User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 16
  1. #1
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Lettere a un Rivoluzionario - di Stanis Ruinas

    Cari forumisti, lavorando all'Archivio di Stato della mia città, [materiale di qualsiasi categoria dal 1400 al 1980], mi è capitato di visionare numeri vecchi de "La Gazzetta dell'Emilia, la madre delle Gazzette di Modena, Reggio E., Mantova etc. In particolare ho guardato il volume che raccoglie l'anno 1944 e quello del 1945, I-II Anno della Repubblica Sociale Italiana.
    Sfogliando le pagine del quotidiano, ho trovato una serie di Articoli di Stanis Ruinas (che tutti voi conoscete...almeno spero), e di altri camerati socialisti-nazionali. Ho fotocopiato solo quelli di Ruinas del 1944 e li incollo sul forum.

    Saluti

  2. #2
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Gazzetta dell'Emilia
    Giovedì 28 Dicembre 1944 - XXIII - II° Anno della Repubblica.

    Lettere a un Rivoluzionario

    La nostra bandiera

    "Non riesco a capire come mai perchè uomini liberi e di provato senso patrio e d'indubbia probità personale si siano trasferiti al nord e si ostinino a seguire la sorte già segnata di un principio e d'una guerra perduta".
    Queste parole della tua ultima lettera mi hanno fatto l'effetto di un pugno in un occhio. Esse sono la prova che tu sei un rivoluzionario come io sono etiope, e che ha rinnegato il caro amato don Chisciotte, cavaliere d'ogni audacia e del viver fantastico, in favore del suo scudiero sancio Pancia, simbolo e guida dei cavalieri dalla pancia piena. O che i principi e gli amici si seguono solo nella buona ventura, quando c'è da gozzovigliare e da arraffare? O che una bandiera la si sventola solo in pieno solo tra folle tripudianti e non invece tra la tormenta e molti nemici intorno? La tua è una morale da pastasciuttari, non da socialisti che credono nel socialismo e lottano e soffrono per il suo avvento.
    Da che mondo è mondo i veri rivoluzionari preparano l'ambiente, non lo subiscono: combattono contro maggioranze ostili, ben lungi dal preoccuparsi delle ciarle della minutaglia. La rivoluzione non è una manna che piove dal cielo, ma un sovvertimento di sistemi accettati e difesi da caste numerose e da gruppi di interessi particolari. Comodo e facile è gridare viva la rivoluzione. Difficile è farla: perchè farla occorre cozzare contro i muri di cemento armato delle classi abbienti, contro i privilegi economici di casta.
    Coloro che si sono trasferiti al nord e s'ostinano - come tu dici - a seguire i principi nei quali hanno creduto e credono, cosa sono se non rivoluzionari che vanno contro-corrente, sfidando il buon senso dei buzzuri e mettendo a repentaglio la vita? O forse tu preferisci que Fucci o quei Bonturi che al primo soffio di burrasca hanno piantato baracca e burattini e sono passati al lato opposto della barricata con un far da sanluigigonzaga? Un uomo di carattere è sempre degno di rispetto, qualunque sia la sua opinione politica. Nell'uomo il carattere è tutto e conta di più dell'ingegno e della ricchezza. Il fierissimo Vittorio Alfieri, che non si piegò mai nè dinanzi a principi nè dinanzi a re, resta come un esempio per tutti. Vincenzo Monti, grandissimo poeta, che lingueggiò tra sottane e corone, resta, pur lui, come un esempio: ma di girella.
    Se tu osservi bene, ti accorgi subito che gli uomini rimasti saldi alla parete delle loro convizioni sono prevalentemente quelli che dal fascismo hanno avuto più amarezze che dolcezze. I profittatori, i ladri e i ladroni si sono dileguati alla prima libecciata.
    Il venticinque luglio e l'otto settembre, in molti galantuomini , niente affatto fascisti, ma di animo generoso e rivoluzionario, e di profondo senso patrio, si scatenò una vera e propria rivolta: rivolta alla viltà dilagante; rivolta ai gerarconi che, dopo aver ostentato per un ventennio i loro galloni fiammanti, si buttarono tra le braccia dell'antifascismo; rivolta alla borghesia, alla monarchia, all'aristocrazia e alla plutocrazia; rivolta a quei gruppi numerosissimi che dopo aver esaltato per tanto tempo l'alleanza italo-germanica e la Germania più della loro patria, diventarono in un battibaleno mangiatedeschi e anglofili frenetici; rivolta ai generali che non essendo all'altezza dei loro compiti e doveri , disfecero, in un giorno, l'esercito italiano ricco di oltre 4 milioni di effettivi. Rivolta a tutto e a tutti.
