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    Arrow Intervista di Bossi ad un settimanale svizzero

    “Sono rimasto il solito cocciuto”
    di Simonetta Caratti



    Umberto Bossi torna a casa, è pronto per affrontare di nuovo l’arena politica. Venerdì il senatur ha lasciato la clinica Hildebrand di Brissago, l’ultimo pasto lo doveva consumare con l’ex ministro delle finanze, Giulio Tremonti. Ma è stato rimandato. Qualcosa bolle in pentola. Tutti cercano Bossi, dal Cavaliere ai suoi ministri. La processione di vip della politica italiana a Brissago questa settimana era interminabile. Il Caffè lo ha incontrato, venerdì 19 novembre, alle 11. E’ tornato in sella Bossi. Il leader si è risvegliato. “Senza la Lega la macchina non riparte”. L’uomo che ci guarda con occhi vispi, dietro a occhiali troppo grandi per il suo viso smagrito, è un Bossi vivace e per nulla arreso. E’ lucido. Brillante. Confortato dagli ultimi controlli al Cardiocentro a Lugano: tutto bene. Si commuove solo quando parla della moglie: “Manuela è la mia forza. Il mio è un matrimonio d’amore. Lei è tutto per me”.
    Le valige sono pronte. È venerdì 19 novembre, l’altroieri. Bossi torna a casa. Un po’ più magro e segnato da una lunga odissea che ha affrontato con coraggio. Duro, coriaceo, testone… nemmeno la malattia ha cambiato il suo carattere: “Sono sempre cocciuto. La mia testardaggine è stata la mia salvezza”. Ma qualche spigolo l’ha smussato ... “Senza la mia famiglia vicino non ce l’avrei mai fatta,” aggiunge.

    Tutto è pronto per il rientro di Bossi a Gemonio. Alle pareti della stanza, la numero 304, sopra il letto c’è ancora una striscia di Lupo Alberto, poco distante la bandiera padana, e poi le foto, tante, c’è tutta la sua famiglia, i quattro figli, la moglie. Lei è ovunque. “Manuela è la mia forza. Il mio è un matrimonio d’amore. Mi ha dato tre figli. E sa una cosa… (sussurra con un fil di voce)… la Lega l’ha fatta lei”. Ecco. Abbiamo scoperto il segreto del senatur. Il suo volto si addolcisce, gli occhi luccicano, lo sguardo è serio: “Manuela è la cosa più importante nella mia vita. Mi da forza. È lei l’anima della Lega”. Lo dice con la convinzione e la serenità di un uomo che sa di avere un solido punto d’appoggio accanto. Sente il bisogno di ascoltare la sua voce. La chiama. “Sono qui con una giornalista. Te la passo”.
    Siamo alla Hildebrand a Brissago. Venerdì mattina. Ultimo giorno per il senatur. Fervono i preparativi. A mezzogiorno arriva l’ex ministro delle finanze Giulio Tremonti. Ma lui, Bossi, è tranquillo. Entrando in camera la prima cosa che si vede sono le sue spalle magre. Sta dritto come un fuso. È seduto ad un tavolo, guarda il lago. C’è una saetta di luce che segue il profilo del lago, in fondo, all’orizzonte. Lui sembra perso dietro a qualche pensiero. Forse è paura? I dubbi di un uomo “ferito” che lascia un nido sicuro per affrontare, di nuovo, il mondo? “No. C’è Manuela a darmi forza. Sono contento di essere ancora utile in famiglia e in politica”. Bossi è atteso. I suoi scalpitano. Lui, il leader del Carroccio, che ha saputo creare dal nulla la Lega Nord, è cambiato? “Sono il Bossi di sempre,” risponde sicuro. “Non si cambia mai” aggiunge. “Mai,” ripete.
    Così la pensa anche chi lo ha frequentato in clinica. Girava poco. Mangiava in camera, assistito da un affiatato team di medici, infermieri e fisioterapisti. “Qui mi hanno dato una fatina - scherza -. Così la chiama mia moglie. Ma, insomma, è una fatina che ha già 40 anni.
    A volte in clinica lo si vedeva al bar. Scendeva di preferenza dopo cena. Accompagnato da qualche amico o compagno di partito. Si sedeva al bar. Circondato da chi ha perso la parola, da chi ha perso la memoria, da chi è inchiodato ad una sedia a rotelle, da chi ha perso la speranza. Con sguardo vivace e vigile, dietro quegli occhiali ormai troppo ampi per il suo viso dimagrito, non perdeva un colpo. Intratteneva i pazienti più giovani. Aveva le sue preferenze. L’ultima sera, una ragazzina, appena adolescente, gli si è avvicinata, un poco intimorita, e gli ha chiesto un autografo. Lui, semplice e diretto, l’ha dedicato: “Ad Anna”. “Così gli amici, ora, finalmente, mi crederanno,” ha borbottato la bimba, allontanandosi, spingendo la carrozzella del padre, anche lui colpito da un ictus. Proprio come Bossi.

