Sulle tasse, Prodi non convince neanche l'Ulivo
30 Novembre 2004
La Gad ha riunito il suo primo vertice con Prodi ufficialmente rientrato in patria, ma i problemi da risolvere sono tanti e complicati.
Volenti o nolenti, nonostante la cosa irriti Prodi, che non vorrebbe farsi dettar l'agenda da Berlusconi, i leader della sinistracentro si sono dovuti concentrare proprio su quell'agenda.
A metà del vertice il Mortadella convoca la conferenza stampa, proprio in occasione dello sciopero generale così le testate non possono pubblicare le sue scemenze, ed è partito all'attacco contro il taglio delle tasse previsto dal governo Berlusconi: "E' inefficente per la ripresa economica" e "iniquo" nella distribuzione del reddito, perchè "premia solo il 20% della popolazione". I sei miliardi di cui parla il governo "non ci sono". E se "ci fossero sei miliardi da destinare alle famiglie, il governo della Gad lo farebbe con intervento di segno economico e sociale del tutto diverso"
Prodi ha poi illustrato e fatto distribuire delle "contro-tabelle" sul fisco, messe a punto dallo staf di Bersani, da Enrico Letta, da Visco, e discusse con RC, ma non con gli altri partiti facenti parte del pollaio.
Le gallinelle si sono risentite: "Questo è un metodo vecchio di organizzare un'alleanza" ha attaccato Pecorina, "non potete tagliarci fuori dalla discussione". I verdi erano anche incazzati perchè Prodi ha ignorato la loro "fiscalità ambientale"
Rutelli, Boselli, Mastella e anche Diliberto si sono detti contrari all'idea di "tentare di inseguire il Cavalliere" addentrandosi in numeri e tabelle difficilmente comprensibili.
Un leader della sinistracentro si è sfogato: "Di tutti quei numeri dati da Prodi rischia di capirsi una sola cosa: che noi non vogliamo tagliare le tasse, e Berlusconi invece sì".
Che i sinistrati non vogliono tagliar le tasse è risaputo, che le parole di Prodi, non vengano capite manco dall'interessato è una cosa normale.
Sinistri siete finiti.