(...) Per una strana eterogenesi dei fini la sinistra sta lavorando più o meno inconsciamente da almeno quindici anni per il radicamento nel nostro territorio di comunità permeate da valori opposti non solo ai valori fondanti la moderna civiltà occidentale, ma anche e soprattutto ai suoi ideali. La sinistra rivendica dalle origini la libertà religiosa, professa come una virtù il pluralismo e l’apertura verso il diverso. E in nome di questa apertura ha incoraggiato e finanziato l’insediamento di popolazioni che non accettano la distinzione fra Stato e Chiesa, riconoscono come persona giuridica pienamente capace solo il "musulmano ortodosso, maschio, pubere, libero e sano di mente e di corpo"; ritengono solo la loro religione degna di essere professata; non concepiscono neppure l’idea che un uomo possa considerarsi ateo o agnostico. La sinistra è pacifista e l’Islam bandisce lo jihad, la guerra santa. La sinistra è femminista. E il diritto islamico concepisce il matrimonio come "mero contratto che ha per oggetto l’unione fisica e il godimento della donna da parte dell’uomo", giustificando in certi casi la lapidazione dell’adultera e la clitoridectomia. La sinistra è geneticamente legata alla dichiarazione dei diritti dell’uomo, mentre l’Islam ignora l’esistenza di una legge di natura che possa essere scoperta dalla ragione e di conseguenza di un diritto naturale, riservando agli "infedeli" soltanto benevole e temporanee concessioni. La sinistra propugna il dovere dei governi europei di concedere il diritto di voto agli immigrati musulmani residenti nei loro Stati. Ma, nel far questo, dimentica l’angosciosa promessa rivolta ai partecipanti a un incontro sul dialogo islamo-cristiano da un autorevole esponente musulmano e riferita alla stampa da monsignor Bernardini, arcivescovo di Smirne: "Grazie alla vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo" (...)

Enrico Nistri, Il Giornale