Finanziamenti illeciti Parmalat, coinvolto il ministro La Loggia
di Roberto Rossi
Il crac Parmalat torna a far parlare di sé. A un anno esatto dall’esplosione dello scandalo, un fascicolo riguardante il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, è stato inviato al Tribunale dei ministri dalla Procura di Parma. L’ipotesi è quella che l’avvocato e senatore di Forza Italia abbia ricevuto nel corso degli anni finanziamenti illeciti dall’ex patron Calisto Tanzi.
Il filone dell’inchiesta Parmalat era stato avviato dal Procuratore capo di Parma Vito Zincani, in seguito agli interrogatori di Tanzi, nei quali si riferiva di finanziamenti ad esponenti di diversi partiti. Il mese scorso, nell’ambito dello stesso filone d’indagine, si era appreso che, come persone informate dei fatti erano stati ascoltati anche Massimo D’Alema, Francesco Cossiga, Lamberto Dini e la moglie Donatella. A ottobre si era invece saputo dell’audizione, sempre come persona informata dei fatti del ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno e del presidente della Camera Pierferdinando Casini.
Accanto a Tanzi nel registro degli indagati figuravano alcuni dei suoi più stretti collaboratori, quelli che lo stesso Cavaliere ha indicato come «ufficiali pagatori». Come Piero Mistrangelo, incaricato secondo Tanzi dei pagamenti alla Lega Nord, Piergiovanni Tanzi, che avrebbe curato i «rapporti» con Bruno Tabacci, Renzo Lusetti e Romano Prodi, Paolo De Castro, che sarebbe stato il contatto con Alemanno, Romano Bernardoni, che - dopo la morte del manager Sergio Piccini - sarebbe divenuto il coordinatore degli altri finanziamenti ai politici. Nell’elenco dei destinatari, Tanzi avrebbe indicato tra gli altri Mario Segni, Ciriaco De Mita, Giuseppe Gargani, Rocco Buttiglione e l’attuale ministro degli esteri Gianfranco Fini.
Nei bilanci di Parmalat le voci che riguardavano le presunte somme destinate ai politici venivano indicate nel gergo aziendale, secondo quanto riferito dallo stesso Tanzi negli interrogatori, come «valori bollati».
L’inchiesta è delicata, poiché i magistrati devono verificare l’esistenza o meno di ogni finanziamento e, poi, se questo è stato legalmente denunciato e registrato o meno. La Procura ha lavorato su questo elenco di finanziamenti. Di alcuni ha deciso di non occuparsi perché sicuramente coperti dalla prescrizione. Degli altri, avvenuti secondo Tanzi in epoca recente, l’obiettivo è ora capire se i destinatari possano avere percepito quelle dazioni di denaro come legittime. La Loggia non è iscritto nel registro degli indagati. Per la verità non potrebbe esserlo in base alla nostra legge. Toccherà, infatti, al Tribunale dei ministri compiere gli accertamenti richiesti dalle indagini per chiarire la posizione di La Loggia.
«Non ho notizie precise su questa iniziativa. Ma in ogni caso avrei finalmente il modo di chiarire una volta per tutte questa vicenda» ha dichiarato il ministro siciliano subito dopo che le agenzie hanno battuto la notizia.