    Così sono passati nelle file della Repubblica Sociale vecchi repubblicani e socialisti e anche comunisti puri, cioè non asserviti alla plutocrazia.
    Chi non capisce queste rivolte dello spirito di fronte alla tragedia del nostro paese, non ha animo nè di italiano nè di rivoluzionario, e si mette allo stesso livello di colui che segue la corrente senza sapere perchè.
    Quanto ai principi segnati dalla sorte e alla guerra perduta ti si potrebbe obiettare che i principi hanno radici nella storia, come il fascismo non muoiono per cambiar di venti; che la guerra continua con furia sempre crescente e che la vittoria arriderà al più saldo di muscoli e di cuore, e al più modernamente armato. Ma qui non si tratta di vittoria e di principi, bensì di dignità umana, di onore e di cavalleria. Noi non apparteniamo alla malagente che segue le idee in voga nè alla plebaglia, scefala che corre plaudente dietro il carro trionfatore. Spregiamo i potenti e detestiamo i vili. Aborriamo i farisei e i ribaldi. Soltanto la bontà c'innamora e la fede nobilmente professata ci entusiasma. Per colpa o per merito di certo sangue donchisciottesco che ci ribolle nelle vene, abbiamo parteggiato sempre per i deboli contro i forti, per le idee ardite contro le idee della maggioranza. Siamo nati rivoluzionari e rivoluzionari moriremo. Ma appunto per questo ci ribelliamo all'idea che dei rivoluzionari collaborino direttamente o indirettamente alla conservazione della corona di Giorgio VI, L'inghilterra è il gendarme d'Europa, che da tre secoli intoppa le rivoluzioni europee a suo vantaggio rimettendo in piedi regni crollati e tenendo le file della reazione. Noi siamo convinti che l'Europa non avrà pace nè giustizia sociale finchè l'impero inglese non sarà distrutto. Il più bel giorno della nostra vita di rivoluzionari sarà quello in cui vedremo la corona di sua maestà britannica ridotta in mille pezzi.
    Per il resto sono d'accordo con te.
    La libertà come l'amor di Patria non è un privilegio nè un monopolio di una setta o di un partito o d'un gruppo di partiti, come pretendono i democratici senza democrazia che urlano a Roma.
    La libertà è di tutti o è una finzione. In ogni caso la libertà non esiste e non ha valore senza libertà sociale o senza indipendenza economica.
    Noi uomini di tutte le libertà, eccettuata quella di insultare e barattare la Patria, siamo dichiaratamente e decisamente italiani. Sulla nostra bandiera sono stampigliate tre sole parole: Italia, Repubblica, Socializzazione. Respingiamo tutte le filie: tutte, tranne l'italianofilia, spinta ai vertici della passione.
    Crediamo nel popolo e ci battiamoper la rivoluzione sociale:
    per la rivoluzione sul serio e non da burla come quella di cui cianciano borghesi e capitalisti, frati e clericaletti.
    Respingiamo altresì le manie autonomiste e federaliste che dominano alcuni cervelli bacati dell'Italia controllata dagli inglesi e dagli americani. Viva la repubblica!, certo ma la repubblica di cui parlava Mazzini, una repubblica unitaria, orgogliosa del suo passato, conscia della sua missione nel mondo. Niente fogge e mode e pose straniere. Ma fogge e pose e mode italiane. Tre quarti d'Italia sono ammattiti e fuorviati. Si ha presente la defezione di questo o di quel santone: si dimentica l'esempio di un grande Papa. Giulio II, l'empio di un Ferrucci, l'esempio di un Mazzini. Occorre rinsavire e darci, noi rivoluzionari, la mano nella speranza e con la certezza di rimettere in sesto e in moto questa povera Patria nostra dilaniata e schernita. Il cammino da percorrere è lungo e pieno di spine, ma se la smetteremo di sgolarci gridando viva l'Inghilterra e viva l'America e viva la Russia, ma se ci ficcheremo bene in testa che siamo solo italiani e che ogni possibile salvezza dipende da noi, e non da altri, arriveremo alla mèta, ricostruiremo il paese pezzo per pezzo e col tempo, riprenderemo il nostro posto, il posto che ci compete in seno alle Nazioni vive in una Europa rinnovata.
    Pecchiamo d'eccessive speranze? Vi è un solo grave fallo al mondo: il fallo di chi spera.

