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  1. #1
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    Predefinito AIDS e Chiesa Cattolica

    Posso aprire un thread senza essere accusato di provocazione?
    Vorrei aprire il dibattito sulle responsabilità della Chiesa Cattolica nella diffusione dell'AIDS e nella morte di milioni di persone a causa della disinformazione e dei divieti.

    http://www.comodo.it/chiesa.php

    Preservativo e Chiesa
    La Chiesa è contraria all'uso del preservativo, ritenendolo illecito sia come mezzo di prevenzione contro l'AIDS, che come mezzo volto a limitare le nascite. Questo perché il rapporto sessuale è lecito solo se si verifica all'interno del matrimonio: l'unione del corpo e dello spirito deve compiersi solo all'interno del sacramento del matrimonio ed esclusivamente in funzione della procreazione.
    Il Papa non ha mai approvato l'uso di mezzi artificiali di limitazione delle nascite per far fronte alla sovrappopolazione: nell'enciclica "Sollicitudo rei socialis" del 1987, definiva allarmante il fatto che in molti Paesi i governi realizzassero campagne sistematiche contro la natalità, in contraddizione non solo con l'identità religiosa e culturale dei vari Paesi, ma anche con la natura del loro vero sviluppo. Egli metteva anche in evidenza che spesso queste campagne erano finanziate da capitali provenienti dall'estero e che ad esse erano subordinati gli aiuti. Il pontefice sottolineava inoltre come si trattasse soprattutto di assoluta mancanza di rispetto per la libertà di decisione della gente, sottoposta spesso a grandi pressioni.
    Il cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nella "Istruzione sul rispetto della vita umana nascente", scrisse che "ciò che è tecnicamente possibile non è per questo moralmente ammissibile". Non esiste dunque nessun caso in cui la Chiesa consenta l'uso di contraccettivi, né tra un uomo e una donna non sposati, né tantomeno tra due uomini, visto che questi comportamenti sono ugualmente condannati.
    Questa posizione della Chiesa ha provocato forti reazioni nel mondo laico, da parte di chi ritiene che vietando ai fedeli l'uso del preservativo, essa contribuirebbe indirettamente alla diffusione dell'AIDS, soprattutto in Africa, dove le vittime sono numerosissime (500 al giorno) e l'influenza della Chiesa non è trascurabile.
    Ad esempio, nel Febbraio dello scorso anno, le autorità della Chiesa Protestante e di quella Cattolica si sono opposte alla costruzione di una fabbrica di preservativi in Kenya, per paura che ciò avrebbe incoraggiato "immoralità e promiscuità". Coloro che criticano questo atteggiamento, sottolineano che non si può astrarre un principio morale dal contesto sociale, facendo in modo che milioni di persone rimangano indifese di fronte all'HIV.
    Anche tra gli esponenti del mondo politico, c'è stato chi, come Veltroni, ha rivolto un appello al Papa sempre lo scorso anno, al fine di mettere in evidenza proprio queste conseguenze della posizione intransigente della Chiesa nei confronti della contraccezione.
    Proprio l'accusa di Veltroni determinò la replica della Chiesa sull' "Osservatore Romano", per voce dello studioso francese Jacques Suaudeau, il quale scriveva che, in questo modo, si finisce per accusare coloro che, sia pur non in modo perfetto, si impegnano concretamente a porre rimedio alla drammatica situazione generata dall'AIDS in Africa. Egli aggiungeva che, mentre il preservativo rappresenta solo un mezzo per "contenere" la trasmissione della malattia, la Chiesa punta ad una prevenzione efficace, che cerca di andare alla radice umana del problema, invitando la gente a modificare il proprio atteggiamento sessuale. Tutto ciò sulla base della convinzione che la prevenzione più radicale consista proprio nell'astinenza sessuale prima del matrimonio e nella castità coniugale nel matrimonio. La diffusione di questo messaggio rappresenta il modello di prevenzione della Chiesa.
    Tuttavia, è anche vero che non sono questi i comportamenti sessuali più diffusi tra la gente, in quanto solo pochi riescono a limitare la propria esperienza sessuale all'interno del matrimonio e al proprio coniuge. Di fronte a questo dato di fatto il preservativo resta il metodo di contraccezione più efficace.
    E' sulla base di quest'ottica che si inserisce la posizione espressa a riguardo nel Maggio del 2000 dal vescovo della città neozelandese di Auckland, Patrick Dunn, il quale ha dichiarato che i giovani "dovrebbero usare i condom, se non riescono a mantenersi casti". Il presule ha ribadito che la Chiesa resta contraria al sesso fuori dal matrimonio, "ma se le persone vogliono comportarsi come credono", ha aggiunto, "suggerisco che siano molto prudenti e usino tutte le precauzioni del caso. Non parlo solo dei rischi fisici, ma anche di quelli psicologici e morali in caso di gravidanze non desiderate". Come hanno reagito i vertici cattolici alle prese di posizione del monsignore? I portavoce della Santa Sede non hanno commentato e si sono limitati ad osservare: "Ogni vescovo è responsabile della sua diocesi. Se poi le sue opinioni non sono in linea con la Santa Sede, ne dovrà rispondere".

  2. #2
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    Predefinito

    "Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo."
    (Romani 14:14)


    "L'uomo coglie e riconosce gli imperativi della legge divina attraverso la sua coscienza, che è tenuto a seguire fedelmente in ogni sua attività per raggiungere il suo fine che è Dio. Non si deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza."
    (N. 3 della Dichiarazione Apostolica DIGNITATIS HUMANAE del 7 dicembre 1965)




    Principio cardine della religione cristiana è il così detto "primato della coscienza".
    E come ci insegna San Paolo non ci sono cose in se e per se guaste o sbagliate, ma è l'uomo che attraverso il filtro della coscienza le qualifica come tali.
    Anche il profilattico non fa eccezione a questa regola generale.

