore (Jean-Gabriel Bliek et Alain Parguez Le plein emploi ou le chaos, Paris, Economica, 2006).
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