    Stanis Ruinas

  3. #3
    ardimentoso
    Ospite

    Predefinito

    ottimo!!!!!!!

  4. #4
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    E' il mio regalo di Natale!

  5. #5
    ardimentoso
    Ospite

    Predefinito

    allora io trascriverò "sulla nuova destra" di taguieff per il natale del....2020

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    28 Mar 2002
    Località
    estremo occidente
    Messaggi
    15,083
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs up

    ottima iniziativa. Chi ha tempo e possibilità, vada in archivi ed emeroteche per recuperare frammenti preziosi della nostra storia e memoria.

  7. #7
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Gazzetta dell'Emilia
    Modena - Anno LXXXV - n.251 1944

    Lettere a un rivoluzionario

    A costo di passare per ingenuo, anzi per un fesso a quattro cotte, confesso di non comprendere come gli uomini che autoproclamano rivoluzionari-socialisti, comunisti,anarchici e che per i loro ideali rivoluzionari, han sofferto la galera e l'esilio, possano plaudire all'inghilterra plutocratica e all'America trustistica che in nome della democrazia e della libertà democratica devastano l'Europa.
    Intuisco e anticipo la tua risposta. Tu, da rivoluzionario, non ami Hitler e non hai fiduca in Mussolini. E va bene. Ma come fai ad avere fiducia nell'Inghilterra che ha oppresso per tanto tempo l'India, che ha tradito la Persia, che ha schiacciato le repubbliche boeree che da tre secoli fa il gendarme d'Eruopa, strozzando ogni rivoluzione, rimettendo sugli altari dinastie macchiate di angue e d'assassinio e re spergiuri?
    A tuo modo di vedere la vittoria della Germania significherebbe il trionfo del militarismo. Ma non ti sei mai chiesto che il trionfo dei cosidetti "alleati" riporterebbe l'Europa a una concezione medioevale e al dominio dell'alta banca, della reazione, del ricatto e a una "reazione clericale" e forse anche monarchica in Francia, in Sapgna, nel Portogallo? Come fai a conciliare i tuoi ideali rivoluzionari con quelli di Churchill e di Roosevelt che personificano il sistema capitalistico, che è il nemico numero uno del proletariato e della rivoluzione?
    E' sconfortante e disarmante constatare con quanta ingenuità e facilità le masse possano essere ingannate da tante menzogne. E' oppromente e umiliante constatare che gli autentici rivoluzionari possano collaborare con gli Sforza e i Benedetto Croce che durante la guerra erano germanofili e ora sono anglofili e che domani "sarebbero" pidocchiofili o cimiciofoli se l'Italia facesse la guerra ai pidocchi e alle cimici...". Ma tant'è. Siamo di fronte alla più grande inversione spirituale di tutti i tempi.
    Ma non si illudano i rivoluzionari da operetta, i collitorti del conservatorismo e del clericalismo, i direttori generali della reazione, i benpasciuti sostenitori ad oltranza delle caste del sangue e delle oligarchie del denaro. Nessuno s'illuda. O l'Italia rialza la testa da tanta sciagura e ritorna qual'era ai giorni belli dell'Impero, o l'Italia naufragherà nel disordine e nell'anarchia. Alle invasioni straniere segui fatalmente la rivoluzione. E la rivoluzione popolare non si fermerà alle soglie del Quirinale nè a quelle di San Pietro nè a quelle del capitalismo e della borghesia:
    essa falcerà teste in copiosa quantità e in primissima linea quelle dei signori e signorotti in guanti e senza guanti che, hanno aperto le porte della Sicilia alle bande della reazione europea: di quell'Impero inglese che da tre secoli tiene impigliate nella grossa rete dei suoi affari e della corruzione tutte le nazioni proletarie.
    Mussolini nel 1922, come Garibaldi nel 1860, avrebbe potuto schiacciare il papato e instaurare la repubblica e detronizzare le dinastie del privilegio economico. Mussolini, come Garibaldi, volle rispettare la tradizione a scapito della rivoluzione. Ed il re e il papato compensarono Mussolini così come sessant'anni prima avevano compensato Garibaldi: considerandoli una gloria passata, un "imbarazzo e un pericolo per l'Italia Ufficiale".
