GIUSTIZIA / Polemiche a sinistra. Approvata la riduzione dei tempi di prescrizione
La Gad riesce solo a insultare Mastella
ROMA - Hanno tentato il colpo gobbo della loro vita politica, ma è andata male. Non solo: tra i deputati del centro-sinistra è scoppiata una violenta polemica contro Clemente Mastella che presiedeva la seduta, mentre in serata l’Aula ha dato il via libera alla norma che prevede la drastica riduzione dei tempi di prescrizione dei reati (chiamata da qualcuno “salva Previti”). L’sms arrivato di prima mattina ai deputati del centrosinistra era di quelli perentori: «Alle 10 in Aula senza eccezione alcuna». Si trattava del segnale che sull’ex pdl Cirielli (il provvedimento cioè che contiene la cosiddetta “norma salva-Previti” e il “pacchetto anti-crimine”, ndr) da poco all’esame dell’Aula della Camera, si vuole tentare l’imboscata ai danni del governo. Eccoli allora tutti schierati i deputati della Gd, puntuali come orologi svizzeri, mentre i banchi della Cdl sono quasi vuoti. Il vice capogruppo dei Ds Piero Ruzzante allora ci prova e chiede al presidente di turno Clemente Mastella di sospendere l’esame del testo e di mettere ai voti la richiesta di invertire di nuovo l’ordine del giorno dei lavori d’Aula per far slittare l’ex Cirielli. Mastella però è stato tenuto all’oscuro e resta spiazzato. Si consulta a lungo con gli uffici e poi, invece di concedere subito la parola ad un deputato che parli a favore della richiesta e ad uno che sia contro, per poi indire la votazione, così come chiede l’opposizione, prende tempo e decide di sospendere la seduta. Il centrosinistra protesta contro la presidenza e resta in Aula, continuando a inveire contro Mastella che, con i suoi tentennamenti dà tempo ai ritardatari Cdl di prendere posto. Alcuni deputati della Gad più “focosi”, come Rosy Bindi (Margherita) e Giuseppe Petrella (Ds), raggiungono lo scranno della presidenza e insultano Mastella: «venduto!», «pagliaccio!», «brutta merda!», «la candidatura della Lucania te la puoi scordare». Il leader dell’Udeur, uscendo poi dall’Aula, risponde a tono. Anche lui gridando. E volano di nuovo parolacce e insulti pesanti. Alla ripresa dei lavori il capogruppo dei Ds Luciano Violante prova a calmare le acque. Ma Mastella reagisce e denuncia di aver subito «aggressioni molto volgari». Si riserva di fare nomi e cognomi di chi lo ha attaccato e rimette per protesta il suo mandato nelle mani di Pier Ferdinando Casini. In più chiede un giurì d’onore per valutare i fatti. Violante insiste e spiega che, secondo il regolamento della Camera, Mastella avrebbe dovuto far parlare un deputato a favore della richiesta di Ruzzante e uno contro. E poi passare al voto. Ma Mastella è al telefono. Così Violante si interrompe: «Risponda, risponda, io aspetto». «Ma era il presidente Casini!», replica il leader dell’Udeur. «Gradiremmo che il presidente Casini seguisse i lavori dell’Assemblea dall’Aula, non dal telefono», è la risposta piccata di un gelido Violante.
E dopo pochi minuti Casini arriva, e risponde a Violante: «Lei sa che ho presieduto fino alle 10,25 la giunta per il regolamento per i fatti di ieri. Mi scusi, ma non ho bisogno di richiami perchè so quando devo presiedere...». La Cdl applaude. Ma Violante prosegue imperterrito: «Questa Camera sta diventando un organismo che decide a gettone sulla base delle richieste della maggioranza e secondo gli interessi penali e criminali di questo o di quell'esponente della maggioranza, e questo è inaccettabile!». Esprime la sua “insoddisfazione” per come sono stati gestiti i lavori d’Aula dal vicepresidente Mastella e chiede garanzie a Casini per andare avanti. Casini sospende la seduta per parlare con Mastella che, adirato con i suoi alleati, abbandona l’emiciclo tra gli applausi della Cdl. Poco dopo nel corridoio del governo, davanti alla sala dove è in corso l’incontro tra i due, arrivano il segretario dei Ds Piero Fassino e lo “stato maggiore” del gruppo della Margherita: Pier Luigi Castagnetti, Dario Franceschini e Arturo Parisi. Il leader della Quercia racconta dopo ai suoi di aver visto l’esponente del Campanile «fuori dalla grazia di Dio». Alla fine la richiesta di inversione dell’ordine del giorno di Ruzzante viene messa ai voti, ma la Cdl ormai al gran completo la boccia. Nella Gad sono in molti adesso quelli che se la prendono con i più accaldati come la Bindi o Petrella. «Ho parlato da Rosy a Clemente, non da deputato a presidente», dirà la Bindi. Ah be’...
[Data pubblicazione: 16/12/2004]