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    Intervista del leader leghista a un settimanale svizzero
    "Mi fido ciecamente di Silvio, mi ha fatto entrare nella Storia"
    Bossi in campo per il premier
    "Si accaniscono contro di lui"

    E su Fini: "Bene la nomina agli Esteri"

    ROMA - In un momento assai delicato per le sorti del governo e della maggioranza, Umberto Bossi si schiera apertamente con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E in una intervista al settimanale svizzero Il Caffè dice di fidarsi "ciecamente" di lui.

    "Mi ha fatto entrare nella Storia - dice Bossi - e mi ha dato il federalismo. Io ero immobile a letto e lui in aula ha convinto i suoi a votare. Ha mantenuto la parola. Lo stimo come uomo e come premier". E' questo uno dei passaggi della intervista , nella quale il leader leghista sostiene anche che contro Berlusconi c'è "accanimento", perchè "non ho mai visto un premier colpito così...la magistratura ha un gran potere".

    Poi, a proposito della nomina di Gianfranco Fini alla Farnesina, il leader del Carroccio esclude che il vicepremier possa essere "scomodo" in quel ruolo: "Per il suo passato fascista? Non credo, altri hanno passati peggiori. Fini è una persona onesta, seguirà la via democratica. E glielo dico io, che ci discuto e litigo spesso".


    (21 novembre 2004)

  2. #2
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    Predefinito 11 domande a Berlusconi e bossi

    Berlusconi mafioso? 10 domande al Cavaliere per negarlo
    Dai miliardi per comprare il terreno della futura Milano2, alle società siciliane con parenti di Buscetta: al Signore di Arcore la parola. Spieghi, e sia chiaro.

    Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie - specialmente quelle palermitane - di Silvio Berlusconi. È arrivata l'ora delle certezze definitive. Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinché una volta per tutte sia lui in prima persona a dimostrare - se ne è capace - che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla a che fare. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, già da ora - signor Berlusconi - le annuncio che nessuna delle notizie sul suo conto che leggerà in questo articolo è frutto di "pentimenti", e nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in ogni momento - se lo riterrà - potrò inviarle perché si sinceri della loro autenticità. Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi dire. Partiamo da lontano, perché lontano inizia la sua storia imprenditoriale, signor Berlusconi.

    *

    Primo quesito
    *

    Secondo quesito
    *

    Terzo quesito
    *

    Quarto quesito
    *

    Quinto quesito
    *

    Sesto quesito
    *

    Settimo quesito
    *

    Ottavo quesito
    *

    Nono quesito
    *

    Decimo quesito

    Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua società - l'Edilnord Sas - acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove di lì a breve lei costruirà il quartiere di Milano2. Lei pagò l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel 1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, è di enorme portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo l'acquisto - intendo dire nei mesi successivi - lei aprì un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo arriverà a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni porterà all'edificazione di Milano2 così come è oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre 30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offrì e a chi per ricevere tale ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi glielo fornì? Vede, se lei non chiarisce questi punti, si è autorizzati a credere che le due misteriose finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici", così come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo, sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili. Sì, perché - mi creda signor Berlusconi - nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con nomi e cognomi, chi le prestò tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei operò con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, poi rientrati in Italia grazie alla sua attività imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la realtà fosse questa. Se invece di denaro frutto di attività illecite, si trattò di risparmi onestamente guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il castello di accuse di riciclaggio cadrà di schianto.

