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  1. #1
    SENATORE di POL
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    Predefinito La "Grande" alleanza "Democratica" con gli ultimi epigoni di Lenin

    dal quotidiano LIBERO di oggi

    " Ultime dall’Ulivo: espropriare le seconde case

    di GENNARO SANGIULIANO

    La Fiat dev’essere L espropriata, senza alcun indennizzo « L’ e re d i t à irrinunciabile della rivoluzione d ’ O t t o b re » per gli azionisti, a cominciare dagli eredi della famiglia Agnelli, la proprietà deve passare ai lavoratori. Nel frattempo, gli stabilimenti del gruppo automobilistico vanno occupati. Espropriare tutti gli appartamenti sfitti e anche quelli fittati a fine di lucro ( in sostanza, le seconde case). Bisogna rinazionalizzare tutte le aziende che sono state privatizzate in questi anni: Enel, Eni e le aziende municipalizzate. La tassa patrimoniale, c he una parte della sinistra invoca da anni, è una cosa troppo moderata, meglio passare direttamente alla confisca dei patrimoni. Agli immigrati, appena dopo un anno di permanenza in Italia, va riconosciuto il diritto di voto. In politica estera, i negoziati tra palestinesi e israeliani sono “ utopici”, la Palestina va attribuita all’Anp, l’Italia deve rompere i suoi rapporti con Israele. Non si tratta di un remake della Rivoluzione bolscevica d’Ottobre, o di un manifesto programmatico enunciato in qualche vecchio opuscolo leninista, ma dei contenuti delle mozioni congressuali del Partito della Rifondazione Comunista, che in queste settimane sta tenendo il suo sesto congresso nazionale. Idee certamente minoritarie, ma che potrebbero anche “ finire al governo” in Italia. Cinque documenti, il numero uno denominato “ L’alternativa di una società” è quello che ha come primo firmatario il segretario Fausto Bertinotti e secondo firmatario l’ex direttore di Liberazione, Sandro Curzi, ora membro della direzione nazionale. Ma a dispetto di una salda leadership mediatica esterna, Fausto Bertinotti, all’interno del suo partito, vive una stagione di frammentazione. E così, accanto alla sua mozione, ne sono state presentate altre quattro, espressioni di correnti interne che, a leggere i dati dei congressi provinciali, stanno mettendo alla corda, e spesso in minoranza, la sua leadership. Le cinque distinte mozioni, oltre quella di Bertinotti, sono: “ Essere comunisti”, la numero due che ha come primo firmatario Claudio Grassi, componente della segreteria e leader della cosiddetta “ area dell’Ernesto”; “ Progetto comunista”, la numero tre, che ha come primo firmatario Marco Ferrando, storico leader trotzkista della minoranza interna del Prc; “ Un’altra Rifondazione è possibile”, la numero quattro, che ha come primo firmatario il capogruppo al Senato Gigi Malabarba e che aggrega altri gruppi interni come la “ Sinistra critica” e una buona fetta dei Giovani C o mu n i s t i ; “ P re p a r a re l’alter nativa operaia” è la mozione numero cinque, che ha come primo firmatario Claudio Bellotti, membro della direzione nazionale. L’area trotzkista, quella che si richiama al rivoluzionario fondatore dell’Armata Rossa, Lev Trotzki, è divisa in due, una parte con Marco Ferrando, che ha già dalla sua il nove per cento dei membri del Comitato politico nazionale di Rifondazione, e un altro pezzetto, quello dell’area Erre, che è con Mal ab a r b a . Documenti fittissimi e lunghi, scritti con quel lessico tipico del vecchio marxismo- leninismo, capaci di riscrivere la storia dell'umanità e la genesi del mondo. Non si può dire, però, che queste proposte difettino di chiarezza. Il campionario delle proposte imbarazzanti, quantomeno per gli alleati del centrosinistra, è vasto. Sotto il titolo “ Il risveglio operaio”, la mozione numero cinque chiede testualmente « la disponibilità ad utilizzare metodi di lotta radicali, sfidando le varie leggi antisciopero, le ordinanze prefettizie, le multe, la repressione poliziesca » . Un punto che, senza voler essere sospettosi, qualcuno potrebbe intendere come un invito a violare norme vigenti. La mozione numero due, “ Essere comunisti”, si occupa di politica estera alla tesi numero quattro. Dopo il rituale riferimento « all’aggressione terroristica degli Stati Uniti » , si passa all’elencazione dei modelli a cui ispirarsi nel mondo. Si comincia con il Vietnam socialista e poi si afferma che « è indispensabile sostenere Cuba che difende le conquiste della propria rivoluzione » . Con questa mozione è già schierato il venticinque per cento del Comitato politico nazionale di Rifondazione. Inutile riferire il vasto campionario di accuse a Berlusconi, mentre non mancano proposte “ critiche” nei confronti degli alleati di coalizione, come la richiesta di abolire il “ Pacchetto Treu”, la legge trenta, voluta dall’allora ministro ulivista. Per inciso, tutti i contratti di lavoro a tempo determinato vanno trasformati, ope legis, di forza, in contratti di lavoro a tempo indeterminato. La rottura Sempre più contestata la svolta “ moderata” del segretario con lo stalinismo, decretata qualche tempo fa da Bertinotti e passata come una svolta, viene ridiscussa alla luce « dell’eredità irrinunciabile della Rivoluzione d’Ottobre » . Mentre la mozione di Ferrando critica esplicitamente la scelta di arruolare nel centrosinistra imprenditori come Illy, Soru, Divella, e gli ammiccamenti con Montezem o l o. A questi gruppi non difetta una linea di coerenza, la richiesta di nazionalizzare la Fiat appartiene già alle dichiarazioni del 2002 e ad alcuni volantini diffusi in occasione della crisi di Melfi. Il problema è un altro: Rifondazione Comunista con i suoi voti, in aumento in tutte le recenti consultazioni elettorali, è sempre di più un pilastro decisivo per il centrosinistra e le sue ambizioni di vittoria alle prossime politiche nel 2006. Il partito della falce e martello, del resto, è già al governo con l’Ulivo di importanti regioni e città d’Italia. Senza Rifondazione la Grande alleanza democratica non va da nessuna parte, questa è una realtà che Prodi conosce bene. Ma è anche una realtà che nel partito di Bertinotti certe idee e contenuti pesano, al punto da poter diventare la maggioranza del terzo partito della coalizione e un giorno approdare al governo del Paese.
    "


    Saluti liberali

  2. #2
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    Ancora dal quotidiano LIBERO di oggi...

    " E nelle città- simbolo Fausto è in minoranza

    ROMA - [ el. ca.] Il subcomandante “ Fausto” perde nella sua Torino. Ebbene sì. La città della Fiat, ultimo baluardo della mitica classe operaia, molla il segretario rifondarolo e premia trozkisti e comunisti puro sangue. È questo il verdetto più curioso emerso nella prima fase di preparazione al Congresso. L’appuntamento nazionale si terrà dal 3 al 6 marzo. Nelle scorse settimane sono cominciate le consultazioni dei comitati politici provinciali, chiamati a votare le 5 mozioni presentate. Una tappa preliminare, ma interessante per avere un quadro della situazione. Risultato? Nella città dove è iniziata l’ascesa di Bertinotti ( dal 1975 al 1985 è stato segretario regionale della Cgil), la sua mozione ha ottenuto il 31%. Contro il 35% incassato dall’Ernesto di Claudio Grassi ( l’area più legata al Pci) e il 20% messo insieme dai trozkisti. I motivi sono noti: la svolta prodiana non è piaciuta alla base di Rifondazione. E la guerra intorno alla candidatura di Nichi Vendola in Puglia non ha certo facilitato le cose. Fatto sta che in vista del Congresso, i malumori si sono fatti sentire. Più forti del previsto. E non solo a Torino. L’altro baluardo espugnato dalla mozione dell’Ernesto - molto critica nei confronti della Gad - è Bologna ( 57% di voti a favore). Per il “ subcomandante” non è andata meglio ad Ancona e a Cagliari, dove l’area di Grassi ha incassato il 56 e il 60 per cento. Stessa situazione a Cosenza e a Ferrara, dove il testo del segretario è arrivato secondo. Bertinotti il “ prodiano” resiste a fatica Milano ( 55%), vince a Roma ( 60%) e a Bari ( 70%). In media la mozione del segretario si attesta sul 55%, seguita da quella dell’Ernesto e dai trozkisti di Marco Ferrando. Da qui a marzo c’è tempo. Bertinotti, in ogni caso, sarà quasi certamente rieletto. Con o senza il consenso della Torino operaia che, però, ha già emesso il suo verdetto: meglio i trozkisti del ” Fausto” prodiano.
    "


    Saluti liberali

  3. #3
    Ospite

    Predefinito Re: La "Grande" alleanza "Democratica" con gli ultimi epigoni di Lenin

    In origine postato da Pieffebi
    dal quotidiano LIBERO di oggi

    " Ultime dall’Ulivo: espropriare le seconde case

    di GENNARO SANGIULIANO

    La Fiat dev’essere L espropriata, senza alcun indennizzo « L’ e re d i t à irrinunciabile della rivoluzione d ’ O t t o b re » per gli azionisti, a cominciare dagli eredi della famiglia Agnelli, la proprietà deve passare ai lavoratori. Nel frattempo, gli stabilimenti del gruppo automobilistico vanno occupati. Espropriare tutti gli appartamenti sfitti e anche quelli fittati a fine di lucro ( in sostanza, le seconde case). Bisogna rinazionalizzare tutte le aziende che sono state privatizzate in questi anni: Enel, Eni e le aziende municipalizzate. La tassa patrimoniale, c he una parte della sinistra invoca da anni, è una cosa troppo moderata, meglio passare direttamente alla confisca dei patrimoni. Agli immigrati, appena dopo un anno di permanenza in Italia, va riconosciuto il diritto di voto. In politica estera, i negoziati tra palestinesi e israeliani sono “ utopici”, la Palestina va attribuita all’Anp, l’Italia deve rompere i suoi rapporti con Israele. Non si tratta di un remake della Rivoluzione bolscevica d’Ottobre, o di un manifesto programmatico enunciato in qualche vecchio opuscolo leninista, ma dei contenuti delle mozioni congressuali del Partito della Rifondazione Comunista, che in queste settimane sta tenendo il suo sesto congresso nazionale. Idee certamente minoritarie, ma che potrebbero anche “ finire al governo” in Italia. Cinque documenti, il numero uno denominato “ L’alternativa di una società” è quello che ha come primo firmatario il segretario Fausto Bertinotti e secondo firmatario l’ex direttore di Liberazione, Sandro Curzi, ora membro della direzione nazionale. Ma a dispetto di una salda leadership mediatica esterna, Fausto Bertinotti, all’interno del suo partito, vive una stagione di frammentazione. E così, accanto alla sua mozione, ne sono state presentate altre quattro, espressioni di correnti interne che, a leggere i dati dei congressi provinciali, stanno mettendo alla corda, e spesso in minoranza, la sua leadership. Le cinque distinte mozioni, oltre quella di Bertinotti, sono: “ Essere comunisti”, la numero due che ha come primo firmatario Claudio Grassi, componente della segreteria e leader della cosiddetta “ area dell’Ernesto”; “ Progetto comunista”, la numero tre, che ha come primo firmatario Marco Ferrando, storico leader trotzkista della minoranza interna del Prc; “ Un’altra Rifondazione è possibile”, la numero quattro, che ha come primo firmatario il capogruppo al Senato Gigi Malabarba e che aggrega altri gruppi interni come la “ Sinistra critica” e una buona fetta dei Giovani C o mu n i s t i ; “ P re p a r a re l’alter nativa operaia” è la mozione numero cinque, che ha come primo firmatario Claudio Bellotti, membro della direzione nazionale. L’area trotzkista, quella che si richiama al rivoluzionario fondatore dell’Armata Rossa, Lev Trotzki, è divisa in due, una parte con Marco Ferrando, che ha già dalla sua il nove per cento dei membri del Comitato politico nazionale di Rifondazione, e un altro pezzetto, quello dell’area Erre, che è con Mal ab a r b a . Documenti fittissimi e lunghi, scritti con quel lessico tipico del vecchio marxismo- leninismo, capaci di riscrivere la storia dell'umanità e la genesi del mondo. Non si può dire, però, che queste proposte difettino di chiarezza. Il campionario delle proposte imbarazzanti, quantomeno per gli alleati del centrosinistra, è vasto. Sotto il titolo “ Il risveglio operaio”, la mozione numero cinque chiede testualmente « la disponibilità ad utilizzare metodi di lotta radicali, sfidando le varie leggi antisciopero, le ordinanze prefettizie, le multe, la repressione poliziesca » . Un punto che, senza voler essere sospettosi, qualcuno potrebbe intendere come un invito a violare norme vigenti. La mozione numero due, “ Essere comunisti”, si occupa di politica estera alla tesi numero quattro. Dopo il rituale riferimento « all’aggressione terroristica degli Stati Uniti » , si passa all’elencazione dei modelli a cui ispirarsi nel mondo. Si comincia con il Vietnam socialista e poi si afferma che « è indispensabile sostenere Cuba che difende le conquiste della propria rivoluzione » . Con questa mozione è già schierato il venticinque per cento del Comitato politico nazionale di Rifondazione. Inutile riferire il vasto campionario di accuse a Berlusconi, mentre non mancano proposte “ critiche” nei confronti degli alleati di coalizione, come la richiesta di abolire il “ Pacchetto Treu”, la legge trenta, voluta dall’allora ministro ulivista. Per inciso, tutti i contratti di lavoro a tempo determinato vanno trasformati, ope legis, di forza, in contratti di lavoro a tempo indeterminato. La rottura Sempre più contestata la svolta “ moderata” del segretario con lo stalinismo, decretata qualche tempo fa da Bertinotti e passata come una svolta, viene ridiscussa alla luce « dell’eredità irrinunciabile della Rivoluzione d’Ottobre » . Mentre la mozione di Ferrando critica esplicitamente la scelta di arruolare nel centrosinistra imprenditori come Illy, Soru, Divella, e gli ammiccamenti con Montezem o l o. A questi gruppi non difetta una linea di coerenza, la richiesta di nazionalizzare la Fiat appartiene già alle dichiarazioni del 2002 e ad alcuni volantini diffusi in occasione della crisi di Melfi. Il problema è un altro: Rifondazione Comunista con i suoi voti, in aumento in tutte le recenti consultazioni elettorali, è sempre di più un pilastro decisivo per il centrosinistra e le sue ambizioni di vittoria alle prossime politiche nel 2006. Il partito della falce e martello, del resto, è già al governo con l’Ulivo di importanti regioni e città d’Italia. Senza Rifondazione la Grande alleanza democratica non va da nessuna parte, questa è una realtà che Prodi conosce bene. Ma è anche una realtà che nel partito di Bertinotti certe idee e contenuti pesano, al punto da poter diventare la maggioranza del terzo partito della coalizione e un giorno approdare al governo del Paese.
    "


    Saluti liberali
    Sempre meglio i troschisti, che almeno riescono a completare un periodo senza problemi in italiano, senza mandare a fanculo un negro o un frocio, o invocare la cacciata di chicchessia che i leghisti razzisti, reazionari e forcaioli che avete portato al governo.

    Se non altro in RC c'è un dibattito e una libertà di parola che nessuno partito italiano, tantomeno la lega, che da questo punto di vista non ha niente da invidiare ad un partito leninista, conosce.

  4. #4
    SENATORE di POL
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    I trotzkysti sono solo meglio degli stalinisti, e sicuramente i rifondaroli sono meno peggio dei coSSuttiani. Nessun ministro del governo di Centrodestra ha mai portato mazzi di fiori ad una terrorista impenitente, ne' nessun Sindaco di destra le ha mai fornito contratto di consulenza privo di senso e pieno di Euro.... a spese del contribuente (e poi dicono che devono aumentare l'ICI a causa dei tagli del governo).

    Shalom

  5. #5
    Ospite

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    In origine postato da Pieffebi


    I trotzkysti sono solo meglio degli stalinisti, e sicuramente i rifondaroli sono meno peggio dei coSSuttiani. Nessun ministro del governo di Centrodestra ha mai portato mazzi di fiori ad una terrorista impenitente, ne' nessun Sindaco di destra le ha mai fornito contratto di consulenza privo di senso e pieno di Euro.... a spese del contribuente (e poi dicono che devono aumentare l'ICI a causa dei tagli del governo).

    Shalom
    No i sindaci di destra alla Gentilini fanno molto di peggio.

  6. #6
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    FINALMENTE UN PO DI CONCETTI DI SINISTRA IN RIFONDAZIONE..
    PROPRIO COME UNA VENTATA DI ARIA PURA.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  7. #7
    smrt fašismu
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    Spero che il congresso di Rifondazione venga vinto dall'area dell'Ernesto.

    A sinistra, per l'unità e il cambiamento.

  8. #8
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    Arridate la moderazione ar maggiordomo...

  9. #9
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    In origine postato da cciappas
    FINALMENTE UN PO DI CONCETTI DI SINISTRA IN RIFONDAZIONE..
    PROPRIO COME UNA VENTATA DI ARIA PURA.


    Manco un centinaio di milioni di morti, un collasso economico tremendo e l'instaurazione di regimi tra i più illiberali che il mondo abbia mai visto possono convincere i nazisti-rossi a ricredersi.
    L'unica soluzione è quella di ISOLARLI politicamente, e se Prodi fosse un leader vero (e non un cane da tartufo in cerca di voti) l'avrebbe già fatto.

    MILLE ANNI D'OPPOSIZIONE!

  10. #10
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    In origine postato da Claude
    No i sindaci di destra alla Gentilini fanno molto di peggio.
    Vietano ai cani di circolare in centro? O straparlano?

    Shalom

 

 
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