    Un rivoluzionario napoletano, "Vincenzo Russo", impiccato a ventinove anni perchè reo di sostenere la Repubblica Partenopea che il cardinale Ruffo affogò nel sangue sotto la protezione dell'ammiraglio Nelson, nei suoi "Pensieri Politici" scrisse: "La disuguaglianza grande della società è il nodo gordiano. La rivoluzione è destinata a tagliarlo e purgare dei delitti la terra. Al nome di Rivoluzione il genere umano si rianima dalle sue agonie di morte e respira per lusinga di vedere vendicati una buona volta i suoi diritti insultati per tanti secoli impunemente. Chi tradisce per imbecillità o per infamia la rivoluzione è l'esecrazione dell'umanità, l'orrore degli stessi assassini".
    Io non so se la Rivoluzione maturata in Italia per opera di Mussolini e penetrata ormai nella coscienza europea sarà fermata dalle bombe e dai carri armati della reazione inglese e americana. Potrà essere fermata, ma non vinta.
    In Europa non siverificherà più una Santa Alleanza. Comunque volgano le sorti della gigantesca lotta che infuria sui tre continenti, la reazione non prevarrà. Trionferò come sempre la rivoluzione.
    Io, italiano e proletario, ammiratore e seguace di Carlo Pisacane, il più vero e autentico precursore del nazionalsocialismo, ho seguito e seguo Mussolini perchè in lui e nella sua azione vedevo il solo mezzo di infrangere le catene della misera secolare dell'Italia e del nostro popolo. Anche tu eri di questa opinione. Mi rifiuto perciò di credere che tu voglia sottoscrivere le parole di Churchill, il quale in un suo discorso adescatore e vilissimo, afferò che noi "eravamo un popolo tranquillo e soddisfatto" e che "perciò non avevamo bisogno di cacciarci in una guerra".
    La nostra storia, tutta la nostra storia, e tu lo sai, è una lotta senza soste contro la fame, contro gli usurpatori che condannavano alla fame e alle privazioni d'ogni sorta. La nostra vita d'Italiani è un calavario. Come il Cristo abbiamo portato la croce per tanti secoli, noi che eravamo il popolo più intelligente del mondo, noi che abbiamo creato con le nostre mani e col nostro genio la civiltà dell'Europa e dato alla storia dell'umanità tesori spirituali incalcolabili. E quando ci siamo ribellati alla palese ingiustizia di cui eravamo vittime, quando abbiamo chiesto un pò di terra da bonificare per sfamare noi e i nostri figli, i pirati del mondo, gli inglesi e gli americani, ci hanno dato l'"alt", ci hanno gridato che avevamo pazzi sogni di dominio e di conquista. Ci hanno provcato e minacciato di strangolarci nel nostro mare. E non paghi di tutto questo, ci hanno imposto una guerra che non volevamo e che abbiamo dovuto accettare per la difesa del nostro onore e del nostro sacrosanto diritto alla vita.
    E son costoro, i Churchill e i Roosevelt, che parlano di libertà, di civiltà e di crociata contro le forze del male. Costoro che sono coniati nello stampo dei peggiori tiranni e che sono gli esponenti della peggiore tirannia: il capitalismo.
    Mi ritorna alla mente la violenta apostrofe che Gabriele D'annunzio lanciò dal Campidoglio nel 1919 "Ovunque parlino, comunque parlino, la loro voce ha il timbro dell'oro che fu e sarà sempre la sete dei governanti di Londra e di Washington. Sono le voci che arrocchirono e arrocchiscono a disputarsi il bottino di cinque continenti, a mercanteggiare la libertà dei mari, a spasimare per tagliare l'Europa in tante parti da distribuire fra ladroni".
    Ty dirai che non sei solo a pensarla così e che ti batti per il socialismo. Alla prima obiezione rispondo con Giordano Bruno "E' d'un'anima sordina e indegna pensarla come il volgo, perchè il volgo è in maggioranza".
    Quanto al socialismo, ti posso dimostrare che la Germania d'Oggi è il paese più socialista del mondo e che il Manifesto di Verona, è un docmento schiettamente rivoluzionario che mette l'Italia Repubblicana in testa a tutti.
    Ma sul tema "Socialismo" ritornerò, perchè sono convinto che tu non appartieni a quei "filofili" che disonorano la Penisola e che in tutti i tempi, hanno costituito la Zavorra, lo sterco del popolo italiano,
    Sono le minoranze elette che fanno le rivoluzioni e, con le rivoluzioni, la storia

