Le tabelle le ho viste anch'io. Intendo dire questo: con le nuove aliquote chi guadagna oltre 100.000 euro paga il 43% (il 39% tra 70.000 e 100.000 se non erro) soltanto di imposte sui redditi, il che significa (nonostante le riduzioni) avere ancora una pressione fiscale (tutto compreso) allucinante al limite dell'esproprio e del furto (basta vedere che schifo di servizi regala la cosa pubblica): fino a prova contraria guadagnare 100.000 euro di per sè (ovviamente in modo onesto) non è un reato da punire nè uno deve spaventarsi di guadagnare tanto per poi ritrovarsi con meno soldi di chi guadagna di meno. Quindi una riduzione anche per i redditi più alti era inevitabile: secondo tanti economisti, certamente soprattutto liberisti ma penso che non sia un assunto solo liberista e che valga per tutti, lo stato non dovrebbe prelevare più di un terzo, figurati tu; il problema poi non è "chi ci guadagna di più": da come si parla sembra che questa riforma abbia messo poco nelle mani di molti e viceversa. In realtà è sempre stato così e sempre sarà così: il problema è come distribuire la riduzione ma ragionando 1) sulla manovra complessiva e 2) in termini complessivi, dal momento che è facile parlare di economia facendo riferimento a Tizio che in tale mese ci guadagna un tot: bisogna parlare in termini globali e su base annuale. La manovra complessiva, dal punto di vista solo delle riduzioni delle aliquote irpef, certamente non ha favorito i ceti deboli più dei forti ma non bisogna dimenticare che è stata innalzata la no tax area, che ci sono tante possibilità di deduzione (portatri di handicap, numero dei figli, anziani a carico) eccetera; inoltre, per riprendere il tuo esempio, se c'è chi ci ha guadagnato oltre 5000 euro, cosa si doveva fare? Esentasse tutti i redditi da 5000 euro per giustizia sociale? Le percentuali sui guadagni e i guadagni stessi sono quelli, in Italia, che vogliamo fare? Non c'è possibilità matematica, stante l'inevitabilità della riduzione anche per i redditi alti, che chi guadagna meno avesse dalla riduzione più di 5000 euro... Contano le percentuali: 23%, 33% e 39%. In quest'ottica, dove vogliamo distribuire le riduzioni? Sarebbe molto populistico e super-sociale lasciare tutto in mano ai redditi medio-bassi. Ma con quali risultati (a medio e lungo termine) per l'economia? Bisogna rilanciare i consumi, è vero, ma è inutile se nel contempo non si rilanciano risparmio e investimenti (e chi vuoi che investa, il dipendente statale???), nella speranza che ovviamente ciò porti a una ripresa (magari in coincidenza con la ripresa mondiale in arrivo, così si dice) e quindi a nuovi posti di lavoro e a pil e redditi migliori. Ecco perchè anche chi guadagna tanto deve avere la riduzione. Se si guarda solo alla riduzione Irpef è chiaro che è una manovra palesemente liberista e per pochi. Ma nel complesso, pensiamo oltre alla no tax area e alle deduzioni anche agli sgravi raddoppiati per le imprese del sud, non è poi così liberista. Il problema è l'aumento delle sigarette? Non scherziamo. Il taglio agli enti locali? Impareranno a fottersi meno soldi e si responsabilizzeranno un pò come ognuno di noi quando andremo a votare per il Comune eccetera eccetera. Il blocco del turn over? Prima di tutto non sono licenziamenti, secondo direi che vista la qualità del servizio pubblico è giunta l'ora di fare un pò di selezione (meritocrazia) e di pensare alla qualità prima della quantità.In origine postato da frontista
Le tabelle specifiche per fasce di reddito le ha pubblicate Il Messaggero di qualche giorno fa, credo le puoi trovare facilmente.
Ebbene sono rimasto di stucco nel vedere che chi ci guadagna di più sono quelli con redditi a partire da 300.000 euro l'anno, che vanno a risparmiare qualcosa come oltre 5000 euro di tasse.
Secondo te come faranno a coprire il risparmio di questi Paperon de'Paperoni?
Si poteva fare di più per il sociale. Ma non è una manovra tutta da condannare, e non vedo, per citare te, quali siano le "imposte che, inevitabilmente, aumenteranno".
Scusa per la lunghezza del mio post.