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  1. #1
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    Predefinito La Commissione Teologica Internazionale e il limbo

    La Commissione Teologica Internazionale analizza il destino dei bambini morti senza battesimo
    Il limbo non è il problema, cerca di approfondire la “volontà salvifica universale di Dio”



    La Commissione Teologia Internazione ha in programma di analizzare tre grandi temi nei prossimi tre anni:

    -il destino dei bambini morti senza essere battezzati,
    -la legge naturale
    -lo statuto della teologia

    padre Ladaria, professore presso la Pontificia Università Gregoriana, ha asserito che “il limbo non è il problema: di fatto è stato un tentativo storico di soluzione di fronte alla morte di un bambino non battezzato".

    “Ciò che interessa è studiare questo tema alla luce della volontà salvifica universale di Dio, della mediazione unica di Gesù Cristo e della sacramentalità della Chiesa”, ha sottolineato.

    Oltre al limbo, i teologi di questa commissione che appartiene alla Congregazione per la Dottrina della Fede stanno studiando la legge naturale – quelle leggi che la persona può scoprire con la sua ragione – e la questione dello statuto della teologia e i suoi metodi.

    La commissione è presieduta dal Cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

    Questi argomenti, secondo padre Ladaria, vengono studiati non per qualche motivo particolare, ma “perché si studieranno sempre e si potranno approfondire di più”.

  2. #2
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    Non è semplice sintetizzare cosa pensa la Chiesa Ortodossa sulla sorte dei defunti. Anche perchè essa non ama definire dogmaticamente che l'essenziale. E l'essenziale sull'aldilà definito dalla Chiesa è quanto definito nel Concilio del 381 : Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del secolo venturo.
    Inoltre anche se non è definito è da credersi senza dubbio perchè costante nelle preghiera della Chiesa che le preghiere dei vivi e le intercessioni dei santi sono di aiuto ai defunti.

    Allontanarsi da questi due punti è vera eresia.
    Esistono però delle dottrine che pur essendo ancora non definite (e forse non lo saranno mai) sono di tale diffusione nel mondo ortodosso che hanno un importante valore teologico.

    In genere l'ortodosso pensa che dopo la morte il corpo si dissolve negli elementi primitivi donde è stato creato e che la morte è stata un provvidenziale rimedio di Dio al poeccato: "perchè la morte non resti eterna e non trionfi il male tu hai ordinato la dissoluzione di questo corpo...." recita la preghiera di assoluzione che si recita nei funerali. Quindi la morte, conseguenza del peccato, più che una pena o, insieme ad essere una poena, è un rimedio misericordioso di Dio. Per cui la morte stessa è un momento purificatorio.

    Dopo la morte l'anima vaga intorno per abutuarsi alla nuova ed innaturale situazione, dopo attraversa le stazioni di pedaggio (cgr. Sant'Atanasio VITA DI ANTONIO) che sono un momento di espoliazione dei vizi operato dall'incontro con i demoni dell'aria (come li definisce san paolo), poi giunge alle ultraterrene dimore e gli Angeli con un "giudizio particolare" che si distingue da quello cattolico perchè non è definitivo, viene collocata nel seno di Abramo tra i giusti, o nell'Inferno (Ades) tra i peccatori. In questo periodo le preghiere della Chiesa, le intercessioni dei santi e i suffragi e la carità dei vivi sono di grande giovamento all'anima. Essa infatti non può più agire, ma non è più neppure inerme, infatti, fino al giudizio, ha ancora la possibilità di accogòliere (inclinandosi verso Dio) o rifiutare (permanendo nel rifiuto di Dio che aveva in vita) la preghiera che la Chiesa innalza per i defunti.

    Gli innocenti non sono certo nell'Ades ma la sorte dei bambini non battezzati è misteriosa. Si può pensare che a loro come a coloro che non hanno conosciuto Cristo si faccia una "predicazione agli Inferi" come quella fatta da Gesù alla sua discesa e di cui parla san Pietro nella sua I lettera, e che a loro sia così data la possibilità di accogliere o rifiutare la salvezza di Cristo.