    Secondo quesito: il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda, signor Berlusconi - la sua società "Edilnord Centri Residenziali Sas" compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni (4,8 miliardi di oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in questo caso, vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

    Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fondò un'altra società, la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito, quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei farà in modo di emettere anche un prestito obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

    Quarto quesito: lei non può essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua società Edilnord cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel Comune di Segrate battezzato "Milano2" più alcune aree ancora da edificare di quell'immenso terreno che lei comperò nel '68 per l'equivalente di più di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15 settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo cambiamento di nome della società acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa iniziò a chiamarsi così proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura Milano2 Spa - come lei senza dubbio rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un «mio semplice segretario personale». Sempre il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di capitale sociale. Ecco, anche in questo caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro contante e in base a quali garanzie.

    Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fondò a Roma la "Finanziaria d'Investimento Srl" - in sigla Fininvest - dotandola di un capitale di 20 milioni e di un amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi grami (per lui). Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50 milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e 400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei passò dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la società in questo periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua società dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa società fu la prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo impero, e in realtà di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte operazioni, queste, che pensò, decise e attuò proprio lei, signor Berlusconi.Dopo la fusione, ricorda?, il capitale sociale verrà ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca, equivalenti a più di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17 miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli fornì? Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei, signor Berlusconi, offrì loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi. Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella" Fininvest Spa di Milano che lei fondò nel 1975, anno pessimo per ciò che attiene al credito bancario e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.

    Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tentò di chiarire il motivo dell'esistenza delle 22 (ma c'è chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari del Presidente" siano molte di più, addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Così pure, signor Berlusconi, lei ha dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene - sono sue parole - l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'inventò consisteva - e consiste tutt'oggi - nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi corregga se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il motivo per cui il capitale della Fininvest è suddiviso così. È una motivazione, però, che a molti appare quanto meno curiosa, se raffrontata - ad esempio - con l'assetto patrimoniale di un altro big dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una trasparentissima società in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, più volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'è soltanto la sua persona e la sua famiglia. Non avrò mai più motivo di dubitare di questa sua affermazione quando lei spiegherà con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente. Questa: c'è un indirizzo - a Milano - che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una società fiduciaria - ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid.A fondarla furono due commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza, Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, più il 49% della Holding Italiana Prima, la quale - in un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestirà questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società tale immensa fortuna. Infatti lei - che è un attento lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonché informatissimo staff di legali civilisti e penalisti - non può non sapere che la Par.Ma.Fid. è la medesima società fiduciaria che ha gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss - di area corleonese e non - operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Quindi, signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in suo possesso? Chi erano - mi passi il termine - i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 3? Capisce che in assenza di una sua precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i volti - di coloro che per anni incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

    Settimo quesito: è universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore è "nato col mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tivù è incentrato questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tivù. Lo scopo - del tutto evidente - fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicità, che così sarebbe stata "nazionale" e non più locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti al Nord, iniziò dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entrò in società con i fratelli Inzaranto di Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedrà nel proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei, signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual è, non può non avere preso informazioni all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre questioni, oltre la tivù. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonché suo partner, è marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta" del 1984, ma al super boss che nel '79 è ancora braccio destro di Pippo Calò e amico intimo di Stefano Bontate, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perché entrò in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma? C'è da notare, oltre tutto, che i fratelli Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto chiedendo con grande serietà. Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri, appunto - fondò nel 1955 la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto, sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilità sentiva parlare addirittura in casa da suo padre. Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi, signor Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riuscì ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano, tenuto conto che Misilmeri è tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, però che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la domanda: si informò sulla "serietà" e la "moralità" dei nuovi soci - il clan Inzaranto - quando tra il 1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tivù nazionale?

    Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della società Immobiliare Romana Paltano non può risultare sconosciuto. È impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di capitale, finì sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perché proprio sui terreni di questa società lei darà corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Così pure ricorderà che nel 1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumenterà a 500, e che il 12 maggio del 1977 salirà ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambierà anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le fornì, signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquistò?

    Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondò l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa società, che oggi possiede beni immobili pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo - era il 1978 - aumentò il proprio capitale a 900 milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte Istat) che fecero la differenza?