    Stanis Ruinas

  8. #8
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Gazzetta dell'Emilia
    Modena - Anno LXXXV - n. 279 - 1944

    Parole dedicate a un Rivoluzionario

    Confesso candidamente che non capisco il tuo atteggiamento "d'uomo alla finestra" in attesa che l'orizzone si riscari. Attendere è un brutto verbo borghese, non rivoluzionario.
    Chi ha coraggio e dignità non se ne sta con le mani in mano, mentre i popoli di cinque continenti sono presi nel vortice cosmico delle gigantesche forze in urto per l'affermaizone della rivoluzione sociale bandita dalla Italia e dalla Germania o per il perpetuarsi della reazione borghese e capitalistica personificata dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti.
    La vita non è una finestra da cui si possa contemplare il mondo restando indifferenti ai suoi drammi, come pretendono i Romain Rolland di questa guerra, gli Erasmo e i Pilati moderni e certi intellettuali dal fiato corto e certi petini dal verso abracadico.
    La vita è qualcosa di meglio e di peggio: è un'incessante lotta rabbiosa tra il bene e il male, tra la luce e la tenebra, fra la libertà e la schiavitù. Con Cristo e Mazzini noi crediamo nel bene; combattiamo perciò la libertà, generatrice di colossi, contro la schiavità e la tirannia generatrici di lutti e di stragi e di mortidifame.
    E' una pazzia? Può darsi. Ma tu stesso hai esaltato la pazzia che è alla radice d'ogni rivoluzione, d'ogni moto della storia, d'ogni grande rivolgimento religioso. E, se non sbaglio, tu stesso hai definita "chiericale" la posizione del socialista estetizzante Romain rolland durante l'altra guerra.
    Tu vuoi giustificare il tuoateggiamento sostenendo che sei contro le dittature in favore della libertà e della personalità umana.
    La tua grande fissazione è la dittatura. La detesti e la concepisci solo in funzione antistorica. Anzitutto non ci furono mai e mai ci saranno rivoluzioni senza dittatori. La rivoluzione france ebbe i suoi Robespierre; quella russa ha Stalin. Le dittature s'accompagnano logicamente alle rivoluzioni e le rivoluzioni si sostengono con le dittature finchè non hanno compiuto il loro ciclo.
    Il tuo è un errore comune a molti. Ti fermi sbigottito dinanzi ai nomi evitando di scendere in profondità. Mussolini, Hitler e Stalin sono tre autentici rivoluzionari; hanno fatto tre rivoluzioni che sono costate ingenti sacrifici di Sangue. Si può avere più simpatia per l'uno o per l'altro; ma non si può negare che essi siano i genuini rappresentanti di tre rivoluzioni che hanno per meta lo scardinamento del sistema capitalistico e il benessere dei loro rispettivi popoli.
    Il nemico comune è il capitalismo; e il capitalismo è la peggiore dittatura. Churchill e Roosevelt non sono dittatori nel significato corrente della parola; ma il sistema che essi rappresentano, il capitalismo, anzi il supercapitalismo, è la più opprimente e mostruosa delle dittature.
    La storia dell'imperialismo inglese, dai tempi della Regina Elisabetta ai giorni nostri, non è altro che la storia di una dittatura aggressiva di rapinatori e di pirati mascherata coi nomi suggestivi e fascinatori di libertà e di progresso dei popoli. La potenza imperiale inglese ha inizio quando sale sul trano una donna: la regina Elisabetta, "dittatrice e assassina"; tocca l'apogeo quando crolla un imperatore: Napoleone.
    Sotto Elisabetta, nel 1588, unendo le proprie forze navali a quelle dell'Olanda, l'Inghilteraa vince l'"Invincibile Armada" di Filippo II. Quando, con la forza, sconfigge la flotta olandese, la sua potenza navale e coloniale è assicurata. Ciò avviene al tempo di Cromwel, altro cupo dittatore in veste di puritano, la aggressione commercale e coloniale continuata fondò l'impero.
