Quelle sorprendenti risposte su radici cristiane e bioetica
di Stefano Caredda/ 14/12/2004
Conferenza stampa di presentazione per “Senza radici”, libro scritto a due mani da Marcello Pera e Joseph Ratzinger. Pieno accordo fra i due, che parlano di crisi di identità e s’interrogano su bioetica e laicità.
Lo strano incontro fra un laico non credente e un cardinale di Santa Romana Chiesa fa parlare di sé, incuriosisce e stimola approfondimento, sorprende (forse) e fa sperare (certamente). Fa sperare che il mondo culturale, e subito a ruota quello sociale e politico, facciano tesoro della riflessione e trovino punti di accordo su alcuni dei temi che oggi dividono, oltre ogni ragionevolezza, credenti e non credenti.
I due protagonisti, Marcello Pera, presidente del Senato e Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, si fanno le stesse domande e trovano le medesime risposte. E lo fanno partendo da mondi diversi, da vite contrapposte, da presupposti differenti. Concordi nel ritenere preoccupante la crisi d’identità dell’Europa, incapace di riconoscere al cristianesimo il ruolo storico da esso compiuto per lo sviluppo umano e sociale del continente, e concordi nel rispondere alla domanda principe della bioetica, “Cos’è un embrione?”, con un convinto, quanto politicamente scorretto: “E’ vita fin dal concepimento”.
Teatro della discussione è stata la Pontificia Università Lateranense, dove ieri pomeriggio Pierluigi Battista ha intervistato i due uomini, autori di un libro, “Senza radici. Europa, relativismo, Islam” (Mondadori), da venti giorni presente in tutte le librerie. E di fronte alla platea (presenti il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, i coordinatori di Forza Italia, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, la portavoce del partito azzurro, Elisabetta Gardini, nonche' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli) Pera e Ratzinger hanno parlato di cultura laica e di cattolicesimo, di religione e di Islam, di fondamentalismo e di laicismo.
“Separata dalle radici, la cultura laica diventa assolutista, fondamentalista”, dice Ratzinger. "Non solo la cultura diventa assolutista ma la ragione diventa funzionalmente tecnica e non ha piu' capacita' di morale, se si separa dalle radici. E cosi' anche la liberta' diventa caricatura di se stessa". Un argomento d’attualità soprattutto in questo momento storico perché, afferma Pera, a far nascere la questione dell’identità ci sono contingenze storiche “come il risveglio dell'Islam, il fenomeno degli immigrati, il Trattato della Costituzione europea e temi che riguardano la sfera della bioetica”.
"Che cosa e' la vita, che significato ha l'embrione?", si domanda il presidente del senato. La risposta, che sorprenderà qualcuno, non tarda ad arrivare: "Per me l'embrione e' vita sin dal concepimento. Lo dico da laico e lo giustifico con la ragione, non avendo io ricevuto il dono della fede". E aggiunge, rivolgendosi a Ratzinger: "Questo e' il vantaggio del credente sul non credente, perche' colui che crede sa che c'e' una verita'. Io devo giustificarmi in maniera diversa, cioè gli stessi principi che ho appreso nell'educazione culturale devo spiegarli in maniera diversa. E allora faccio la scelta del valore che l'embrione e' vita sin dal concepimento. Non lo decide la fede rivelata, ma la mia coscienza civile".
Dello stesso tenore (cioè non scontate) le risposte sulla questione del riferimento alla tradizione cristiano-giudaica nella Carta che i paesi europei stanno via via ratificando. Qui Pera è particolarmente eloquente e si rivolge alla stessa Europa come destinatario di domande immaginarie. "Se noi le chiediamo 'Chi sei tu Europa?' Lei risponde: 'Io sono colei che dichiara inviolabile e da tutelare la dignita' dell'uomo'. E se insistiamo: 'Cosa vuoi tu Europa?’ ‘Io voglio liberta', tolleranza, giustizia sociale…' E poi: 'Ma tu Europa, da chi hai appreso tutti questi principi cosi' che io posso scriverlo in un preambolo?' Ecco, l'Europa a questa domanda non risponde", afferma Pera, che aggiunge preoccupato: "Non c'e' nessun riferimento nel Trattato che giustifichi la tutela della dignita' che e' in quel primo articolo". Un'analisi che porta, secondo Pera, "alla diagnosi di una crisi d'identita'". Identità nelle radici e nei valori.
fonte: korazym.org