    Caro Aguas, Lei scrive: "Non esiste dunque nessun caso in cui la Chiesa consenta l'uso di contraccettivi, né tra un uomo e una donna non sposati, né tantomeno tra due uomini, visto che questi comportamenti sono ugualmente condannati".

    Qui si sbaglia. Non è mica un dogma di fede che non si possa utilizzare un profilattico. Quando Lei parla di "uso" è evidente che soggetto, anche nel senso di centro di imputazione di responsabilità, non è la Chiesa ma l'uomo.

    Ed è all'uomo, nel caso concreto, che è affidata la responsabilità della scelta, che è tanto più gravosa laddove quest'uomo si professi seguace del Cristo incarnato.

    Il Cristiano è tenuto ad agise secondo il modello del Maestro, per cui in ogni vicissitudine della vita è tenuto ad interrogarsi e a chiedersi "che cosa farebbe Cristo se si trovasse al mio posto?" oppure "se Cristo fosse qui a consigliarmi cosa mi direbbe di fare in questa faccenda?".

    Se la risposta a questi interrogativi è positiva, la scelta è in coscienza leggittima e, quindi, non personalmente censurabile.
    Ci sono stati casi di coniugi che, nei loro casi specifici, hanno fatto uso del profilattico. Erano di fronte alla scelta di una forzata continenza (consigliata ma non imposta dalla Chiesa), ma che mal si conciliava con la loro scelta coniugale, oppure l'uso di un mezzo di profilassi che impedisse loro di trasmettersi il virus.
    Ne hanno parlato a lungo tra loro, poi con il loro padre spirituale ed alla fine sono giunti a questo loro sofferta, ma in coscienza legittima, scelta.


    Quanto al problema morale all'uso del profilattico "tra due uomini" a ben vedere non si pone neppure. Tale uso avrebbe il solo scopo di impedire la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, mancando nel coso di specie qualsiasi possibilità di procreazione, ed avrebbe, quindi, uno scopo puramente strumentale di per se moralmente neutro.
    Ovviamente tali comportamente sono qualificati in se e per se come atti moralmente inaccettabili, gravemente disordinati, squalificanti e lesivi della dignità delle persone.

  3. #3
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    Si è vero la Chiesa non fa altro che il proprio mestiere, ma siamo umani e non tutti siamo casti. Perciò è importante che si educhi anche all'uso del preservativo, un semplice gesto per salvarsi e salvare la vita.

  4. #4
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    L'uomo è sicuramente caratterizzato dal primato della coscienza,
    e così dalla dignità della coscienza che gli è data.
    Primato della coscienza significa il primato dell'intenzione.

    Primato dell'intenzione significa soggettività?
    No, perchè deve seguire un determinato ordine morale.

    L'ordine morale, che pure è posto dalla ragione pratica, non è arbitrario in quanto discende dalla natura teleologica della stessa ragione.

    Certamente nessuno può agire essere costretto ad agire contro la sua coscienza, ma asserire che non esiste nulla che in relazione alla coscienza è oggettivamente male mi pare assolutamente improponibile, pena il relativismo morale.

    Le cose non sono nè monde, nè immonde, semplicemente perchè l'ordine naturale non è l'ordine morale, è quindi un mondo premorale, è poi certamente la ragione pratica a statuire il bene o il male non arbitrariamente ma in relazione ai fini propri della sua stessa struttura.

  5. #5
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    Ma secondo l'ordine natuirale di Thomas è meglio mandare a morire milioni di persone che usare il preservativo mentre si compie un gesto d'amore.

  6. #6
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    Ah dimenticavo: l'uso del preservativo è anche un gesto di rispetto verso il partner

  7. #7
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    Originally posted by aguas
    Ma secondo l'ordine natuirale di Thomas è meglio mandare a morire milioni di persone che usare il preservativo mentre si compie un gesto d'amore.
    gesto d'amore

    comunque stavo rispondendo a thedruid

  8. #8
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    Originally posted by Sgiar
    Ah dimenticavo: l'uso del preservativo è anche un gesto di rispetto verso il partner
    Sicuramente snatura l'atto che si sta compiendo.

  9. #9
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Originally posted by Sgiar
    Ah dimenticavo: l'uso del preservativo è anche un gesto di rispetto verso il partner
    non direi.

    Se è il tuo partner stabile, tuo marito/moglie, esso èassolutamente inutile dato che nessuno dei due dovrebbe aver contratto malattie veneree come l'aids (ciò presupporrebbe l'infedeltà).

    Se invece il tuo partner non èstabile, ma uno sconosciuto, una "scopata", allora a maggior ragione esso non serve perchè è proprio la logica di fondo del rapporto occasionale ad essere sbagliata.

  10. #10
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    Originally posted by antonio

    1) A come abstinence
    2) B come be faithful
    3) C come condom

    fare i falo' dei profilattici pero', come e' stato fatto in Kenya su impulso delle Chiese locali, mi sembra una cosa stupida.
    A come astinence
    B come be faithful
    C come chastity

    La castità è un atteggiamento mentale, prima che fisico, che porta a capire l'importanza della sessualità ordinata al suo fine naturale, la procreazione e l'appagamento coniugale.

    se due coniugi cercano di controllarele nascite possono usare i metodi naturali, o tutt'al più la pillola; se invece il problema è solo evitare l'aids preso con una sconosciuta...beh, allora il discorso cambia e il rogo dei preservativi si conferma doveroso.

 

 
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