    Fedele ad una politica contraria ad ogni egemonia che non fosse la propria, l'Inghilterra ha attraversato la strada ad ogninazione che minacciasse di predominare. Così alla Spagna ed alla Francia, come alla Russia e alla Germania. Dal 1688 al 1815, secondo i calcoli di Robert Seely, autore del celebre volume "l'espansione inglese", l'Inghilterra ha combattuto per complessivi sessantotto anni contro l'egemonia francese.
    L'imperialismo inglese, che ha per maschera la democrazia e il ribellismo, non èa ltro , giusta la definizione di Lenin, che una tappa superiore del capitalismo.
    I democratici e i liberali anglo-americani, in virtà del loro capitale finanziario, hanno lanciato la loro rete di affari su tutti i mercati del mondo. Il controllo viene esercitato dalle banche e dalle agenzie fondate nei posti conquistati al loro mercato. Attraverso la copiosa rete di questo mercato essi dominano il mondo e dettano legge.
    Per colpa dell'Inghilterra, la Europa, a furia di farsi la guerra di vencinquennio in venticinquennio, crollerà sotto il peso delle sue pazzie, o , per essere pià esatti, delle pazzie delle cricche finanziarie che settant'anni di guerra e di rivoluzioni non sono riuscite ad abbattere e che per i loro interessi spingono i popoli a scannarsi a vicenda. Gli imperialismi a sfondo punico, tali sono quelli che fanno il bello e il cattivo tempo nel nostro continuente, si combattono e si elidono, milioni e milioni di uomini soccombono, intere città vengono distrutte, nazioni spariscono dalla carta geografica, ma l'umanità continua e continuerà a sterilire nella miseria.
    Il sole della giustizia non splenderà sull'Europa finchè sarà in piedi l'impero britannico che rappresenta la roccaforte della reazione e il sistema capitalista nemico dei proletari.
    L'inghilterra fece di tutto per annegare nel sangue la rivoluzione francese; vinto Napoleone organizzò tutte le forze reazionarie d'Europa sotto il nome di Santa Alleanza la quale per vari lustri soffocò le aspirazioni di libertà e di indipendenza di tutti i popoli, compreso l'italiano.
    Nel 1919 Churchill sostenne che bisognava organizzare un corpo di spedizione contro la rivoluzione russa. Logica e conseguenziale è la sua condotta di "gendarme d'Europa" di fronte all'Italia e alla Germania proletarie e rivoluzionarie. Ciò che non è logica nè conseguenzialeè la posizione di certi rivoluzionari rispetto all'attuale conflitto. Ma codesti sono rivoluzionari senza rivoluzione: sono i difensori e gli alleati del capitalismo e dell'alta banca. In buona o in mala fede essi sono gli strumenti dei tentennanti re e dei potentati del denaro.
    Fedeli alle nostre premesse e ai nostri principi noi continueremo a lottare per la rivoluzione europea che dovrà stritolare i troni superstiti, rompere i ceppi, rovesciare le dinastie del privilegio e le ibride alleanze della reazione che fanno capo a Londra e Washington.
    L'altra guerra spazzò via corone di re e imperatori. Questa guerra rivoluzionaria dovrà sostituire alle oligarchie finanziarie i popoli liberi d'Europa che avranno una patria, che crederanno in questa patria e la difenderanno col sangue e con la vita contro gli eventuali assalti di tutte le potenze extraeuropee.
    Non capire tutto ciò è da stolti e da codini. Lasciamo pure che i blasonati e i signorini della borghesia ricca aspettino gli inglesi e si augurino la vittoria degli inglesi. Ma è assurdo e mostruoso che un rivoluzionario si allinei dietro codesta gente vile e miserabile che vuole continuare a vivere sul lavoro e sul sangue del popolo.

