Le democrazie non possono resistere alla sovversione americana. Di questi tempi, meglio un dittatore
DI JOHN KLEEVES

Nella seconda settimana di gennaio, forse nello stesso giorno, nei due Paesi più importanti del Mondo Libero, quello ancora non asservito dagli USA, sono stati presi due provvedimenti di segno contrario nei riguardi della stessa entità, l'opposizione politica al governo : in Russia è stata chiusa la rete televisiva TV-6, che era definita qua da noi, nel Mondo Servo, come " l'ultima rete nazionale russa indipendente rimasta ", e in Cina è stato scarcerato anzitempo il dissidente Wang Ce, che ha subito preso l'aereo verso gli USA. Abbiamo quindi una linea nei riguardi dell'opposizione che da una parte si indurisce e dall'altra si ammorbidisce. Qualcuno evidentemente nel Mondo Libero si sta sbagliando: chi dei due? Non la Russia, direi. Il nostro periodo storico è dominato da un unico, chiarissimo e fatidico tema: il tentativo della Nazione chiamata Stati Uniti d'America di assumere il dominio planetario. Come nel V secolo il tema in Europa erano le invasioni barbariche e le scorrerie di Attila l'Unno, così ora per tutto il mondo il tema sono gli assalti americani. Ci sono altre trame, più vicende, diverse situazioni, ma sono tutte secondarie e di contorno; solo questo conta, perché da qui dipende il destino dell'umanità, di tutti quanti per secoli e forse millenni a venire. E' un tentativo che va respinto a ogni costo, perché gli USA non mirano ad amministrare l'umanità, e neanche solo a imporle il loro sistema sociale e di valori, come tanti dicono per sottilissimo equivoco o per astutissima distorsione, ma mirano gli USA questa umanità a sfruttarla per fini economici, a schiavizzarla.

Allora ogni Paese ha un obiettivo sopra tutti gli altri: respingere gli assalti statunitensi e rimanere indipendente, rimanere LIBERO.

Democrazia e dittatura

Bene, assodato ciò c'è questo da dire: i sistemi parlamentari elettorali, e i governi da essi espressi, non sono adatti a resistere agli assalti americani.
Gli USA sono i maestri della sovversione. Quasi tutto il loro apparato federale, il 95% direi, è progettato per la sovversione all'estero. Adoperano sempre lo stesso sistema. Accompagnando il tutto con dosi enormi di propaganda e di corruzione ( personale come nel caso dei mensili a Presidenti di Repubblica e societaria come nel caso dei finanziamenti a partiti, media, clero eccetera ), invocando pretesti di tutti i generi come cooperazioni militari e di polizia (ora in auge la "lotta alla droga"), come scambi commerciali e culturali, come iniziative diplomatiche, religiose, scientifiche, "umanitarie" e finanche sportive, e nascondendosi dietro una galassia di istituzioni internazionali come ONU e FMI e di Ong come Green Peace e Save the Children, tutte in realtà ai loro ordini, nei Paesi presi di mira gli USA seminano zizzania, accentuano le contrapposizioni di ogni genere, economiche, etniche, religiose, politiche, persino generazionali, cercano elementi scontenti disposti a tradire i loro connazionali e elementi labili (tipici gli studenti e gli intellettuali più giovani) da circuire in tal senso, e continuano così sino a che non riescono a insediare il governo che vogliono e a farlo sostenere dalle forze locali che contano. L'accomodamento che ne risulta è quello cosiddetto neocoloniale, inventato appunto dagli americani e basato su un governo e un ceto dirigente locale che è collaborazionista e traditore, e che di fatto funge da kapò per quegli USA coi quali si spartisce le risorse del Paese a danno della grande maggioranza dei cittadini, del popolo. Tecnicamente il governo desiderato è insediato con elezioni truccate o influenzate, o con colpi di Stato civili o militari, ma a monte c'è sempre la preparazione descritta, indispensabile. Ora, si capisce bene che tutto ciò - senza ostacoli in un sistema di democrazia parlamentare - diventa invece impossibile con una dittatura. Qui c'è un uomo, il dittatore appunto, che non è corruttibile e che può bloccare tutte le iniziative sovversive americane: può chiudere il tale giornale o la tale Chiesa o il tale istituto culturale che riceve soldi esteri, punire il tale funzionario corrotto, impedire l'ingresso a qualunque Ong malintenzionata, arrestare il tale funzionario dell'ONU che fa spionaggio o che - è capitato - viene a spargere uova di cavallette o bacilli epidemici, vietare tutto il materiale propagandistico americano (cominciando dai film di Hollywood) e così via, il tutto senza correre il rischio di essere bloccato dalla sentenza di un tribunale corrotto, da una campagna di stampa orchestrata, da una manifestazione studentesca di giovani allucinati dalle balle di Internet, da uno sciopero profumatamente pagato, da una elezione venduta.

