Questa sconosciuta....
i|gnà|via
s.f.
CO mancanza di volontà e di fermezza di carattere, che determina l’incapacità di agire, di fare scelte e sim. | viltà, infingardaggine | accidia, pigrizia
Questa sconosciuta....
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s.f.
CO mancanza di volontà e di fermezza di carattere, che determina l’incapacità di agire, di fare scelte e sim. | viltà, infingardaggine | accidia, pigrizia
Arrivati alle porte dell'Inferno Dante e la sua guida Virgilio si apprestano ad incontrare i primi peccatori, gli ignavi, neppure degni di varcare le porte dell'Inferno.
Capiamo subito la gravità del loro peccato, e la spiegazione della pena che essi subiscono non fa che accentuare ancora più drammaticamente la loro situazione: con una descrizione piuttosto cruda Dante ci spiega che essi sono costretti ad inseguire un vessillo bianco, punti in continuazione da insetti ripugnanti.
Se in altri passi della Cantica il contrappasso non è molto evidente, qui non c'è dubbio: alla sofferenza psicologica di non poter incontrare Dio, si aggiunge il forte dolore fisico, simbolo della viltà di questi individui. Così, come in vita essi rimasero indifferenti a tutto e non si schierarono mai, ora in morte sono destinati ad inseguire un vessillo bianco, simbolo della loro viltà, e vengono punzecchiati da insetti, loro che furono insensibili ad ogni stimolo.
E' evidente il disprezzo che Dante sente per questi individui: non li ritiene neppure degni di entrare nell'Inferno, ed essi non sono voluti dai diavoli né tanto meno dagli angeli, poiché non sono motivo di alcun vanto.
Dante non ha sicuramente nulla da spartire con essi, ed affida a Virgilio la dura sentenza che porta i due protagonisti ad ignorare completamente la schiera: "Non ti curar di loro ma guarda e passa". E' chiaro che dante non li ritiene neppure degni di proferir parola, e non può nemmeno pensare di intrattenersi a discutere con loro.
Sto zitto...zitto....zitto....meglio....