A Ghedi il gazebo può stare solo in periferia



GHEDI (Ghét) - «Basta gazebi in piazza, basta banchetti. Al massimo una postazione fuori paese». Specialmente se i banchetti in questione sono quelli della Lega Nord. Sembra essere questo il nuovo corso dell’amministrazione comunale di Ghedi, sesto comune della provincia di Brescia, in fatto di democrazia e di libertà d’espressione. Amministrazione, non è nemmeno il caso di dirlo, targata Ulivo (o Gad, fate voi), con assessore competente targato Ds.
Ma facciamo un passo indietro: si tiene tra volte l’anno a Ghedi - come spiega Gianluigi Boselli, consigliere comunale del Carroccio - una manifestazione dei commercianti con banchetti e associazionismo in piazza. «Uno di questi appuntamenti è tradizionalmente per la domenica che precede Santa Lucia (festa che nel Bresciano, come altrove in Padania, è importante come e più del Natale. Almeno per i bimbi, ndr) e come sempre abbiamo fatto richiesta per un gazebo nostro - racconta Boselli - Senza pretendere di metterlo in mezzo ai banchetti dei commercianti, ci saremmo accontentati di una posizione appena defilata rispetto alla piazza«.
Ma questa volta, nisba. «I commercianti non vogliono la politica in mezzo a loro», avrebbe risposto l’assessore di cui sopra. E alla richiesta di avere nero su bianco il diniego per il gazebo, ecco allegato il permesso per piazzarlo sì, ma fuori dal perimetro del centro storico. Ossia, a quattro, cinque chilometri dal centro. «La piazza è l’unico luogo dove l’opposizione può far sentire la sua voce - si lamenta il consigliere leghista - se ci tolgono anche quella, come facciamo a dire la nostra». Oggi intanto la Lega ha organizzato una conferenza stampa per denunciare l’accaduto, alla quale prenderanno parte anche gli altri gruppi d’opposizioni, Rifondazione compresa. «La libertà d’associazione e di espressione sono garantite dalla Costituzione, impedirci di tenere un gazebo in centro per raccogliere le firme (in questo caso contro l’ingresso della Turchia in Europa, ndr) è impensabile».
Anche perché non è la prima volta che accade: successe pochi mesi fa, in primavera, in occasione della campagna elettorale: niente gazebo in centro storico per raccogliere firme contro la sparata di Fini sul voto agli immigrati.
E questi commercinati, è vero che non vogliono che la politica si mischi ai loro banchetti? «Non tutti, certo, ma parecchi effettivamente fanno mostra di non gradire la politica - spiega Boselli - Anche se per le loro manifestazioni i soldi pubblici li gradiscono. Poi ce ne sono di quelli che ci vedono molto di buon occhio, perché sanno benissimo che la Lega Nord è l’unico partito che li ha sempre difesi contro la concorrenza sleale, sulla questione delle tasse, e così via. Ma molti preferiscono gli ambulanti cinesi, gli stessi che portano loro via il lavoro».
Insomma, la situazione a Ghedi è confusa. Di chiaro c’è solo una cosa: che il Comune, nero su bianco, ha negato a un gruppo politico la possibilità di svolgere pacificamente la sua opera in mezzo ai cittadini.
Ro. P.
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[Data pubblicazione: 11/12/2004