    Decimo quesito: signor Berlusconi, in più occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario genere - l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio - la finanziaria di Chiasso denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma. Fid., lei ha scelto una società fiduciaria - questa volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache giudiziarie si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda, signor Berlusconi, mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di Chiasso, che è stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi, arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana dei Madonia. Così pure non le sarà sfuggito che Lottusi venne condannato a 20 anni di reclusione per quei reati. Tuttora è in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster finì in galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 - cioè pochi mesi dopo quel fatto che campeggiò con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali - il suo Milan "pagò" una forte somma "in nero" - estero su estero - per la cessione di Gianluigi Lentini, e usò per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti internazionali. Perché, signor Berlusconi?

    Ecco, queste sono le domande. Risponda, signor Berlusconi. Presto. Come ha visto, di "pentiti" veri o presunti non c'è traccia negli 10 quesiti. Semmai c'è il profumo di centinaia di miliardi che tra il 1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono. Poiché c'è chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la verità. Punto per punto, nome per nome. È un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d'ora in poi il silenzio non le è più consentito né come imprenditore, né come politico, né come uomo.
    Tu che odi dio e la vita cristiana
    Senti la sua presenza come un doloroso cancro
    Vengano profanate e profanate aspramente
    Le praterie del cielo bagnate di sangue

    Odiatore di dio
    E della peste della luce

    Guarda negli occhi paralizzati di dio
    E sputa al suo cospetto
    Colpisci a morte il suo miserevole agnello
    Con la clava

    Dio, con ciò che ti appartiene ed i tuoi seguaci
    Hai mandato il mio regno di Norvegia in rovine
    I tempi antichi, le solide usanze e tradizioni
    Hai distrutto con la tua orrida parola
    Ora vai via dalla nostra terra!

  3. #3
    a mia insaputa
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    [..] I quattrini che fecero la Fininvest venivano da cose occulte, da Cosa Nostra. Se Berlusconi riuscisse a vincere (le elezioni) la magistratura dovrebbe mettere un masso su tutto quel che bolle in pentola. […]

    08-10-98.
    In fede. Sbirulino.



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  4. #4
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    Predefinito

    Pensare che ci siamo dovuti alleare con certa gente per cercare di cambiare le cose.
    Del resto i Padani preferiscono votare forza italia che la Lega.
    Nel '99 ricordo che il berlusca aveva preso più di un milione di preferenze...un buon 50% in Padania.Bossi quante?
    E non tiriamo fuori la storia che a votare fi sono i meridionali...
    Saluti Padani

  5. #5
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    Predefinito

    In origine postato da Wyatt Earp
    E non tiriamo fuori la storia che a votare fi sono i meridionali...
    Saluti Padani
    * Esatto. Tra i miei conoscenti, oltre a gente che pensa di guadagnarci denaro (fabbrichette, grossi risparmiatori, carriere in Enti pubblici e privati...), c'e' uno strano popolo di forzisti: il barista cornuto e sull' orlo del fallimento, un paio di gente senza arte ne' parte che dilapida all' ippodromo il poco che gli e' restato, due avvocati ottantenni in aceto, qualche pensionato statale, esuli istriani antifascisti...

    L' argomento e' sempre lo stesso: "chi ha fatto la fortuna delle sue aziende e da' lavoro a tanta gente salvera' anche il paese"

    Caduto il berluska, penso che questi sc...ienziati diserteranno, tutto e' basato sul culto della personalita'.

  6. #6
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    In origine postato da Mitteleuropeo
    * Esatto. Tra i miei conoscenti, oltre a gente che pensa di guadagnarci denaro (fabbrichette, grossi risparmiatori, carriere in Enti pubblici e privati...), c'e' uno strano popolo di forzisti: il barista cornuto e sull' orlo del fallimento, un paio di gente senza arte ne' parte che dilapida all' ippodromo il poco che gli e' restato, due avvocati ottantenni in aceto, qualche pensionato statale, esuli istriani antifascisti...

