notare la solita ignoranza dei giornalisti che riferiscono a Papalia quella frase di Bossi...
Bricolo e poi Caparini innalzano cartelli contro il magistrato
durante le votazioni per l'elezioni dei giudici costituzionali
Camera, leghisti contro Papalia
Caparini espulso, seduta sospesa
Il leghista Caparini
ROMA - Una protesta della Lega in Aula alla Camera contro il giudice Papalia ha provocato la sospensione delle votazioni in corso per l'elezione (a Parlamento congiunto) dei giudici costituzionali.
Tutto è cominciato quando Federico Bricolo, vicepresidente dei deputati leghisti, è entrato nella cabina (allestita tra i due banchi della presidenza) per votare, e ne è uscito levando in alto un cartello con la scritta ''Papalia razzista''. Il riferimento è al giudice che in passato ha denunciato esponenti della Lega, compreso il leader Umberto Bossi che in risposta lo aveva minacciato di 'raddrizzargli' la schiena. E proprio nei giorni scorsi esponenti della Lega, denunciati da Papalia, sono stati condannati per espressioni razziste.
All'invito del presidente di turno, Clemente Mastella, a togliere il cartello, Bricolo non ha ubbidito e sono quindi intervenuti (su esplicita disposizione del presidente) i commessi d'aula, che glielo hanno tolto di mano.
La stessa scena si è ripetuta però pochi attimi dopo, quando tocca all'altro leghista Davide Caparini andare nella cabina elettorale. L'esponente del Carroccio esce con lo stesso cartello in mano, e anche in questo caso il manifesto gli viene tolto di mano, mentre Andrea Gibelli e Federico Bricolo gli fanno da scudo. Per Mastella è troppo. Sospende la seduta - che riprenderà dopo mezz'ora - ed espelle l'irruento Caparini.
(14 dicembre 2004)