Pagina 3 di 24 PrimaPrima ... 23413 ... UltimaUltima
Risultati da 21 a 30 di 233

Discussione: Il Gulag

  1. #21
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da LIBERAMENTE
    Fascio è chi fascio fa, in questo caso attento perchè lo stai facendo . Ariel è un liberale, frequentava il forum liberalismo qualche mese fa, poi il forum è caduto in disgrazia. Gli ho solo ( legittimamente - sono cavoli miei...tu che vuoi? ) chiesto di venire a darci una mano, dato che ne ho apprezzato sempre le idee e la vocazione "anticomunista".
    Sei troppo impiccione, ma ti perdono perchè è Natale......
    Ariel è un fascistone tra i più beceri di POL, e se non sei riuscito ad accorgertene significa che proprio non ci vedi.

    Ma tu pensi che sia liberale solo perchè ha scritto "liberale" nel sottotitolo.

    Dare una manio a fare che?

  2. #22
    المملكة الأردنية الهاشمية
    Data Registrazione
    03 Dec 2004
    Località
    Bologna
    Messaggi
    890
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In origine postato da Ragioniamo!
    Si, nella seconda guerra mondiale sul fronte orientale era normale perchè nessuno aveva rispettato le regole di guerra. Così come i bombardamenti alleati sulle città italiane e tedesche erano normali perchè avevano iniziato i tedeschi a Coventry.
    1) I BOMBARDAMENTI SONO INIZIATI A LONDRA, COVENTRY E' VENUTA DOPO DELLE SETTIMANE DAL PRIMO BOMBARDAMENTO SULL'INGHILTERRA!

    2) LO SAPEVI CHE PER UN ATTENTATO CIVILE (CIOE' PARTIGIANO) CONTRO LE PROPRIE TRUPPE ERA REGOLA DI TUTTI GLI ESERCITI (E DICO TUTTI, GLI AMERICANI L'HANNO APPLICATA IN ORIENTE) UCCIDERE 10 CIVILI PER OGNI PROPRIO SOLDATO MORTO. NON ERA UNA REGOLA SOLO TEDESCA... COME TI FANNO CREDERE A SCUOLA!
    Heinrich82

  3. #23
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il Gulag

    In origine postato da Mantide
    I gulag? Per il tiranno erano un grande affare
    (ilmessaggero)

    di MARIA FERRETTI

    Mosca - SONO sei imponenti volumi, rilegati in rosso scuro, circa 700 pagine l’uno:è la monumentale Storia del Gulag staliniano , in arrivo in questi giorni nelle librerie russe. L’opera, patrocinata dall’Archivio di Stato della Federazione russa (Garf) e dall’Istituto Hoover per la guerra, la rivoluzione e la pace (Usa), è il risultato di anni di ricerche di un’équipe di studiosi e archivisti, in maggioranza russi, e rappresenta uno strumento essenziale per poter infine ricostituire la storia dell’universo concentrazionario sovietico in tutti i suoi aspetti. Per la prima volta, infatti, sono sistematicamente raccolti e presentati i documenti più importanti che regolarono la vita del Gulag, dal momento della sua fondazione, nel 1929 - anno in cui Stalin, sconfitte tutte le opposizioni, divenne il dittatore assoluto del Paese dei soviet – fino alla metà degli anni Cinquanta, quando, dopo la morte del tiranno (1953), il sistema concentrazionario staliniano venne sostanzialmente smantellato.

    I documenti inediti delle violenze

    I documenti, quasi tutti inediti, permettono di dare una risposta a domande vivacemente discusse fra gli studiosi - sull’importanza economica del Gulag, per esempio - e chiarire molti punti finora oscuri, come l’organizzazione della vita interna dei campi.

