Como
Iniziativa di una maestra delle elementari per non offendere due bambini islamici
Dalla canzone sparisce il nome di Gesù
L'insegnante: ho seguito le indicazioni del ministro sull'integrazione religiosa
di Maurizio Magnoni - Gazzetta del Sud
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COMO – Per non urtare la suscettibilità di due bambini islamici che frequentano la scuola elementare di via Giussani, non si possono cantare, nella recita prenatalizia, canzoncine e charols di Natale che abbiano nel proprio testo il nome di «Gesù Bambino». È quanto è successo giovedì scorso in occasione delle prove di una recita che, qualche giorno prima di Natale (sabato 18) andrà in scena a Rebbio, popoloso quartiere alla periferia di Como, dove frequentano la scuola elementare alcuni alunni extracomunitari di fede islamica. Nonostante il preside Pasquale Capria abbia difeso la sua insegnante, che si sarebbe comportata come impone il ministero dell'Istruzione (quindi favorire l'integrazione di alunni extracomunitari), la decisione di storpiare una canzoncina (edita dall'Antoniano di Bologna) in cui veniva citato il nome di Gesù, cambiato in virtù, ha suscitato grande clamore a Como e nel circondario. «Siamo veramente alla follia – ha detto il capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale a Como, Maurizio Faverio – perché oltre ad essere un atto gravissimo nei confronti della maggior parte dei bambini della classe e della scuola in questione (quella di via Giussani nel popoloso quartiere di Rebbio alla periferia meridionale della Città di Como, ndr) rischia di diventare un altro caso nazionale, come quanto è successo con il burqa a Drezzo. Siamo di fronte ad un evento esecrabile, ad una vera e propria violenza sui bambini comaschi, lombardi ed italiani che frequentano la scuola in questione. Sono veramente allibito perché se dobbiamo nascondere Gesù Bambino per fare un favore a chi è ospite nella nostra terra, allora è meglio smettere di fare qualsiasi attività politica. L'unica cosa che dovrebbe fare quel docente che ha imposto una cosa del genere è dimettersi». Il dirigente scolastico Pasquale Capria ha difeso, d'ufficio, l'operato dell'insegnante che ha preso «sua sponte» il provvedimento di storpiare una canzone di Natale per evitare problemi con gli allievi islamici. «Si è agito così – dice il preside – per rispondere alle sollecitazioni del ministero all'Istruzione che chiede continuamente di favorire l'integrazione degli alunni extracomunitari e di altre religioni. Dal punto di vista personale posso garantire che non ero a conoscenza del provvedimento di cambiare il testo della canzoncina, e se me lo avessero chiesto avrei detto che sarebbe stato meglio non cambiare nulla». Anche il sindaco di Como, Stefano Bruni, venerdì, in occasione della cerimonia di consegna delle civiche benemerenze «Abbondino d'Oro 2004» ha preso posizione su questo fatto. «Non mi sembra il caso – ha detto Bruni – per due bambini islamici cambiare il testo di una canzone in cui veniva riportato il nome di Gesù Bambino. Noi, come città, come società comasca, dobbiamo essere orgogliosi delle nostre origini cristiane; pertanto invito questa maestra, o queste maestre, a rivedere la loro posizione, nonostante le imposizioni del ministero». La notizia dello storpiamento della canzoncina di Natale, ha suscitato in città una levata di scudi. Una bufera nata dal tentativo di tutelare due bambini extracomunitari, le cui famiglie peraltro non avevano avanzato richieste di correzione delle canzoncine.
(domenica 5 dicembre 2004)
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