Emergenza Mezzogiorno
In Finanziaria assenti provvedimenti necessari per le Regioni del Sud
Dalla lettura dell'articolo 78 dell'emendamento del governo alla legge Finanziaria, si evince che la maggior parte delle risorse per infrastrutture è destinata al Centro Nord. Zone come la Valtellina, il Veneto, la Lombardia, ne escono nettamente privilegiate.
Il Partito repubblicano italiano si era battuto nei mesi scorsi per l'istituzione di un ministero per il Mezzogiorno: questo non certo perché affetto dalla nostalgia del passato, ma perché profondamente convinto della necessità di offrire un punto di coordinamento dove favorire tutte le attività necessarie per portare il Mezzogiorno agli stessi livelli di condizione economica, civile e sociale del resto del Paese. Ritenevamo quindi un successo il fatto che il presidente Berlusconi avesse affidato al ministro Miccichè, al di là del nome che poi ha preso il suo ministero, questo arduo ed impegnativo, ma fondamentale, compito.
Purtroppo rischiamo di non vedere i risultati che pure sarebbero stati necessari per dare un segnale di ripresa in quella regione, e di cui ancora non c'è traccia.
Ci dispiace molto, ma i fatti ci dicono che l'aver affidato ai due vicepresidenti del Consiglio il coordinamento della legge Finanziaria, non ha avuto un effetto positivo per le regioni del Sud.
Non vogliamo ancora credere che sia troppo tardi per intervenire, e ci aspettiamo che il presidente del Consiglio sia in grado di svolgere un ruolo utile per affrontate il merito di questo problema. Pensiamo a un intervento diretto dello stesso presidente del Consiglio, perché nelle capacità realizzative di Berlusconi gli uomini del Mezzogiorno avevano riposto grandi speranze ed attese. Lo si è visto nei consensi provenuti, dalla Sicilia alla Puglia, ancora nel 2001, all'alleanza di cui Berlusconi è alla guida. Gran parte di quel consenso alle regionali nasceva da una speranza di sviluppo e di ripresa economica che Berlusconi aveva saputo diffondere e che non ci si può permettere di disperdere.
E crediamo anche, ragionevolmente, che se non si rimonterà l'onda della delusione che ha pervaso il Sud in questi anni, si produrrà una perdita di voti che avrà esiti pesanti anche sulle prossime politiche. Non ce lo si può permettere, considerando che, un futuro governo del centrosinistra, la questione meridionale nemmeno saprebbe da che parte iniziare ad affrontarla. L'attuale maggioranza, invece, gli strumenti li possiede, eccome. Diamoci una mossa.
Roma, 20 dicembre 2005