    L' argomento e' sempre lo stesso: "chi ha fatto la fortuna delle sue aziende e da' lavoro a tanta gente salvera' anche il paese"

    Caduto il berluska, penso che questi sc...ienziati diserteranno, tutto e' basato sul culto della personalita'.
    Bisogna anche vedere come ha fatto le sue "fortune" il caro amico silvio.
    Tu che odi dio e la vita cristiana
    Senti la sua presenza come un doloroso cancro
    Vengano profanate e profanate aspramente
    Le praterie del cielo bagnate di sangue

    Odiatore di dio
    E della peste della luce

    Guarda negli occhi paralizzati di dio
    E sputa al suo cospetto
    Colpisci a morte il suo miserevole agnello
    Con la clava

    Dio, con ciò che ti appartiene ed i tuoi seguaci
    Hai mandato il mio regno di Norvegia in rovine
    I tempi antichi, le solide usanze e tradizioni
    Hai distrutto con la tua orrida parola
    Ora vai via dalla nostra terra!

  7. #7
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    Ma sbaglio o questo è un sito padanista, pro-padania pro-secessione?
    E allora? Cazzo c'entra Silvio e la Cosa Nostra italiana?
    E cosa c'entra riportare i dieci "comandamenti" che qualcuno vorrebbe far ricordare ad Umberto.
    Ognuno di noi è al corrente di ciò che la Lega ha fatto.
    Umberto non ha mai disconosciuto quelle domande, ha sempre cercato di aprire gli occhi e i CUORI ai padani, adesso, siccome c'è un'amicizia tra lui e Silvio, e perchè ha ribadito che c'è un'accanimento della Magistratura, vi mettete a tirar fuori di nuovo le "domandone"?
    Ma pensiamo a raggiungere il FEDERALISMO, quel piccolo passo in più verso la libertà, pensiamo a vincere il REFERENDUM, pensiamo a spronare i nostri per raggiungere il federalismo FISCALE; non a due cazzi di complimenti a Silvio che ha trovato il tempo di andare più volte a trovarlo a casa e in clinica personalmente, o vogliamo pensare che l'abbia fatto pensando di accaparrarsi gli elettori leghisti??? Come qualcuno disse quando si recò a sorpresa in ultima fila a PONTIDA per una preghiera verso Umberto.
    Come politico Silvio è quel che è. Come imprenditore lo sappiamo chi è. Come uomo abbiamo però visto che verso il suo alleato... QUELLO DELLE DIECI DOMANDE... QUELLO CHE LO ACCUSAVA DA TUTTI I PALCHI DI MAFIOSITA'... si è comportato da Uomo.
    Pensiamo alle battaglie della Lega e a combattere per quel poco di FEDERALISMO che grazie a Umberto e alla Lega,forse, potremmo ottenere se ci CREDIAMO, come LUI ha sempre fatto per la causa rimettendoci la salute.
    PENSIAMOCI. Altrimenti fate il gioco della sinistra dei fassino, dei mastella, dei de mita, dei castagnetti, dei rutelli e dei prodi, ovvero; del prossimo GOVERNO.

  8. #8
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    1. berluska ha introdotto la proposta di un Federalismo a dosi omeopatiche. Anche se dovesse essere realizzato, tappa per sempre la bocca a chi vuole di piu'. Altro che benefattore, berluska ha preso la Lega per il culo, tappandole la bocca per sempre su questioni SERIE.
    Oltreatutto: anche se va tutto nel "migliore" dei modi, non cambiera' nulla prima del 2012. Allora il nano non sara' certamente piu' al suo posto, il turbocapitalismo sara' crollato vergognosamente e magari si stara' combattendo casa per casa tra le vie di Teheran e Damasco. Altro che "devoluscion"!

    2. A parte l' impossibilita' di berluska a voncere le prossime elezioni, visti i risultati fallimentari del suo governiìo, dov'e' scritto che una Lega rinsavita non potrebbe far parte del prossimo governo? Non sarebbe la prima volta che si dissocia da berluska. Certo, stavolta il nano avra' pagato di piu', ma e' idiota correre con chi ha distrutto le finanze pubbliche e private, ha ridotto 1/3 degli elettori in quasi-miseria, ha spacciato un 8% di inflazione per il 2,6%, non ha creato posti di lavoro, ha proposto di abolire l' art. 18, ha portato l' italia in guerra.....