    Al ritorno del Signore egli giudicherà i vivi ed i morti e quel giudizio sarà definitivo per tutti.

  3. #3
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    Ma in questo modo non si corre il rischio di pensare ad un inferno "a termine", quasi una inclinazione verso l'eretica odttrina origenista dell'apocatastasi?

  4. #4
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    La ringrazio per averci spiegato il punto di vista dell'ortodossia.
    Se ho capito bene gli ortodossi ritengono che dopo la morte ci sia ancora la possibilità di convertirsi, cosa per noi invece inaccettabile.

    Ho capito bene?

    saluti

  5. #5
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    Per una comprensione più chiara dell'escatologia ortodossa invito alla lettura di questa sezione :

    http://xoomer.virgilio.it/_XOOM/orto...scatologia.htm

    Per chi conosce abbastanza l'inglese consiglio altresì la lettura on-line (seppur parziale) di questo bel libro del Metropolita Hierotheos (Vlachos) : Life after Death

    http://www.pelagia.org/htm/b24.en.li...r_death.00.htm .

    L'escatologia ortodossa è come un tassello di un unico divino mosaico che richiama e si lega alla dottrina antropologica o alla distinzione in Dio tra essenza ed energia ...
    La concezione giuridico-legalistica latina oltre ad avere una prospettiva totalmente antiascetica introduce il concetto del tutto estraneo alla teologia patristica di merito e conseguentemente di indulgenza .
    Già parlare di un giudizio e di una Giustizia intesa in termini retributori esteriori è ridicolizzare le profondità pneumatiche della teologia e sfigurare il vero Volto del Cristo-Dio .
    "Tutto ciò che è detto di Dio in termini corporei ha un senso nascosto" ci ammonisce il Damasceno ne La Fede Ortodossa .
    Personalmente rabbrividisco e vengo colto da un senso di fastidioso turbamento e nel contempo di ilarità nel leggere quanto banale è diventata per un cristiano occidentale (romanocattolico, protestante o anglicno che sia) la considerazione escatologica sia intermedia che finale .
    Molte volte non riesco a comprendere se certe prospettive si addicano più alle banalità spiritistiche che a un cristiano .
    Si recuperi invece , attingendo ai Padri, una attitudine mistagogica, ci si immerga nella spoliazione apofatica di ogni analogia col mondo creato verso l'Increato stesso. Si riscopra il respiro teo-cosmico dell'economia del Logos divino , si abbandoni quella prospettiva nestorianeggiante,più o meno latente, che inquina la visione cristologica occidentale .
    Si scoprirà come si sia spesso giocato ad antropomorfizzare e a proiettare meccanismi psichici che già la psicanalisi con Freud aveva intuito .
    Un saluto
    in Cristo

    Luca

  6. #6
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    I link indicati da Luca fanno luce pienamente sul pensiero ortodosso. Quello che mi premeva era di far vedere come nella questione dell'escatologia intermedia non vi sia una definizione dogmatica univoca anche se vi sono dottrine molto accettate.
    Certo non è un inferno a termine, ma è possibile la salvazione dall'inferno per le preghiere e le intercessioni. Si possono leggere le pagine di papa san Gregorio Magno sullla salvezza dell'imperatore Traiano.
    La possibilità della conversione nell'aldilà è stata pensata da alcuni teologi, sull'esempio della predicazione agli inferi di Cristo esclusivamente per coloro che - senza colpa alcuna - non hanno conosciuto Cristo e quindi non hanno potuto nè credere nè non credere all'Evangelo. Per gli altri anche se non pensiamo che l'anima sia totalmente incapace di inclinazione, quindi sia totalmente inattiva (proprio perchè la vita intermedia non è definitiva per l'anima) la sua salvezza non dipente "principaliter" da lei ma dai viventi e dai loro suffragi.
    Vi invito a leggere le preghiere di san Basilio nel vespro ortodosso della pentecoste, ma anche l'antico responsorio della liturgia latina "libera me Domine" dove si parla di liberazione dalla bocca del leone, che non ci assornba il Tartaro....
    Comunque rimando ai testi indicati da Luca.

