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  1. #21
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    In origine postato da ZENA
    A me sembra che la Lega sia, almeno su questo punto, piuttosto attenta alla crisi delle P.M.I. del Veneto. La richiesta di dazi contro la Cina mi sembra indicativa, come indicativa è l'attenzione alle realtà produttive nella querelle sul pubblico impiego.
    Certo bisogna riflettere su un fatto: quando si parla di de-fiscalizzazione, ormai ci si rivolge esclusivamente al sud. La sintesi di "taci e paga, asino padano" è quantomai attuale.
    Comunque out-sourging e licenziamenti sono all'ordine del giorno anche a Nord-Ovest. E intanto Ciampi va in Cina a parlare di grandi opportunità per l'Europa.
    Ho sensazione tuttavia che, stabilizzandosi su questo piano di precarietà il contesto produttivo, per l'autonomismo padano si potrebbero aprire spazi interessanti, quelli che sa, può e deve occupare.
    E' un attenzione di facciata quella della Lega Nord
    nel trevigiano: tanto per dirne una l'industriale sopracitato
    viene definito di simpatie leghiste da alcuni giornali locali.
    La Lega Nord nel trevigiano soffre di una forma di
    schizofrenia politica: fa la corte ai ceti medi e cura i loro interessi
    ( quelli che
    votano Berlusconi ) e riceve i voti dal popolo esasperato.
    Mai si e' avuta una cementificazione del territorio come
    in questi otto anni di gestione leghista della provincia...

  2. #22
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    In origine postato da Rotgaudo
    Mai si e' avuta una cementificazione del territorio come
    in questi otto anni di gestione leghista della provincia...
    questo purtroppo è la triste realtà.
    Le lega nord si è distinta per propensione alla distruzione del territorio, salvo alcune voci isolate.

    www.culturaveneta.org

    MANIFESTO PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE VENETO

    PREAMBOLO

    Le sottoscritte associazioni di cultura veneta,

    · convinte che la natura, il patrimonio storico-artistico e quello culturale del Veneto siano un bene di enorme valore all'interno della nostra regione ma anche a livello italiano e internazionale,
    · consapevoli che l'identità di un territorio è formata sia dagli aspetti naturalistici, che da quelli storico-artistici che da quelli legati alla lingua, alla letteratura, alle tradizioni, alle feste, alle particolarità eno-gastronomiche, le quali tutte insieme vengono così a costituire l'identità veneta
    · convinte inoltre che tale identità sia un patrimonio comune per tutti i cittadini del Veneto e debba assolutamente prescindere dalle divisioni politico-partitiche, di ideologia o altro, ritenendo quindi che la società civile veneta debba riunire e non disperdere le forze per impegnarsi a favore dell'identità veneta nel suo complesso
    · consapevoli altresì che tale patrimonio sia messo in grave pericolo, almeno dove non sia già compromesso, dalla speculazione edilizia, dalla costruzione continua di nuovi aree industriali (per altro in buona parte neppure utilizzate), dalla mancanza di senso civico di cittadini ed amministratori pubblici locali e nazionali, dalla mancanza di adeguate forme di tutela e valorizzazione di lingua, tradizioni e storia locale


    emanano il seguente manifesto per la tutela dell'ambiente veneto

    1) BASTA CEMENTO: riteniamo che non abbia nessun senso fare altre zone produttive quando buona parte dei capannoni sono vuoti o inutilizzati; crediamo inoltre che le nuove unità abitative debbano rispettare severe norme in fatto di tutela paesaggistica;

    2) STRADE A CONTENUTO IMPATTO AMBIENTALE: le strade sono certo necessarie al giorno d'oggi, esse però devono essere costruite rispettando i vincoli ambientali e soprattutto devono essere riutilizzate le vecchie strade e tronchi ferroviari abbandonati;

    3) PROTEGGIAMO LA VILLA VENETA: il patrimonio delle ville venete è , senza enfasi, una ricchezza di tutta l'umanità. Nel corso degli anni si sono posti in alcuni casi dei vincoli assolutamente ridicoli, con costruzioni a ridosso del muro di cinta della villa. Chiediamo perciò che questi vincoli vengano tutti rivisti per proteggere questi monumenti di civiltà veneta

    4) VALORIZZIAMO LE NOSTRE CHIESE E CAPITELLI DI CAMPAGNA: nelle nostre campagne sono presenti molte chiese, chiesette, capitelli ed immagini votive sugli alberi, segno di religiosità, arte popolare e simbolo in ogni caso della nostra identità culturale. Molte sono abbandonate, cadenti, piene di scritte sui muri o addirittura vengono abbattute. Noi vogliamo invece mantenere e valorizzare questo patrimonio di storia, arte e di identità.