    Il primo volume, curato dallo storico francese Nicolas Werth e dal direttore dell’Archivio di Stato, Sergej Mironenko, ricostruisce la storia delle repressioni staliniane, mettendone in rilievo le diverse ondate. La prima, di grande violenza, venne scatenata con la collettivizzazione forzata delle campagne iniziata nel 1929: per spezzare la disperata resistenza dei contadini, costretti a abbandonare i loro miseri averi per entrare nelle fattorie collettive, i kolchozy e i sovchozy, fu messa in atto, all’inizio del 1930, la “dekulakizzazione”, che portò all’arresto e alla deportazione di milioni di contadini, spediti a colonizzare le terre deserte e inospitali della Siberia o nel Gulag. Proprio i contadini, colpiti da tutta una serie di leggi repressive - come quella per la difesa della proprietà socialista, nel 1932, che puniva con 10 anni di lager le madri che rubavano un pugno di grano per nutrire i figli affamati – costituivano in effetti nel 1935 quasi il 90 per cento dei prigionieri.

    La seconda ondata fu il “Grande Terrore” del 1937-1938. La scure delle repressioni si abbatté allora sulle opposizioni politiche, vere o presunte. Fu allora che venne annientata la vecchia guardia bolscevica. Fu allora che furono sterminati in massa i quadri dell’Armata Rossa, dai generali ai semplici comandanti. Fu allora che vennero fatti fuori i dirigenti del partito e dello Stato di tutti i livelli, sospettati di non essere del tutto fedeli a Stalin. La violenza repressiva, dopo una breve pausa per la guerra, si scatenò di nuovo già nel 1944, quando tutta una serie di popoli (fra cui i ceceni), sospettati di aver collaborato col nemico, furono deportati in massa, e proseguì per ondate successive nel dopoguerra.

    Finirono allora nel Gulag i prigionieri di guerra rimpatriati, gli ex partigiani, tutti i “sospetti” di nutrire simpatie nazionaliste dei territori annessi (baltici, polacchi, ucraini...) e naturalmente tutti gli “asociali”, una categoria che si era venuta estendendo fin dagli anni Trenta per punire i comportamenti bollati come devianti, come arrivare in ritardo a lavoro, per esempio. Proprio agli inizi degli anni Cinquanta, il Gulag toccò la sua massima estensione, con quasi due milioni e mezzo di anime.