  7. #7
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    L'analogia è una gran cosa, è garante del nostro parlare di Dio, che altrimenti sarebbe impossibile.
    Se Dio se ne stesse in sè nessuno potrebbe mai parlare di Lui,
    essendo egli tuttavia un Essere-in-relazione, ne parliamo nei termini di questa relazione, nella quale funge da trascendentale.
    Nella relazione con gli uomini Dio parla agli uomini, usa un linguaggio umano ed una logica comprensbile agli uomini, la relazione è in qualche modo una certa negazione, altrimenti non si darebbe.

    Specificato questo, che dovrebbe, almeno parzialmente togliere le remore circa la presunta "antropomorfizzazione" di Dio,
    aggiungo che Dio si è incarnato, ha quindi assunto anche le categorie umane di pensiero.

    L'incarnazione mi pare il vertice di questa relazione che già è presente nello stesso rapporto di causa-effetto.

    Il "Totalmente Altro" ci parla, e se usasse un linguaggio "non talmente altro" ed una logica "totalmente altra" non lo capiremmo...eppure vuol farsi capire!

    Infine non vedo alcun legalismo, (voi lo vedete ovunque, anche nel tomismo) e la distinzione tra essenza ed energia la abbiamo anche noi, sperando che il significato dei termini coincida.

    saluti

  8. #8
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    Originally posted by silvano
    I link indicati da Luca fanno luce pienamente sul pensiero ortodosso. Quello che mi premeva era di far vedere come nella questione dell'escatologia intermedia non vi sia una definizione dogmatica univoca anche se vi sono dottrine molto accettate.
    Certo non è un inferno a termine, ma è possibile la salvazione dall'inferno per le preghiere e le intercessioni. Si possono leggere le pagine di papa san Gregorio Magno sullla salvezza dell'imperatore Traiano.
    La possibilità della conversione nell'aldilà è stata pensata da alcuni teologi, sull'esempio della predicazione agli inferi di Cristo esclusivamente per coloro che - senza colpa alcuna - non hanno conosciuto Cristo e quindi non hanno potuto nè credere nè non credere all'Evangelo. Per gli altri anche se non pensiamo che l'anima sia totalmente incapace di inclinazione, quindi sia totalmente inattiva (proprio perchè la vita intermedia non è definitiva per l'anima) la sua salvezza non dipente "principaliter" da lei ma dai viventi e dai loro suffragi.
    Vi invito a leggere le preghiere di san Basilio nel vespro ortodosso della pentecoste, ma anchen l'antico responsorio della liturgia latina "libera me Domine" dove si parla di liberazione dalla bocca del leone, che non ci assornba il Tartaro....
    Comunque rimando ai testi indicati da Luca.

    Il periodo in cui si dà la possibilità della conversione, e quindi ne va della mia esistenza, della esistenza eterna, è il tempo della libertà, cioè la vita determinata, finita e libera in questo mondo, nella quale io decido liberamente se seguire o meno il Signore Gesù.
    Se non mi è stato annunciato il Signore mi salverò comunque in relazione alla coerenza con la mia fede e alla legge naturale,
    insomma: se ho ricercato la Verità con cuore sincero,
    e la Verità, indipendentemente dal fatto che io lo sappia o meno,
    è il Signore Gesù.
    La vita di chi non ha conosciuto Cristo sarebbe inutile di nessun valore se ad essi venisse data la possibilità di redimersi dopo,
    una vita che non conta nulla è una vita nella quale non si mette in gioco la mia libertà, posta dall'amore salvifico di Dio.
    Poi difficilmente la scelta post mortem si può ritenere libera.

    saluti

  9. #9
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    Ciò che è importante comprendere è che per i Santi Padri la situazione escatologica intermedia non è un preambolo definitivo che attende la Resurrezione quasi fosse un sovrappiù bensì uno stato di grande dinamismo sia nello stato infero che in quello di unione divinizzante nelle Divine Energie .
    Lo stesso pericolo di difinire l'Eternità in contrapposizione con il concetto di tempo è stato ben capito dai Padri perchè se è pur vero che le categorie del tempo (comunque creazione di Dio) sono il movimento e il passaggio di stato, non si può contrapporre razionalmente l'immobilità e l'invariabilità di una eternità statica : questa sarebbe l'eternità filosofica del mondo intellegibile di Platone, non di Colui che E' , del Dio Vivente .
    Dio e coloro che sono nelle Sue Increate Energie superano ogni dicotomia tra tempo mutevole ed eternità immobile .
    Negli stessi innumerevoli eoni angelici (che l'uomo è chiamato a unire e penetrare nelo suo slancio unitivo verso l'Increato...vedasi le 5 unioni descritte da San Massimo il Confessore negli Ambigua a cui l'uomo è chiamato) esiste sviluppo, in quanto la natura angelica pur vivendo in ogni eone in una sorta di tempo immobile (la cosiddetta eternità eonica), cresce incessantemente nell'acquisto per Grazia delle proprietà divine, pur senza successione temporale...di eternità in eternità .
    Da questo broglio per l'intelletto decaduto si può uscire solo nella via apofatica .
    In attesa dell' "età della pienezza" ,della riunione col corpo risorto e nell'attesa che il cosmo decaduto giunga all'unione con Dio , l'anima nel suo stato "positivo" conosce una crescita energetica in Dio .
    Dinamismo, come detto, esiste anche nella condizione infera che altro non è che la chiusura spirituale egoica alle Energie di Dio .
    Non esiste pentimento nell'escatologia intermedia in quanto il pentimento è legato alla nostra corporeità, ma sussiste certamente una volontà animica che , come immersa nella catarsi dell'intercessione dei Santi, delle preghiere dei cristiani e soprattutto dell'azione liturgica , può conoscere una purificazione nelle divine Energie dalle incrostazioni passionali accumulate in questa vita . San Gregorio di Nissa, ne L'anima e la resurrezione, usa immagini assai appropriate per figurare questo sviluppo dinamico .

    Se poi, come il nostro buon tomista, si vuole percorrere l'analogia entis e continuare a confondere i piani tra il creato e l'Increato, si faccia pure...ma si ammetta dunque di aver abbandonato la via dei Padri e di preferire, per quel che riguarda l'escatologia, una visione più razional-spiritistica che autenticamente cristiana .
    Non mi stupisce poi che masse di persone, innanzi alla prospettiva di un cristianesimo occidentale sciatto,spiritualmente arido e antiascetico, si volgano verso le false spiritualità e i distorti misticismi del lontano oriente o riscoprano forme neognostiche che si credevano oramai morte .

    Un saluto

  10. #10
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    Qualche osservazione:

    -parlo di Dio in termini analogici perchè non posso fare altrimenti,
    non avendo un concetto proprio di Dio ne parlo per analogia, e chi nega l'analogia ne fa comunque uso per parlare di Dio.

    -A me pare che le concezioni che esprimi non siano rivelate...siano il modo umano per eslicitare, "completare" questa rivelazione, un modo umano e soprattutto filosofico, ora, circa i costrutti filosofici si può discutere.

    -L'eternità questo è per me:
    totum simul
    interminabilis vitae tota simul et perfecta possessio,
    dalle tue parole si evince che gli autori che leggi non abbiano avuto un buon concetto di eternità, ma un concetto di "eternalità".
    Non c'è nulla di statico nell'eternità,
    ceramente se uno parla di Motore Immobile, subito allo staticismo;
    non è così: è immobile nel senso che non passa da potenza ad atto perchè è già atto puro, è vita, energheia, altro che staticismo.

    ti saluto cordialmente

 

 
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