    5) PISTE CICLABILI TRA I VARI PAESI: negli ultimi anni sono stati costruiti vari tratti di pista ciclabile non collegati tra loro e soprattutto presenti solo nei centri dei paesi, mentre mancano completamente o quasi nei tratti tra un paese e l'altro, dove le strade sono più pericolose. L'esempio dell'Austria e di altri paesi è in questo senso assolutamente da seguire.

    6) GIU' LE MANI DA FORESTE E LAGUNE: periodicamente si sente parlare di progetti faraonici per realizzare enormi insediamenti turistici in aree a delicato sviluppo ambientale, quali boschi o zone di laguna con rari esempi di flora e fauna che vi sono presenti. Fermiamo ulteriori scempi, in questo senso l'esempio di Porto Marghera basta e avanza.

    7) SOSTENIAMO L'ECOTURISMO: il Veneto è oggi la prima regione turistica d'Italia per numero di presenze; noi vogliamo che lo sia anche per il tipo di turismo, privilegiando non quello di massa ma proponendo percorsi mirati, magari in bicicletta o con mezzi poco inquinanti, alla scoperta della nostra natura e degli angoli più caratteristici. In questo senso sono da valorizzare ed aumentare i percorsi attorno ai musei etnografici.

    8) SOSTENIAMO L'AGRICOLTURA BIOLOGICA E I PRODOTTI TIPICI LOCALI: chiediamo alla regione e agli altri enti preposti di fare il possibile per incentivare , nelle nostre campagne già devastate dalla speculazione edilizia, una agricoltura di tipo biologico. Chiediamo inoltre che vengano difesi e valorizzati i prodotti enogastronomici tipici dei nostri territori.

    9) DIFENDIAMO IL NOSTRO PATRIMONIO ARTISTICO-ARCHITETTONICO: favoriamo il restauro, la conservazione e valorizzazione di tutte le dimore storiche, castelli, opere d'arte, case o "casoni" caratteristici, grandi o piccole che siano, presenti nel nostro territorio e che versano in cattive condizioni. Ogni anno che passa in più potrebbe essere per questi tesori veramente letale.

    10) STUDIAMO E AMIAMO STORIA, LINGUA E CULTURA VENETE: sosteniamo e partecipiamo a tutte le iniziative di enti pubblici, privati, associazioni che si battono per organizzare conferenza, studi, feste popolari ed altro che valorizzino la nostra identità veneta, vista non come una cosa passata e magari da nascondere ma al contrario da valorizzare e diffondere, soprattutto alle nuove generazioni.

  3. #23
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    In origine postato da ZENA
    No problem: intanto verranno tutti reimpiegati nell'high tech e nelle nano-tecnologie. Se fossimo in uno Stato serio, i prodotti De Longhi fabbricati in Cina verrebbero "daziati" senza se e senza ma. E invece?
    W la globalizzazione...
    Questo sarebbe necessario, ma impossibile: anzitutto servirebbe un accorodo a livello globale in tal senso, mentre molti governi- amministrazione Bush in testa- al momento non sembrano assolutamente intenzionati a limitare la globalizzazione del'economia, anmzi, la incoraggiano visto che sono smpiamente sostenuti proprio dalle lobby di imprese che delocalizzano. Nel caoso specifico il prodotto risulta ancora europeo, progettato in Europa e solo realizzato in CIna: bisognerebbe per ogni singolo prodotto risalire a quale percentuale di valore dipende dalla progettazione, quale dalla lavorazione, quale dalla commercializzazione ecc. e colpirlo in maniera differenziata, tnato a livello di dazio protezionistico che di Imposta su Valore Aggiunto, il che è vietato anzitutto dalle leggi e dagli accordi internazionali e soprattutto richiederebbe un accordo a livello globale tra stati e aziende, mentre l'interesse dell'azienda è chiaramente quello di opccultare il plusvalore ottenuto dal pagare il costo del lavoro una frazione irrisoria del prezzo di ìvendita finale e soprattutto occultare anche i profitti che vengono contabilizzati in stati a fiscalità differenziata. Non c'è altra arma per controbattere la globalizzazione e l'emorragia di posti di lavoro che avere governi che abbiano il coraggio di schierarsi con decisione contro le lobby industriali, ma a livello quantomeno europeo: farlo in una sola nazione vuol dire condannarla inesorabilmente al declino economico.

  4. #24
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    Predefinito Re: Re: Sant'Agabio

    In origine postato da Oli
    Che noia che barba, di fare un po' di sacrifici avete tanta paura?

    Che c'entra l'Euro? Allora mettiamoci pure l'insalata fra le colpe!!!
    Oli, l'unico che ha nominato l'€ è stato Autari e pure in modo molto marginale, nessuno ha dato colpa all'euro....qui si sta parlando di aziende che chiudono e immigrati che arrivano principalmente

 

 
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