    La selezione dei carcerieri

    l secondo volume, curato da Nikita Petrov, di Memorial, è dedicato invece a ricostruire la formazione e l’evoluzione del Gulag, mettendo in luce il complesso intrecciarsi delle funzioni punitive ed economiche. Interessantissimi i documenti sul personale del Gulag, sui carcerieri dell’universo concentrazionario, con i criteri di selezione stabiliti dal ministero degli interni (Nkvd) e con i programmi delle scuole per prepararli al loro futuro mestiere. Quel che emerge sono le continuità, ma anche le discontinuità, del Gulag rispetto al sistema repressivo messo in piedi da Lenin dopo la rivoluzione. La politica di rieducazione verrà abbandonata nel 1929, quando, con la svolta verso l’industrializzazione, si darà invece la priorità alla possibilità di utilizzare il lavoro forzato dei detenuti per la costruzione economica del socialismo: e da qui nascerà il Gulag. Proprio a questo aspetto del Gulag, alla sua funzione nell’industrializzazione staliniana, è dedicato il terzo volume, certamente uno dei migliori e più originali. L’autore è Oleg Chlevnjuk, forse il più brillante della nuova generazione di storici russi che si occupano dell’Urss. Fin dall’atto della sua fondazione, al Gulag erano stati infatti affidati compiti economici di primaria importanza: colonizzare le regioni più lontane e desolate del Paese, spopolate ma ricche di preziose materie prime – dal legname all’oro, dal nichel ai diamanti - al fine di poter sfruttare, grazie al lavoro gratuito dei detenuti, le ricchezze naturali del Paese. Il lavoro forzato offriva molti vantaggi, ma aveva però un grave difetto: la produttività del lavoro schiavistico era ineluttabilmente bassa. Proprio questa sarà del resto una delle ragioni che porteranno ad abbandonare il sistema. Il quarto volume è dedicato alla vita quotidiana del Gulag. Qui sono accolti i documenti più importanti che consentono di ricostruire il numero delle vittime – calcolo assai complesso, nonostante lo zelo con cui responsabili di ogni grado inviavano a Mosca i loro rapporti, se non altro perché, per ricevere maggiori finanziamenti statali, i comandanti dei campi avevano interesse a gonfiare le cifre dei prigionieri, includendo nelle loro puntigliose statistiche anche le “anime morte”. La mortalità era assai variabile, secondo dei campi e dei periodi. Quel che emerge tuttavia dai documenti è la volontà del centro di assicurare ai detenuti un minimo per consentirne la sopravvivenza e l’uso come forza lavoro (alimenti, vestiti), minimo che veniva spesso a mancare per la diffusione dei furti a tutti i livelli della gerarchia dei carcerieri. Questa volontà di preservare la forza lavoro, nonché di “rieducarla” – non c’era campo senza le sue brigate di agitazione e i suoi spettacoli teatrali – è, assieme alle funzioni economiche affidate al Gulag, uno degli elementi di differenza fondamentali rispetto al sistema concentrazionario nazista. Parola di storici.
    In realtà la repressione terroristica di Stato e anche la formazione di campi di concetramento e di lavoro sono più....antichi.....del 1929 e dello stalinismo, e risalgono all'epoca "gloriosa" di Lenin. Certamente in epoca staliniana, e soprattutto negli anni trenta, Stalin con i suoi complici......

    Shalom

  4. #24
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In origine postato da Claude
    Ariel è un fascistone tra i più beceri di POL, e se non sei riuscito ad accorgertene significa che proprio non ci vedi.

    Ma tu pensi che sia liberale solo perchè ha scritto "liberale" nel sottotitolo.

    Dare una manio a fare che?
    l'equazione dei comunisti: anticomunista=fascista

    saluti liberali

  5. #25
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito


    Un Gulag in Siberia negli anni del Grande Terrore nell’Urss staliniana

    Mille italiani nell’Arcipelago Gulag
    Riemerge la storia di una deportazione dimenticata tra il 1919 e il 1951

    Nella freddezza scientifica di schede, nomi e fotografie, la storia di una deportazione dimenticata. Una deportazione italiana: questo è il sito web Storia del Gulag (www.gulag-italia.it) realizzato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e dal Centro Studi Memorial di Mosca, il primo mai realizzato in lingua italiana. È composto da due parti: la prima è dedicata alla storia del gulag in generale e si compone a sua volta di quattro sezioni: Cronologia (schede sui principali avvenimenti storici legati alle repressioni in Urss dal 1917 fino alla caduta del Muro); Approfondimenti (come funzionavano i lager, dove erano, quando sono entrati in attività); Carnefici, con l’elenco dei principali responsabili ed esecutori delle repressioni; Vittime, sezione in cui si trovano alcune biografie esemplari di detenuti. La seconda parte del sito è dedicata più specificamente agli italiani nel gulag. Vi è un’introduzione sulla storia dell’emigrazione italiana in Urss, una bibliografia scelta, un elenco degli archivi consultati, ma, soprattutto, una vera e propria banca dati sulle v ittime Italiane: 960 schede bibliografiche accompagnate da fotografie. 960 storie, coi percorsi professionali e politici, le circostanze dell’arresto, il destino dopo la condanna. Scientificamente, è la storia di una deportazione dimenticata.