Low Intensity War

Si può anche fare un esempio molto preciso. Gli USA decenni fa hanno messo a punto un tipo di guerra speciale, studiata appositamente contro le democrazie, per sovvertirle quando i soliti sistemi non bastano: è la terribile LOW INTENSITY WAR. Essa è chiamata qua da noi, a seconda del tratto che più si evidenzia, guerra d'attrito, guerra per procura, terrorismo, narco-terrorismo, guerriglia, insurrezione armata, rivolta armata, ma ha sempre lo stesso concetto: fare la guerra a un Paese senza che quel medesimo Paese possa reagire sullo stesso piano, senza che quel Paese possa DICHIARARSI IN GUERRA: lo mangiano vivo pian piano e quello non può difendersi. L'ho chiamata "terribile" perché le vittime sono sempre molto numerose e sono in genere civili.
La Low Intensity War avviene sempre per procura, tramite elementi locali o attirati da altri luoghi con la promessa di alto guadagno. Il guadagno può essere direttamente danaro o la possibilità di inserirsi in un traffico super lucroso che sinora nei casi verificatisi è sempre stato quello della droga, cocaina o eroina; le armi, l'addestramento e la guida tattica, le informazioni satellitari e di intelligence e certe cose collaterali come la disinformazione e la stampa di moneta locale falsa sono eseguiti invece direttamente dagli americani, CIA, Pentagono e gli altri. E' la guerra dell'Unita in Angola, del MNR in Mozambico, dei Contras in Nicaragua, dei "ribelli" musulmani in Bosnia, dell'UCK in Kosovo e in Macedonia, dei mujahedin in Afghanistan, Cecenia, Kashmir e Xinchiang, di altri non assurti ancora alla cronaca dei nostri giornali. Guerre sempre con un numero altissimo di vittime civili: un milione sinora in Mozambico, su diciotto milioni di abitanti, alcune centinaia di migliaia in Angola, cinquantamila in Nicaragua, a migliaia ogni volta dalle altre parti, dove le cose non sono finite dappertutto.
Bene, in tutti quei casi i Paesi aggrediti, aggrediti dagli USA come è sempre stato lampante, non hanno mai potuto dichiarare lo stato di guerra, e quindi non hanno mai potuto prendere quei provvedimenti che soli avrebbero permesso di sconfiggere gli aggressori: mobilitazione generale di tutti gli abili, instaurazione della censura e della giurisdizione di guerra, coprifuochi tassativi, rastrellamenti estesi e insistiti, terra bruciata nelle zone della guerriglia, niente prigionieri e nel caso condanne a morte esemplari trattandosi di nemici non in divisa, senza bandiera. E sapete perché non hanno mai potuto dichiarare lo stato di guerra? Perché le opposizioni e i loro media, in tutti quei casi entità sempre infiltrate dagli americani, non lo hanno mai permesso, sostenendo che il governo voleva cogliere l'occasione per lucrare vantaggi politici interni, per poter imbavagliare l'opposizione stessa. Dov'è l'invasore dicevano? Quale nazione ci ha dichiarato guerra? Sono semplici banditi, una cosa per la polizia! Ricordate la radio B 92 di Belgrado durante l'assalto dell'UCK nella regione yugoslava del Kosovo, ricordate le parole di Djngic e degli altri, cioè di quelli che poi hanno venduto Milosevic? E ricordate la sollevazione delle opposizioni della Macedonia e le loro insinuazioni quando Traikovsky chiese la dichiarazione dello stato di guerra? Tutto matematico, tutto calcolato nella dottrina della Low Intensity War.

Ha fatto bene Putin

Ecco perché io sostengo che bene ha fatto Putin a togliere dalla circolazione la rete TV-6. Sapete chi è il proprietario di questa televisione: Boris Berezowsky, un uomo arricchitosi nel caos del dopo URSS e che ora, essendo sotto inchiesta in Russia per illeciti finanziari, addirittura vive a Londra, una roccaforte degli atlantici. Questa non è una "rete indipendente", è una rete influenzata dagli americani, e gli americani sono nemici della Russia da un pezzo. Non solo: hanno addirittura iniziato contro la medesima le operazioni di Low Intensity War: i mercenari musulmani che hanno assalito la Bosnia e il Kosovo demolendo la affine Yugoslavia, e i "ribelli" ceceni che hanno incendiato il Caucaso russo e che hanno addirittura compiuto attentati terroristici a Mosca facendo centinaia di morti, sono creazioni USA nell'ambito preciso di questa dottrina della Low Intensity War. Fra poco anzi quest'ultima avrà - ne sono certo - una escalation drammatica: gli USA con la scusa di Bin Laden hanno ottenuto basi in Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan, Kirgizistan e naturalmente Afghanistan e lì faranno come hanno fatto contro la Macedonia partendo dalle loro basi in Kosovo: organizzeranno altre bande di "ribelli" musulmani, che pagheranno con dollari e anche inserendoli nel traffico di droga (precisamente di eroina prodotta nel Triangolo d'Oro, zona da sempre controllata dagli USA), e le spingeranno contro i civili russi per espellere la Russia da tutta l'area. Bene, quando cominceranno queste manovre la Russia dovrà mobilitare, perché non basteranno operazioni di polizia o di forze speciali, e non dovranno esserci campagne di stampa orchestrate per dire: Putin, o chi ci sarà, vuole approfittare perché la sua poltrona traballa!
Anche la Cina è sotto attacco da molto tempo, e appena il regime ha liberalizzato un po' la politica per migliorare l'economia gli USA hanno messo in moto la solita macchina: infiltrazioni, propaganda (molta su Internet per gli studenti), finanziamenti, iniziative di molti generi. Allarmante il fenomeno delle sette: sotto i pretesti spirituali da sempre in Cina le sette sono mezzi di lotta politica e negli ultimi anni sono cresciute enormemente per via dei soldi che arrivano da fuori (la setta Falun Gong è accreditata di 80 milioni di simpatizzanti). Anche la Chiesa Cattolica ha cominciato a spingere per acquistare spazi: Wojtyla non manca mai di tenere bordone agli americani. Ed è anche stato appicciato un focolaio di Low Intensity War: i ribelli musulmani del Xinchiang. Ma con tutto ciò il governo ha lasciato andare Wang Ce, il presidente della "Lega per la democrazia in Cina". Non si tratta certo di un errore fatale. E' una cosa piccola, davvero infinitesimale per il grande Paese ma ecco, non va nella direzione giusta.

Considerazioni

Forse con quanto sopra ho fatto un discorso un po' nuovo, e in ogni caso non vorrei essere frainteso. Io non ho detto che la democrazia è un sistema sbagliato. Magari lo è, ma non è questo l'argomento che è stato affrontato.
L'argomento affrontato è stata l'attitudine di un sistema politico di resistere agli assalti USA e la conclusione è stata che il sistema parlamentare elettorale, la democrazia diciamo, è in merito assai carente, quasi non ha possibilità. Magari è un sistema perfetto in ogni altro caso, ma quando si è sottoposti a un attacco come quello messo a punto dagli USA, anche così atipico, così subdolo, non è all'altezza e condanna il Paese alla sconfitta, lo rende servo degli USA.
In questo caso, che è un caso di emergenza, l'unico sistema in grado di resistere è la dittatura. Del resto è pur vero che gli antichi Romani, i conquistatori del mondo, quando lo Stato era in pericolo sospendevano gli ordinamenti repubblicani ed eleggevano un dittatore in piena regola, con pieni poteri sia militari che civili. Forse il discorso che ho fatto non era veramente una cosa nuova. Era una cosa dimenticata.

John Kleeves