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Risultati da 1 a 10 di 28
  1. #1
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    Lightbulb I neri chiedono perdono dello schiavismo

    "E' molto facile dire che è stata tutta colpa dei bianchi. Ma la responsabilità è anche nostra. A nome del presidente Mattieu Ke’re’Kou, del popolo del Benin e dell’Africa, io sono venuto qui a chiedervi scusa per quello che noi sappiamo essere successo: i nostri avi erano coinvolti in questo orrido, terribile commercio". Così parlò Cyrille Oguin, ambasciatore negli Stati Uniti di una stretta striscia di terra che affaccia sul Golfo di Guinea, fra il Togo e la Nigeria, davanti a un pubblico composto da discendenti di schiavi, la settimana scorsa, nell’aula magna della Louisiana Southern University, a Baton Rouge. Le sue parole sono state uno schiaffo per gli apologeti del politicamente corretto e i fautori di quella "cultura del piagnisteo" così intelligentemente sbeffeggiata da Robert Hughes in un saggio pubblicato in Italia da Adelphi. Nella tratta dei neri, i bianchi, erano "solo" quelli che compravano la merce nei porti lungo la costa atlantica. Arabi erano (quasi sempre) i grossisti che vendevano e "fratelli neri" erano quelli che procuravano la materia prima, attraverso guerre tribali il cui scopo non era conquistare terre ma fare il più grande numero possibile di prigionieri. è un argomento ancora tabù per chi affronta il problema dei tragici rapporti fra Europa e Africa al riparo di comodi (e logori) luoghi comuni. Ed è significativo che sia proprio uno fra i maggiori centri di smistamento di schiavi, poi diventato stato con il nome di Benin, a farsi carico di una tanto poco ortodossa quanto benvenuta rilettura della storia. Nel 1999, convinto che la comunità afro-americana sia ancora oggi dominata dal risentimento o quantomeno dall’indifferenza verso l’Africa, Ke’re’kou lanciò l’idea della "riconciliazione" fra le nazioni che preparavano il carico delle navi negriere e i discendenti di coloro che le riempivano.
    Usò per primo la figura biblica di Giuseppe, venduto come schiavo dai suoi fratelli per poi diventare un personaggio potente in Egitto, al quale loro stessi si rivolsero per chiedere aiuto. Adesso, quello è diventato il parallelo che l’ambasciatore Oguin cerca di "vendere" alle platee di afro-americani: "Voi siete i Giuseppe contemporanei e c’è molto che potete fare per noi, molto che noi possiamo imparare da voi". L’iniziativa ha una dirompente portata simbolica (oltre a un più prosaico obiettivo: mobilitare in qualsiasi modo l’afflusso di capitali necessari allo sviluppo". Forse è anche il primo passo verso un atteggiamento meno pietistico e, insieme, paternalistico nella formazione del giudizio sulle vicende africane. Ma soprattutto non è accademica: lo schiavismo non è relegato nei libri di storia, non è un capitolo chiuso, esiste ancora nella stessa africa occidentale. In Mauritania i neri sono cittadini di seconda classe dal IX secolo, quando i nomadi arabi scesero sotto il Sahara e sottomisero le popolazioni indigene. Vent’anni fa la schiavitù venne ufficialmente abolita ma, secondo Amnesty International, è a tutt’oggi una pratica corrente [...] Noi, i caucasici, abbiamo molte colpe. Ma non tutte.

    (L.Vaccari, Sette-Corriere della Sera, n. 28)
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  2. #2
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    Ha solo dimenticato di citare gli ebrei, che erano di fatto quelli che finanziavano e dirigevano il traffico di schiavi.
    Sostanzialmente fu un fenomeno semitico: semiti arabi i venditori, anglosassoni semitizzati (calvinisti) gli acquirenti e semiti (ebrei) gli organizzatori del commercio.

  3. #3
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    va anche tenuto conto un altro punto di vista ancor piú politicamente scorretto, quello che vede nella schiavitú un fatto positivo. In termini di storia economica (l'accumulazione primitiva del capitale in America grazie al lavoro schiavistico) ed in termini morali (sottomissione di gente semiselvaggia alla disciplina di una Civiltá ed una Stirpe superiore).

    A mio modo di vedere, non c'é proprio niente da vergognarsi della schiavitú. Il meglio della storia indoeuropea é stato con lo schiavismo, dalla Grecia classica al Rinascimento...

  4. #4
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    In origine postato da Peucezio
    Ha solo dimenticato di citare gli ebrei, che erano di fatto quelli che finanziavano e dirigevano il traffico di schiavi.
    Sostanzialmente fu un fenomeno semitico: semiti arabi i venditori, anglosassoni semitizzati (calvinisti) gli acquirenti e semiti (ebrei) gli organizzatori del commercio.

    Hai per caso i documenti contabili di queste operazioni?
    Che il popolo ebraico sia "sui generis" e che abbia una storia particolare, è un conto, ma scovare l'ebreo dietro ogni evento storico è patologico.
    Si tratta, a mio avviso, di una patologia culturale.
    Si mette in moto un preconcetto, secondo cui l'ebreo è colpevole di tutto.
    Ecco che non vi è nemmeno l'analisi, perchè si affronta un problema, gia ponendo in esso la soluzione standardizzata.Cioè, che l'ebreo sia colpevole a priori.
    Allora analizziamo.

    1] l'ebraismo è una Religione, esattamente come le altre Religioni planetarie.
    2] La razza ebraica è controversa.Si è ebrei solo per purezza materna, cioè per linea genetica matriarcale.
    Una volta affermai in una discussione che l'ebraismo è essenzialmente una razza dello spirito un modo di essere in cui un radicale attaccamento alle tradizioni, convive con un razionale progressismo, una sorta di corporativismo razziale perchè, per l'ebreo, l'ebreo sarà sempre un ebreo una sorta di recinto materno, una fortezza, un baluardo.Sempre l' ebreo aiuterà un'altro ebreo.
    3] Il sionismo è un movimento storico talmente complesso, che non basterebbero milioni di post per spiegarlo.Se ne hai voglia te, mi piacerebbe ascoltare la tua opinione.
    4] Israele? Perchè gli ebrei non dovrebbero avere una terra come i palestinesi?
    5] Gli ebrei comandano la finanza? E anche se fosse vero?
    La lora abilità negli affari è forse una colpa?

    Non ho mai nascosto le mie posizioni filoebraiche, a volte, troppo oltranziste, ma è pur vero che, sbandiarare l'ebreo dietro ogni problema, mi sembra riduttivo, infantile, ed anche risibille.


    Concludo con una barzelletta ebraica per sdrammatizzare:

    Adamo ed Eva si recarano da Dio arrabbiatissimi dicendo: "Stupido, cattivo, ci hai detto che dovevamo sgobbare e partorire nei dolori, che dovevamo guadagnarci il pane con le sofferenze del sudore; sei stato veramente molto cattivo."
    Dio sorrise, e disse: "ma io stavo scherzando."


    Ciao
    Antonio

  5. #5
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    Predefinito

    In origine postato da geom.antonio
    Hai per caso i documenti contabili di queste operazioni?
    Che il popolo ebraico sia "sui generis" e che abbia una storia particolare, è un conto, ma scovare l'ebreo dietro ogni evento storico è patologico.
    Si tratta, a mio avviso, di una patologia culturale.
    Si mette in moto un preconcetto, secondo cui l'ebreo è colpevole di tutto.
    Ecco che non vi è nemmeno l'analisi, perchè si affronta un problema, gia ponendo in esso la soluzione standardizzata.Cioè, che l'ebreo sia colpevole a priori.
    Allora analizziamo.

    1] l'ebraismo è una Religione, esattamente come le altre Religioni planetarie.
    2] La razza ebraica è controversa.Si è ebrei solo per purezza materna, cioè per linea genetica matriarcale.
    Una volta affermai in una discussione che l'ebraismo è essenzialmente una razza dello spirito un modo di essere in cui un radicale attaccamento alle tradizioni, convive con un razionale progressismo, una sorta di corporativismo razziale perchè, per l'ebreo, l'ebreo sarà sempre un ebreo una sorta di recinto materno, una fortezza, un baluardo.Sempre l' ebreo aiuterà un'altro ebreo.
    3] Il sionismo è un movimento storico talmente complesso, che non basterebbero milioni di post per spiegarlo.Se ne hai voglia te, mi piacerebbe ascoltare la tua opinione.
    4] Israele? Perchè gli ebrei non dovrebbero avere una terra come i palestinesi?
    5] Gli ebrei comandano la finanza? E anche se fosse vero?
    La lora abilità negli affari è forse una colpa?

    Non ho mai nascosto le mie posizioni filoebraiche, a volte, troppo oltranziste, ma è pur vero che, sbandiarare l'ebreo dietro ogni problema, mi sembra riduttivo, infantile, ed anche risibille.


    Concludo con una barzelletta ebraica per sdrammatizzare:

    Adamo ed Eva si recarano da Dio arrabbiatissimi dicendo: "Stupido, cattivo, ci hai detto che dovevamo sgobbare e partorire nei dolori, che dovevamo guadagnarci il pane con le sofferenze del sudore; sei stato veramente molto cattivo."
    Dio sorrise, e disse: "ma io stavo scherzando."


    Ciao
    Antonio
    1) fin qua...
    2) simpatica questa sorte di cameratismo ebraico...
    3) il sionismo è un movimento alquanto discutibile, con che pretese vuoi tornare in una terra che non abiti da 2000 anni, e che già prima avevi rubato ai Filistei??? Ti pare che io torno in Spagna a dire che lì una volta c'era l'impero romano!???
    4) perchè gli ebrei continuano a rubare la terra da 2000 e rotti anni allo stesso popolo??? i Palestinesi e prima i Filistei non avevano diritto ad una terra??
    5) non è l'abilità finanziaria il problema, il problema è la smania di controllare il mondo.
    Heinrich82

  6. #6
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    il titolo della discussione comunque non va bene. In italiano normale (non politicallycorrectizzato) si dice "negri" non "neri"....

  7. #7
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    In origine postato da Heinrich82
    1) fin qua...
    2) simpatica questa sorte di cameratismo ebraico...
    3) il sionismo è un movimento alquanto discutibile, con che pretese vuoi tornare in una terra che non abiti da 2000 anni, e che già prima avevi rubato ai Filistei??? Ti pare che io torno in Spagna a dire che lì una volta c'era l'impero romano!???
    4) perchè gli ebrei continuano a rubare la terra da 2000 e rotti anni allo stesso popolo??? i Palestinesi e prima i Filistei non avevano diritto ad una terra??
    5) non è l'abilità finanziaria il problema, il problema è la smania di controllare il mondo.
    Non si tratta di cameratismo ebraico...forse,un qualcosina in più.
    Due ebrei possono litigare; appartenere ai progressisti ed ai conservatori, possono esere anche concorrenti in affari; ma,inmomenti di difficoltà,l'ebreo sarà sempre fianco a fianco dell'ebreo.Ecco perchè sono stato sempre filoisraeliano e sempre lo sarò; perchè l'arabo per me è un estraneo.Educato in modo borghese tutto ciò che arabo mi è estraneo, lontano ed incomprensibile.

    E se devo dirla fino in fondo l'ebraismo,
    nella sua
    interezza e poliedricità,è un punto di vista FORTE; un pensiero FORTE; un modo spirituale FORTE; che spicca radicalmente sul pensiero debole occidentale.


    Sul sionismo, ti confesso la mia relativa ignoranza; mi sembra che nacque nel 1800, di più,non sò;


    Sulla smania di dominare il mondo, anche qui ci andrei piano;
    Diciamo che gli ebrei
    sono consapevoli della loro ebraicità, ovvero,di appartenere ad un POPOLO ELETTO, precisamente,un popolo il cui destino è legato inscindibilmente a Dio; perfino l'ebreo più progressista,intimamente,sà di essere un PRESCELTO; non superiore, ma SPECIALE; un popolo, il quale nella sua storia ha sempre presente il concetto di Dio.

    Ciao
    Antonio

  8. #8
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    In origine postato da Felix
    va anche tenuto conto un altro punto di vista ancor piú politicamente scorretto, quello che vede nella schiavitú un fatto positivo. In termini di storia economica (l'accumulazione primitiva del capitale in America grazie al lavoro schiavistico) ed in termini morali (sottomissione di gente semiselvaggia alla disciplina di una Civiltá ed una Stirpe superiore).

    A mio modo di vedere, non c'é proprio niente da vergognarsi della schiavitú. Il meglio della storia indoeuropea é stato con lo schiavismo, dalla Grecia classica al Rinascimento...
    L'idea che mi sono fatto sulla schiavitù è quella che ci vede più rischi che benefici : abituandosi ad utilizzare una manodopera a basso costo e senza diritti gli imprenditori tendono a pietrificarsi in una mentalità anti-tecnologica e conservatrice , conservatrice nel senso peggiore del termine , non aperta mentalmente a nuove prospettive di sviluppo diverse dallo schiavismo , inoltre il vivere accanto ad una massa di schiavi porta inevitabilmente a relazioni sessuali , più o meno clandestine , e alla formazione di una classe meticciata , e non parliamo poi del fattore demografico , basandosi infatti l'economia di una società , sugli schiavi , questa società tenderà a sfruttarne sempre di più , a farne immigrare sempre di più , a preferire un'immigrazione per esempio negroide , al posto di quella europea , perchè maggiormente sfruttabile , un esempio eccellente è il caso del Sud Africa , paese che da sempre ha fatto leva sull'uso dei lavoratori neri quasi-schiavi e segregati , invece di espellerli (i bantustans furono un fallimento , si rivelarono subito inapplicabili) , si trova oggi sommerso da una marea demografica terrificante , che solo l'AIDS tiene ferma , a stento.

    Oggi la schiavitù credo sarebbe troppo costosa per gli imprenditori , con un mercato che richiede competenze sempre più specialistiche e frequenti trasferimenti lavorativi , sarebbe troppo costosa per l'industriale mantenere una tale massa di persone in tutti i loro bisogni.

  9. #9
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    sulla schiavitú:
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=38654

    per quanto riguarda i rischi razziali, basterebbe sottomettere l'istituzione al principio superiore della preservazione della nostra razza. Quindi niente schiavi di colore nelle terre originarie e di popolamento bianco (europa, america del nord, australia), in queste zone gli schiavi sarebbero autogenerati (schiavitú per debiti, per reati specifici, volontaria, ecc...). Nel resto del mondo il traffico di schiavi sarebbe ammesso senza riserve razziali, con la sola regola che i bianchi non potrebbero mai essere schiavi di gente di colore.

    saluti

  10. #10
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    Tranquillo che, fra le righe , c'è gia tutto.
    La famosa artista idolo delle folle :" si figuri che uno ha addirittura scritto che avrei dovuto investire i MIEI soldi comprando un bar! Io!!!! La barista!!!!"

 

 
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