    Il Terrore Rosso non è un’etichetta data per comodità ad un periodo della Storia dell’Urss. Fu, banalmente, una legge dello Stato, datata 2 settembre 1918, tre giorni dopo l’attentato a Lenin. Da quel giorno in quel Terrore, durato decenni e drammaticamente simbolizzato dalla parola "gulag", ci finirono per legge centinaia di migliaia di persone. E ci morirono. Ora si sa con assoluta certezza che in quell’arcipelago Gulag, di cui Alexander Solzhenitsyn fu poi il primo a raccontare gli orrori in «Arcipelago Gulag» , si parlava anche italiano. Di tutti di quei deportati, di tutti quegli arrestati (molti dei quali erano fuggiti dall’Italia fascista perché convinti di trovare nella lontana Russia la città del sole) parecchi furono italiani. Novecentosessanta, per la precisione, ma si pensa che tracce di almeno altre 200 persone giacciano ancora sepolte negli archivi dell’ex Urss. I nomi, le biografie, addirittura le fotografie di questi italiani (portano cognomi come Leonetti, Cerquetti, Maestrelli, Bruzzone, Lotti, Ferroni) sono da oggi raccolte in un sito internet ("www.gulag-italia.it" ) di straordinaria levatura sia per la serietà della documentazione scientifica su cui si basa, sia per l’immenso lavoro portato (quasi) a termine per la Fondazione Feltrinelli da tre ricercatrici: Francesca Gori, Emanuela Guercetti, Elena Dundovich. Nella sede della Fondazione a Milano, davanti a decine di parenti di quegli italiani di cui il sito riporta la tragica storia, le tre studiose hanno presentato il loro lavoro. Ed è stato silenzio. E applausi, commossi, da parte dei presenti. Applausi per una fatica che anche se non è finita, anche se ha risvegliato dolori lontani, per quanto tragica è stata accolta con gratitudine, richiesta con sempre maggiore insistenza. Furono un migliaio gli italiani che tra il 1919 e il 1951 subirono una qualche forma di repressione (ma gli anni più bui furono quelli del Grande Terrore, 1937-1938). Per il solo fatto di essere italiani. «Erano in gran parte marittimi - hanno spiegato le studiose - oppure dirigenti, impiegati, operai che lavoravano in fabbriche che la Fiat aveva voluto in Unione Sovietica. Oppure, paradossi della Storia, fuoriusciti dall’Italia di Mussolini per motivi politici». Tutti vennero arrestati in quanto italiani. L’accusa? «Stalin li riteneva spie». Fu più che sufficiente per fucilarli dopo processi sommari, o per deportarli nei gulag siberiani. Luigi Caligaris, per esempio - ha riferito Emanuela Guercetti, ripercorrendo sul sito la storia di questo italiano lontano - era un vecchio militante del Pci. I dirigenti di Mosca decisero di espellerlo in quanto simpatizzante di Bordiga. Venne processato in quanto colpevole di appartenere «ad un’organizzazione controrivoluzionaria trozkista», tre anni di confino, quindi altri 5 anni da scontare nel gulag di Sevvostok. Ma non li scontò: venne fucilato poco dopo essere arrivato nel campo di lavoro in cui era stato deportato. «Ciò che più ci ha colpito, e che reputiamo maggiormente grave - ha affermato Francesca Gori, della Fondazione Feltrinelli - è che per quanto riguarda il caso italiano la repressione passò attraverso la collaborazione dei dirigenti del Pci. Di fatto erano questi dirigenti che, fornendo le relative "schede" biografiche al Komintern, condannavano alla deportazione o alla fucilazione quei loro connazionali». La persecuzione italiana vide coinvolti anche dei non politici: come il personale italiano che lavorava alla fabbrica di cuscinetti a sfera Riv di Mosca, costruita nel 1931 e interamente sotto il controllo della famiglia Agnelli. Costoro (gli operai Antonio Ongaro, Ludovico Garaccioni, Dante Corneli e una decina di altri) furono ingoiati dal Grande Terrore, quello che Stalin pianificò a partire dal 1937. Uccisi perché considerati per legge «elementi antisovietici». Fino al 17 novembre 1938, quando il Grande Terrore mise fine a se stesso. Si legge nella risoluzione del Poljtburo emanata quel giorno: «Da oggi sono vietate le operazioni di arresto e di confino di massa».

