Non ho capito niente di niente, l'ho trovata per caso
E LA LEGA SCOPRÌ IL VENETO NASCOSTO NELL’AGRO
Le analogie rilevate dal centro studi del partito del nord tra due mondi che erano distanti e invece sono la fotocopia l’uno dell’altro. Le iniziative per riprendersi gli spazi di tempo perduti, e la lingua conserva la memoria dei misteri.
Lidano Grassucci (08 dicembre 2004)
Quelli della Lega Nord capirono subito che c’era qualcosa di anormale, qualcosa che usciva dai canoni ordinari. Ad uno della direzione del partito era capitata tra le mani la storia di Giulianello. “una delle tante fregnacce che scrivono i romani”, era stato il suo commento all’inizio. Un commento non esplicitato ma pensato. Che mai potevano fare di buono quei terroni. Poi è andato a leggere, perché va bene essere leghista, ma anche i leghisti sono curiosi. Sul testo si parlava delle genti protovenete della pianura, di quei veneti che accosero a cavallo tra il quattrocento ed il cinquecento gli spagnoli che cercando l’america sbagliarono rotta e svarcarono a Fogliano.
“Ma chi sono questi?” si domandò il solerte funzionario, e chi è sto Carturan che li comanda.
Forse è il caso di raccontare tutto a Bossi, di far sapere al capo che la teoria della razza padana ha qualche problema, perché nella storia non risulta di questi protocispadani.
Poi che ci facevano oltre il Po, e manco di poco? Come erano arrivati li sotto, tutta la storia della Padania nasceva dal mito del celti e sostenere che i celti erano passati per Velletri.
Magari bisognava ripetere il rito dell’ampolla, che si tiene alle sorgenti del Dio Po, al lago di Giulianello… Però per gli scenziati le teorie sono valide se ai dubbi si risponde con tesi nuove. I celti scesero fino nella pianura padana, ma alcuni di loro si ingegnarono e provarono a navigare sottocosta, scendendo partendo dalla laguna veneta scivolarono in una dimenmsione che pareva il regno di Odino, anche perché la nebbia fitta nascondeva ogni riferimenti. Il nostro gruppo di Celti guidato da un tale Carturanic, per via di una carta che aveva e che negava a tutti, una carta che pare gli avesse lasciato il nonno e più in là nei ricordi non andava, perché non sapeva. Stava in mezzo alla nebbia Carturanic e guidava i suoi, ma non sapeva dove per via di quella nebbia fitta. Navigarono per giorni e giorni, intere notti. Tanto che anche l’acqua era finita. Tutto questo fu narrato da un bardo che fece di Carturanic una leggenda, una tradizione orale che il funzionario della Lega riscontrò in una raccolta di leggende della val Brembana. Non aveva mai fatto caso a quella storia, gli studiosi della lega la consideravano solo una ripetizione mnemonica e quindi storpiata dell’Odissea. Invece? La storai sul giornale degli spagnoli che sbagliano strada e trovano invece che gli indiani i cispadani, riapriva il caso. Perché ogni tanto dal Veneto partono genti per andare in Agro Pontino? Perché ogni tanto si torna indietro. Perché questa venerazione forte, senza dubbi per Sant’Antonio da Padova, anche prima dell’ultima migrazione veneta? Perché all’Italia i veneti hanno dato lo “sciao” che è diventato “ciao” (che poi è stata pure la mascotte dei campionati mondiali di calcio). “Sciao” significa “suo schiavo, sono “solo” a sua disposizione”. E’ lo “schitto” di Sezze, che significa soltanto. Anche se i cispadani della pianura pontina hanno riportato questa espressione autoctono a “schitto”, la cacca delle galline. Comunque sia l’intreccio linguistico c’è, è evidente. Le galline vivono in Padania nel “punaro”, sono uccelli che si concentrano in un luogo, l’”appollo” dei Lepini. A Pavia, nel centro studi della Lega ormai non si parla d’altro. “Ma come siamo imparentati con quei papalini, mezzo napoletani?”. Poi c’è quella storia che nessuno vuole dire, ma tutti sanno. Una terra d’acqua dove sopra hanno fatto una città, la più bella città del mondo. Venezia, la serenissima, sta sull’acqua e Latina era “già palude”, due città realizzate sull’acqua in un continente che di queste città ne ha solo tre (l’altra è Amsterdam). Le Venezie sono tre, tra cui quella Giulia, che si trova al nord di Venezia, guarda Venezia. A Nord di Latina c’è Giulianello. A sud di Venezia c’è Rovigo con piattume segnato da canali, come piatta e con i canali di terra nera è la Roana. Un Veneto in miniatura, un Veneto in scala. Venezia è andata per il mondo, da Fondi ogni giorno la frutta va per il mondo. Quindi? Quelli della Lega stanno studiando, non possono lasciae i loro soli, debbono andarseli a prendere, debbono fare qualcosa. Hanno cercato più volte di contattare gli amministratori pontini che sono invece di Sermoneta e non vogliono ricordare queste storie, per fare da soli.
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