    A me Bossi ha deluso moltissimo: lui non deve pensare ad astratte correttezze personali, ma a quello che vogliono quelli che lo hanno votato. Punto.

  9. #9
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    In origine postato da Mitteleuropeo
    A me Bossi ha deluso moltissimo: lui non deve pensare ad astratte correttezze personali, ma a quello che vogliono quelli che lo hanno votato. Punto.
    Anche io concordo con questa parte.

    E' evidente che non e'stato un vero rivoluzionario, perche' la rivolta la avrebbe almeno tentata quando si era di fronte al carcere di Modena, e non e' stato neppure un grande condottiero in quanto si sono perse tutte le battaglie se non la guerra.
    Si e' dimostrato solo un abile equilibrista, e questo suo gioco alla fine sta portando acqua solo ai suoi sodali ed a se stesso.

    Sta inoltre dimostrando che della gente non gliene importa molto se no non avrebbe accettato la defenestrazione di Tremonti, non avrebbe permesso la cacciata della Sapori , che piaceva alla gente, non ci avrebbe fatto credere che la devoluzione era una vittoria, sapendo che in realta' non ci cambiera' niente.
    Non avrebbe effettuato giri di valzer per le poltrone con risultati pessimi in Friuli, Milano Bergamo etc.....
    Avrebbe diversamente fatto un mea culpa sugli insuccessi di tutte le iniziative "made in Padania".
    Avrebbe infine capitalizzato la dote di un 10-15% di scontenti in italia del dopo tangentopoli traghettandoli verso la liberta'.
    Insomma ci ha illuso per 15 anni ed intanto il Po' e' sempre piu'in secca

  10. #10
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    In origine postato da Mitteleuropeo
    1. berluska ha introdotto la proposta di un Federalismo a dosi omeopatiche. Anche se dovesse essere realizzato, tappa per sempre la bocca a chi vuole di piu'. Altro che benefattore, berluska ha preso la Lega per il culo, tappandole la bocca per sempre su questioni SERIE.
    Oltreatutto: anche se va tutto nel "migliore" dei modi, non cambiera' nulla prima del 2012. Allora il nano non sara' certamente piu' al suo posto, il turbocapitalismo sara' crollato vergognosamente e magari si stara' combattendo casa per casa tra le vie di Teheran e Damasco. Altro che "devoluscion"!

    2. A parte l' impossibilita' di berluska a voncere le prossime elezioni, visti i risultati fallimentari del suo governiìo, dov'e' scritto che una Lega rinsavita non potrebbe far parte del prossimo governo? Non sarebbe la prima volta che si dissocia da berluska. Certo, stavolta il nano avra' pagato di piu', ma e' idiota correre con chi ha distrutto le finanze pubbliche e private, ha ridotto 1/3 degli elettori in quasi-miseria, ha spacciato un 8% di inflazione per il 2,6%, non ha creato posti di lavoro, ha proposto di abolire l' art. 18, ha portato l' italia in guerra.....

    A me Bossi ha deluso moltissimo: lui non deve pensare ad astratte correttezze personali, ma a quello che vogliono quelli che lo hanno votato. Punto.
    Già, molto meglio invece cedere le leve del governo tout court a chi:
    1) ci ha messo le mani in tasca nottetempo nella migliore tradizione itaglio-levanto-terronica (governo Amato e il 6 per mille sottrattoci notte tempo)
    2) ha inventato una porcheria come l'euro che ci sta mettendo in ginocchio lentamente perchè se l ofacesse velocemente sarebbe la guerra civile
    3) ha fatto dello sperpero pubblico un motivo di vita con ministri come Visco che ha usato la GdF come braccio secolare e violento dello stato contro il Veneto in primis
    4) ha concesso tali sgravi d'imposta alle aziende del sud (3 anni di esenzione d'imposta - governo Amato II) da causare una catena di fallimenti nelle piccole imprese manifatturiere
    5) ha introdotto l'IRAP per tappare i buchi nella finanza pubblica che erano ormai non più celabili
    6) ha concesso tali e tanti sgravi d'imposta alla grande industria nel 2000 quando sapeva che ormai aveva perso le elezioni da far gongolare per 10 anni i vari Agnelli ecc...

 

 
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