    Luciano Clerico

  6. #26
    Betelgeuse
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da ariel

    «Ciò che più ci ha colpito, e che reputiamo maggiormente grave - ha affermato Francesca Gori, della Fondazione Feltrinelli - è che per quanto riguarda il caso italiano la repressione passò attraverso la collaborazione dei dirigenti del Pci. Di fatto erano questi dirigenti che, fornendo le relative "schede" biografiche al Komintern, condannavano alla deportazione o alla fucilazione quei loro connazionali».
    E io resto colpita dal fatto che degli studiosi possano esserne colpiti. L'acquiescenza pressoché totale dei vertici del Pci di allora nei confronti del grande padre sovietico non è certo un mistero...fosse stato per Togliatti, Trieste sarebbe finita da un pezzo nel paradiso dell'Europa rossa.

  7. #27
    smrt fašismu
    Data Registrazione
    23 Mar 2004
    Località
    Socijalisticka Federativna Republika Jugoslavija
    Messaggi
    2,947
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Si dice Trst, e comunque dopo la rottura di Tito con il Cominform Togliatti e il PCI trstino furono tra i più accesi sostenitori dell' "italianità" di Trst.
    Detto questo, il gulag titoista (Goli Otok) era ben più duro di quello staliniano.

  8. #28
    smrt fašismu
    Data Registrazione
    23 Mar 2004
    Località
    Socijalisticka Federativna Republika Jugoslavija
    Messaggi
    2,947
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In origine postato da willy
    ma che bello! peccato non esserci finito nel gulag! mi ricordi un po' berlusconi e i dissidenti mandati in vacanza al confine... non posso credere che tu pensi davvero quanto scrivi.
    Mah, Buon Natale comunque
    io non è che scrivo quello che penso, descrivo la verità storica.
    Il Gulag è infinitamente meno peggio del carcere.

  9. #29
    Conservatore
    Data Registrazione
    30 Apr 2004
    Località
    Sponda bresciana benacense
    Messaggi
    20,196
     Likes dati
    67
     Like avuti
    186
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Questa mi è nuova...
    Forse il gulag è meglio del carcere cubano (non ci giurerei) ma pensi davvero che il sistema carcerario di uno Stato DEMOCRATICO sia anche solo lontanamente paragonabile a un campo di lavoro forzato stile gulag?

  10. #30
    Betelgeuse
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da veterokom
    Si dice Trst, e comunque dopo la rottura di Tito con il Cominform Togliatti e il PCI trstino furono tra i più accesi sostenitori dell' "italianità" di Trst.
    Detto questo, il gulag titoista (Goli Otok) era ben più duro di quello staliniano.
    Si dice, in quale lingua? (sul resto, inclusa l'italianità di coloro che volevano cedere un pezzo d'Italia ad un altro Stato non commento, mi limito a dire che aver cambiato idea solo *dopo* la rottura di Tito col Cominform dimostra vieppiù quello che ho detto. Per chi non se ne fosse ancora accorto naturalmente.)

 

 
Pagina 3 di 24 PrimaPrima ... 23413 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. GULAG
    Di José Frasquelo nel forum Fondoscala
    Risposte: 19
    Ultimo Messaggio: 09-12-12, 20:53
  2. Ma il gulag tropicale non è un gulag?
    Di Hypersilver nel forum Politica Estera
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 27-01-12, 17:20
  3. Gulag
    Di AvvenireAzzurro nel forum Fondoscala
    Risposte: 37
    Ultimo Messaggio: 29-11-06, 01:52
  4. Gulag...
    Di destracristiana nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 16-11-05, 12:29
  5. I gulag
    Di yurj nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 05-10-05, 11:07

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito