Iran: lancio satellite italiano?

[ulver81]

la società da anni lavora con gli ayatollah. la farnesina: a noi non risulta
L’Iran: lanceremo un satellite con l'aiuto italiano. La ditta: impossibile, è qui da noi
Timori di israeliani e Usa. Ma la società: servirebbe un permesso di esportazione che in questa situazione non c'è
WASHINGTON – L’Iran ha annunciato che lancerà con l’aiuto italiano un «satellite per comunicazioni». Teheran, secondo la versione ufficiale, si era rivolta ai russi sollecitando una collaborazione scientifica più attiva ma da Mosca, nonostante le forti pressioni, non è arrivata risposta. Il regime si è allora rivolto ad una società italiana che da anni coopera con gli ayatollah nel campo spaziale. Ma la ditta in questione, la Gavazzi, ha sostenuto che il lancio «è impossibile in quanto il satellite è ancora in Italia» e per trasferirlo in Iran servirebbe una licenza di esportazione. Un permesso, che «vista la situazione internazionale», è da escludere. Smentita anche dalla Farnesina che ha precisato: «A noi non risulta».

PROGRAMMA ARENATO - Il general manager della Gavazzi ha spiegato che il programma di collaborazione avviato otto anni fa si «è arenato» e che era stato previsto per il 2005 un lancio da un impianto russo usando un vettore Cosmos 3. Una tabella di marcia poi saltata. Gli iraniani, invece, a sorpresa hanno annunciato martedì che il test è stato fissato per la primavera del 2011 con base di partenza un impianto in Italia. Affermazioni ritenute prive di fondamento dalla Farnesina. I piani di Teheran, ovviamente, sono sotto osservazione. Gli israeliani ritengono che il satellite possa essere usato non solo nel settore delle comunicazioni ma anche per missioni di intelligence. Gli americani temono possibili legami con la messa a punto di missili a lungo raggio.

IL NO DEI RUSSI - Nel febbraio 2009 l’Iran ha annunciato il lancio del satellite «Omid» (speranza), ma appena un mese dopo l’apparato è precipitato a causa di problemi tecnici. Un rovescio tenuto nascosto dalle autorità. «Omid», secondo Teheran, era il risultato di un progetto interamente locale mentre fonti dell’opposizione hanno sostenuto che fosse in realtà un prodotto russo. Il Cremlino, che pure fa grossi affari con i mullah in campo militare, negli ultimi tempi ha rallentato le forniture. In particolare non avrebbe ancora «spedito» agli iraniani i missili anti-aerei Sa 300, indispensabili per la difesa degli impianti «sensibili». Il no – temporaneo – dei russi viene interpretato come una pressione su Teheran nella complessa trattativa sul nucleare. Mosca è contraria a sanzioni più dure ma, nel contempo, non può apparire come complice del regime.

L’Iran: lanceremo un satellite con l'aiuto italiano. La ditta: impossibile, è qui da noi - Corriere della Sera

[Italianista]

Iran e Gavazzi, un giallo che non c'è
A volte si fa un gran can can su cose inesistenti. Come si legge sull'autorevole Corriere della Sera, l'Iran lancerà con l’aiuto italiano un inquietante "satellite per comunicazioni". Un lancio di agenzia dell'Apcom citando fonti israeliane spiega addirittura che il satellite chiamato Mesbah ("lanterna"), predisposto dalla Carlo Gavazzi Space "è stato negli ultimi anni più volte denunciato dagli israeliani come un satellite-spia dotato anche di strumenti per sorveglianza e raccolta/diffusione dati militari e strategici", che Teheran "potrebbe sfruttare per un attacco contro lo Stato ebraico con missili balistici o addirittura ordigni nucleari".

La storia è molto più semplice e banale. La Carlo Gavazzi Space è una azienda italiana tra le più importanti del settore, con grande esperienza nel campo della costruzione di satelliti e microsatelliti. Ebbene, nel 2003 la CGS con l'accordo del governo italiano (premier Berlusconi, ministro del commercio con l'estero Urso) acquisisce una commessa per realizzare un satellitino per l'Iran, un cubo da 60 chili che praticamente non fa niente se non trasmettere pochissimi dati per la protezione civile iraniana e che ha in tutto 5 Mega di Ram. Il vostro cellulare ne ha molta di più e di sicuro fa molte più cose. A quel punto esplode una baraonda: presunti esperti di intelligence Usa e israeliani cominciano a dire che questo satellite permette di spiare installazioni militari. Nel frattempo i russi che dovevano lanciare Mesbah ci ripensano, e insomma il satellite rimane in Italia. Dove è tuttora, e dove probabilmente resterà per molto tempo.

Insomma: nessun giallo internazionale, nessuna collaborazione missilistica, nessuna capacità di spionaggio.

Iran e Gavazzi, un giallo che non c'è - LASTAMPA.it

[José Frasquelo]

o/

[nazionalista libero]

Il regime iraniano cerca di diffondere paura e diffidenza tra le nazioni occidentali e tra queste e la Russia, sperando (con molte giustificazioni) di creare uno stato di disagio tra coloro che gli stanno rendendo difficile portare avanti i suoi programmi militari e atomici.
La Russia gli ha rifiutato aiuto, dopo che l'Iran ha cominciato ad intromettersi in Azerbaigian e nell'Asia Orientale ex sovietica e l'occidente ha cominciato a svegliarsi, forse troppo tardi, sulle reali intenzioni di Teheran, bloccando alcune delle iniziative del presidente Achmadinejad il matto.
In più crisi economica, contestazione strisciante, tensioni tra i militari e le guardie della rivoluzione: il regime deve fare più confusione che può per salvare il suo deretano in pericolo.
Nei regimi del medio oriente la faccia è tutto, come in tutte le "civiltà di colpa".

Viene da rimpiangere lo Shah di fronte a questi pagliacci gallonati e intabarrati.