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  1. #1
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    Post Bibliografia libertaria (leggasi: corso di aggiornamento per Pippo III )

    Immaginate che il sottoscritto sia stato ibernato per un lungo periodo.
    Le sue conoscenze bibliografiche arrivano, piu' o meno, a questo punto
    http://utenti.lycos.it/libertarismo/

    Cosa, secondo voi, si deve aggiungere?


    Sa£udi serenissimi da Pippo III.

  2. #2
    VERITAS LIBERABIT VOS
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    Un grande ritorno!

    Sa£udi libertari Pippo III


  3. #3
    Araldo
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    Pippo, nel suo genere la tua bibliografia è molto ricca, ma, non so se ho letto bene, mi pare che manchi un testo che per me è una pietra miliare: "Anarchia Stato ed Utopia" di Robert Nozick, poi un altro libro molto interessante che fu tra le mie prime letture: "Pionieri di Libertà" di Rudolf Rocker, magari nell'edizione Antistato con il Saggio di Ronald Creag. Sullo Stesso tema esistono diversi saggi del mio vecchio amico il Professor Antonio Donno dell'Università di Lecce, come ad esempio: "La Sovranità dell'Individuo" (AA VV Edizioni Lacaita).
    Per te, che mi sembri apprezzare il secessionismo ed il Secessionismo individuale, ti suggerirei di affiancare a "Fragole e Dinamite" un altro libro con una storia vagamente simile ma ambientata negli anni '50 nel Salento: "La vera Vita di Michele Mulieri" (GAlzerano Editore).
    Più in generale mi pare ci sia una certa assenza dei classici dell'Anarchismo, soprattutto l'essenziale Max Stirner: "L'Unico e la sua Proprietà".

  4. #4
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    Secondo me Stirner è controproducente. Il che non significa che non vada letto, ma a mio avviso non lo si può in alcun modo assimilare al pensiero libertarian.

    Per Pippo: appena ho tempo vedo se riesco a fare un update

  5. #5
    Araldo
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    Ari6 Ammetto che le opinioni su Stirner siano discordanti, sia in ambito anarchico classico che tra i "libertarians", specie la dove vi è ignoranza e superficialità di giudizio su Stirner.

    Stirner è un elemento essenziale per l'individualismo, Stirner è il primo vero nemico dello Stato, non dico solo dello Stato come lo immaginiamo noi, nei nostri attuali canoni mentali, ma universalmente come qualsiasi generica imposizione all'individuo.
    Pur ricordando che Stirner fu il primo traduttore in tedesco delle opere di Adam Smith e Jean-Baptiste Say (il che mi pare eloquente); per me il limite di Stirner, che lo rende di dubbia interpretazione, è quello di essersi impegnato quasi esclusivamente nella demolizione filosofica delle ideologie, sia quelle socialiste che quelle liberali, ma bisogna ammettere che l'impegno di questa demolizione era e resta ancora imponente. Ma appunto per questo Stirner è da considerarsi fondamentale, per aver rimesso in discussione tutto, individuo per individuo: "Io fondo la mia Causa su me stesso" scrisse emblematicamente all'inizio della sua massima opera. Non si tratta quindi di Nichilismo, che fonda la propria filosofia sul nulla (come sostiene chi disprezza l'individuo), Stirner fonda invece la propria filosofia su un qualche cosa di ben concreto: sull'individuo anzichè su tante astrazioni (dei, idealismi, moralismi o popoli...). Si tratta appunto del fondamento dell'individualismo, e certo non si può pensare di edificare una costruzione nuova e solida se non si demoliscono i ruderi di ieri per far spazio a nuove fondamenta, non si può pensare di costruire una filosofia individualista se non si inizia col liberare totalmente il proprio EGO da ogni moralismo.
    Certamente non ci si può fermare ai fondamenti, quindi non ci si può fermare a Stirner, come hanno fatto molti dei miei amici Stirneriani.
    A differenza di ciò che afferma ARI6, i rapporti tra Stirner e l'anarchismo Americano sono molteplici a partire dal libertarismo americano delle origini, cioè a cominciare da "L'Unico e la sua Proprietà", dove Stirner espresse ammirazione per la Società dei Pionieri del Far west (a lui pressochè contemporanea), per andare all'interesse che suscitò nei libertari americani di inizio XX Secolo (soprattutto in Bejamin R. Tuker) fino ai giorni nostri tra minarchici come Robert Nozick ed i libertarians come Murray Rothbard.

  6. #6
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    La tesi che vede uno Stirner non nichilista mi pare almeno forzata.
    "Liberare l'ego dai moralismi" cosa significa se non il più orribile dei non-pensieri? gli è che il nichilismo non è "fondare il proprio pensiero sul nulla", ma rifiutarsi di fondarlo sul bene. Il problema è che ciò che non è bene (i diritti naturali) è male.
    Questo Stirner non lo capisce, ed è per questo che a mio avviso non può aver niente da spartire con il pensiero libertarian, il quale annovera tutt'altre radici (piaccia o no, in gran parte cattoliche).

  7. #7
    Araldo
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  8. #8
    Araldo
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    "Liberare l'ego dai moralismi" cosa significa se non il più orribile dei non-pensieri?
    La più pura delle non-imposizioni!

    rifiutarsi di fondarlo sul bene.
    Sei un moralista perbenista ARI6 e francamente non so come e quanto questa tua qualità possa essere compatibile con la libertà degli altri.
    Dimmi un po' ad esempio chi decide qual'è "il bene"? Tu, Dio o quell'altro perbenista comunistoide di Gian_Maria?
    Il perbenismo va rifiutato in tronco da qualsiasi parte provenga.
    Il "bene" di Gian_Maria non corrisponde al nostro bene, ma anche il nostro "bene" non corrisponde al "bene" di Gian_Maria. Allora il "bene" non è un valore universale (a differenza della Libertà) e quindi al fine della libertà di ciascuno è opportuno che ciascuno si tenga il proprio "bene", il proprio moralismo senza rompere i coglioni agli altri. Questa è la filosofia spicciola che, per non essere troppo spicciola necessita dell'insegnamento di Stirner.

    Il problema è che ciò che non è bene (i diritti naturali) è male.
    Non so se ti rendi conto che questa affermazione è pura tautologia.

    Questo Stirner non lo capisce, ed è per questo che a mio avviso non può aver niente da spartire con il pensiero libertarian, il quale annovera tutt'altre radici (piaccia o no, in gran parte cattoliche).
    Lascialo decidere a ciascun Libertarian se c'è qualcosa da Spartire o no con Stirner... certo c'è chi come Piombini, che non avendo fatto il minimo sforzo per capire Stirner, o non essendo abbastanza Libertario (ma Palleo-libertario), si fa il segno della croce appena ne legge il nome... altri no... pur essendo appena dei Minarchici se non addirittura dei Liberisti (penso ad esempio al Pareto come esempio di economista italiano che apprezzava Stirner ed è ancora apprezzato dagli Stirneriani persino più estremisti).
    Riguardo al rapporto tra il movimento libertarian ed il mondo cattolico invece mi viene da sorridere di quell'irrisione sintetizzata dal soprannome con cui ho battezzato questa nuova corrente "Palleo-libertaria"...
    Guarda caso il movimento libertarian nasce e cresce dalla cultura "protestante" dei paesi anglosassoni, all'ombra della mentalità del "Pecca fortiter set crede fortius!", a differenza della cultura socialista più affine alla mentalità dei paesi Bigotti Cattolici latini e neolatini.
    Piuttosto a proposito di Capitalismo, non so se ne sei a conoscienza ma il Papa e la Chiesa Cattolica lanciano Strali ed Anatemi (da Sempre), additando la società Capitalista come il Diavolo in persona.... e tu vorresti affiancare l'Anarco-Capitalismo al cattolicesimo?
    Ma guarda che con questa tua "Verità capovolta" commetti eresia!
    Non lo dico per me figurati... io odoro di zolfo da quando son nato... ma lo dico proprio per il Cattolicesimo!

    ARI6 CHE EMPIO!

  9. #9
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    Renzo, ti ringrazio per le belle parole - se non ci fossi tu a ricordarmi che sono un perbenista, certe volte potrei entrare in crisi - ma vorrei ricordarti che non è molto furbo rimproverare certi libertari perchè a tuo avviso conoscono poco un autore eppoi ignorare volutamente l'enorme mole di letteratura che fa ricondurre il libero mercato al cattolicesimo.
    In ogni caso, se vuoi "toccare con mano" la prova che l'avversione al mercato della Chiesa è solo una superstizione, puoi facilmente procurarti il compendio della dottrina sociale, in libreria da qualche tempo.
    Quanto al concetto di bene, ribadisco che non se ne può fare a meno: e il bene "minimo", in qualsiasi civiltà che possa dirsi tale, è ovviamente riassumibile nell'assioma di non aggressione, cioè nella libertà. Stirner questo assioma non lo considerava valido, per questo non era un libertario.

  10. #10
    Araldo
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    In ogni caso, se vuoi "toccare con mano" la prova che l'avversione al mercato della Chiesa è solo una superstizione, puoi facilmente procurarti il compendio della dottrina sociale, in libreria da qualche tempo.
    Ma quale Superstizione! Superstizioso è San'Agostino (figura di poco conto?) che ha definito il Denaro "Sterco del Diavolo"... quanti altri esempi concreti vuoi che ti porto sui precetti ed anatemi Cattolici contro la cosiddetta "Usura", contro l'arricchimento, contro il capitalismo etc. etc.
    Ma va là... guarda che ho proprio sottomano "CENTESIMUS ANNUS", vuoi che inizio a sparare un po' di citazioni?
    Quando uscì quest'enciclica, scrissi appunto un bell'articolo (credo su Sicilia Libertaria) dal titolo "CENTESIMUS ANNUS, MILLESIMA FRODE" che piacque molto agli anarchici anticlericali del circolo papini. Citato anche dalla mitica firma "DADA KNOR" sul settimanale anarchico "Umanità Nova".

    Quanto al concetto di bene, ribadisco che non se ne può fare a meno: e il bene "minimo", in qualsiasi civiltà che possa dirsi tale, è ovviamente riassumibile nell'assioma di non aggressione, cioè nella libertà. Stirner questo assioma non lo considerava valido, per questo non era un libertario.
    Questo lo dice solo chi non ha letto o non ha capito Stirner.

 

 
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