    Stanis Ruinas


  9. #9
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Gazzetta dell'Emilia
    Modena - Anno LXXXV - N. 356 - 1944

    Lettere a un Rivoluzionario
    Le maschere e i volti.

    Il gusto della Parola e delle formule astratte spesso ti porta fuori dal seminato e prendi granchi a tutt'andare. Così quando tenti di giustificare l'atteggiamento e la posizioni di fronte alla guerra, degli intellettuali e dei socialisti. Così quando parli di dittatori e di libertà. C'è da giurare che la propaganda nemica non ti lasci del tutto indifferente: cosa assai grave per un rivoluzionario, giacchè un buon rivoluzionario dovrebbe pensare con la propria testa e obbedire alla logica della storia, indipendentemente dalle apparenze ingannatrici, anzi, a dispetto di codeste apparenze.
    Inglesi e americani parlan di libertà, e in nome di questa libertà dicono di fare la guerra alla Germania, retta da una ferrigna dittatura. Ma taccion della Russia, loro alleata, che è pur essa dominata da una dittatura non meno ferrigna.
    Se questa gigantesca lotta intercontinentale fosse solo ideologica, e non egemonica e di supremazia di mercati, inglesi e americani, dovrebbero combattere anche contro la Russia comunista. Invece della Russia non si parla affatto e si tenta di cambiare le carte in tavola dando a Stalin una patente di democratico e cercando di dimostrare che il bolscevismo si è ormai evoluto verso decise e precise forme di pura democrazia.
    L'inganno e la frode sono lampanti. Stalin è e resta il più feroce degli anti-borghesi e degli anti-democratici. Il comunismo si potrà alleare anche col diavolo, ma non con la borghesia; non con la democrazia. E alla dimane della cessazione di questo conflitto si vedrà. Forse si vedrà.
    E' fatale, nel cozzo impetuoso degli avvenimenti che maturano, una collisione fra capitalismo anglosassone e il comunismo russo, tra panbritannia e panslavismo. Oggi i cosiddetti "Alleati" devono andar d'accordo, l'obiettivo comune essendo l'annientamento della Germania. Ma una volta raggiunto questo obiettivo, ammesso e non concesso che lo si raggiunga, l'urto tra le due ideologie mascherate da interessi precostituiti ed insopprimibili esploderà come un movimento tellurico. E' illogico e assurdo pensare che l'Inghilterra possa desiderare un'influenza russa in Europa, essa che per secoli ininterrottamente e decisamente si è ooposta a qualsiasi influenza che non fosse la propria. D'altra parte è da ingenui credere che Stalin si sia buttato in questa guerraper togliere le castagne dal fuoco agli anglo-americani.

    continua.....

  10. #10
    Comandante
    Data Registrazione
    23 Oct 2004
    Località
    Æmilia > Mvtina
    Messaggi
    1,884
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Per i forumisti che non conoscono "Stanis Ruinas", consiglio questi link:


    Recensione di "Avanguardia" n° 191 - Dicembre 2001 - Graziano della Torre.

    http://www.avanguardia.tv/articoli_fascistirossi.htm


    da "AURORA" n° 47 (Marzo 1998)
    TRA PASSATO E PRESENTE - Stanis è vivo e lotta insieme a noi - di Filippo Ronchi

    http://members.xoom.virgilio.it/aurora/47passato.htm

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. La nostra bandiera - Una lettera di Stanis Ruinas
    Di stanis ruinas nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 26-11-10, 10:24
  2. Stanis Ruinas, l'eretico.
    Di SubZero nel forum Destra Radicale
    Risposte: 35
    Ultimo Messaggio: 04-10-07, 21:31
  3. I Fascisti di Sinistra Nazionale: Stanis Ruinas
    Di Stan Ruinas nel forum Destra Radicale
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 31-08-07, 22:09
  4. Risposte: 22
    Ultimo Messaggio: 03-01-06, 13:32
  5. Stanis Ruinas ed il Pensiero Nazionale
    Di pietro nel forum Comunismo e Comunità
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 20-01-04, 11:49

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito