Brevissima riunione del Consiglio dei ministri
Forse lo stesso voto per la manovra e il decreto
Il governo pensa alla fiducia
su Finanziaria e taglia-deficit
Il ministro dell'Economia
Domenico Siniscalco
ROMA - In una breve riunione del Consiglio dei ministri il governo ha deciso di autorizzare il ministro Giovanardi a porre la questione di fiducia sulla Finanziaria e anche sul decreto fiscale, la cosiddetta manovrina di fine anno per contenere il rapporto deficit/Pil entro il 3% nel 2004.
Il cosiddetto decreto taglia-deficit, per un valore di 2,6 miliardi di euro, era stato approvato dal governo il 26 novembre scorso.
Il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione ha detto che spetterà ora alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio decidere se accorpare il decreto fiscale e la Finanziaria, votando così un'unica fiducia. "Su questo c' è una vivace discussione, sulla quale occorrerà attendere di vedere quali saranno gli esiti. Infatti ci sono profili di costituzionalità e, come sempre accade quando le cose sono dubbie, è necessario anche il consenso dell' opposizione".
Il ministro si è inoltre augurato che la manovra per il 2005 sia licenziata prima di Natale, pur definendo "difficile" questa eventualità". Non è neanche escluso, secondo quanto riferiscono alcune fonti parlamentari, che la manovra abbia una quarta lettura al Senato.
(20 dicembre 2004)
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Vi rendete conto che rischiamo di chiudere l'anno senza aver approvato la manovra Finanziaria?
E dall'altra parte Casini prova a fare un discorso serio ed oggettivo e viene subito attaccato per aver detto la verita':
Scambio polemico tra il presidente della Camera e il ministro
"Non è il vertice scelto da noi", ma per l'esponente An è tutto ok
Rai, Casini scomunica il Cda
Gasparri replica: è legittimo
Il presidente della Camera Pierferdinando Casini
ROMA - Televisione pubblica e riforma della giustizia. Sono stati questi gli argomenti che hanno monopolizzato il tradizionale scambio di auguri natalizi tra il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e la stampa. Due temi sui quali Casini ha dato l'impressione di voler mettere, come si suol dire, "i puntini sulle i", suscitando, per quanto riguarda la Rai, la risentita replica del ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
Riferendosi al vertice di viale Mazzini, il presidente di Montecitorio ha spiegato: ''Il mio giudizio sull'attuale Consiglio di amministrazione lo esprimo subito: non è quello scelto dai presidenti delle Camere, che avevano optato per una formula che prevedeva una presidenza di garanzia, rappresentativa di aree culturali di opposizione, sulla base del precedente della presidenza della commissione di Vigilanza. Noi abbiamo scelto quel Consiglio, non questo, che ha connotazioni diverse''.
Affermazioni nette che hanno indotto il ministro delle Comunicazioni Gasparri a replicare immediatamente: "L'attuale consiglio di amministrazione agisce in piena legittimità, e non sono scaduti i termini". "La nuova legge è già in vigore - ha aggiunto Gasparri - e sono state avviate le prime procedure".
Parlando ancora della Rai Casini ha aggiunto che ''le regole, quando ci sono, vanno seguite. I presidenti delle Camere sono stati opportunamente spogliati dei poteri di nomina del Cda della Rai e non possono svolgere altro ruolo che quello della 'moral suasion'. Il segretario dei Ds Fassino e i capigruppo dell'opposizione - dice ancora il presidente della Camera - hanno sollecitato Pera e me ad intevenire. Ma qualsiasi nostro intervento creerebbe un precedente pericoloso di interferenza''.
Altrettanto perentorie le dichiarazioni di Casini sulla giustizia. Dopo i rilievi del Capo dello Stato che
ha rinviato alle Camere la riforma voluta dalla Cdl, "mi auguro - ha detto il presidente di Montecitorio - che sia votata una legge ampiamente condivisa". Anche perché, ha precisato Casini, "il Capo dello Stato non ha affatto detto delle banalità", e "come al solito ha detto delle cose importanti, che dovrebbero essere la regola e se le dice è perché evidentemente non sono la regola. Quello che quindi, in astratto, può essere configurato come banalità, in concreto non sono affatto banalità".
"Devo constatare con rammarico - ha poi proseguito il presidente della Camera - che neanche in questa legislatura c'è stata la normalizzazione nei rapporti tra potere politico e potere giudiziario". "Un cittadino normale che vedesse le dichiarazioni rilasciate dai nostri politici dopo i rilievi del Capo dello stato - ha detto ancora - non capirebbe perché ci siano stati quei rilievi, visto che tutti sono d'accordo. Questa è una delle singolarità della politica italiana...".
Le affermazioni di Casini sono state accolte con reazioni contrastanti da parte dell'opposizione. Se il ds Giulietti ha apprezzato le parole sulla Rai invitando il Cda a dimettersi, il leader della Margherita Rutelli si è espresso con scetticismo per quanto riguarda la riforma della giustizia: "Con questo appello non credo che cambi molto, perché lì chi decide è Berlusconi e non ha mai avuto intenzione di aprire un confronto, è sempre andato avanti con leggi ad personam, ormai la mia fiducia è sotto lo zero''.
(20 dicembre 2004)