Pavia: un'altra Puglia. Dopo Vendola arriva il caso Veltri
Il centrosinistra non si pronuncia, ma lui a le carte in regola per tornare Sindaco
E’ stato il sindaco della prima giunta di sinistra della Lombardia nel 1973. Quella di Pavia. Fu a capo di una coalizione formata da PCI-PSI-PSDI. Erano gli anni ruggenti del centrosinistra. Ma anche l’ anno della famosa teoria berlingueriana del “compromesso storico”. Lui Elio Veltri, lombardiano d.o.c., inaugurò la stagione del rinnovamento delle amministrazioni locali lombarde. Una stagione che avrebbe avuto il suo culmine nel 1975 e poi nel 1976. A modo suo fu un precursore. E lo fu anche nel 1981, quando consapevole della deriva craxiana, lasciò il PSI. A Pavia lo ricordano con nostalgia quel sindaco che guidò la città fino al 1980 e che agli albori di quello che fu chiamato il “CAF” lasciò il campo per non condividere la nuova linea socialista imposta da Bettino Craxi. Protagonista della stagione di “Mani pulite” il senatore Veltri alla fine della campagna elettorale per le Europee ha confidato ai suoi concittadini la volontà di tornare ad occuparsi della sua Pavia. Da qui la sollecitazione a partecipare all’associazione “il cantiere per Pavia”. “Nella provincia pavese, il comune capoluogo è l’unica istituzione governata dal centrosinistra – ci dice l’ex-senatore ulivista - una mosca bianca”. Policlinico, istituzioni universitarie, provincia e gli altri comuni sono in mano del centrodestra. Da qui la preoccupazione di Veltri che vorrebbe evitare quello che definisce un “cappotto istituzionale”, in caso di sconfitta.
Ma visto che il sindaco uscente non è per legge ricandidabile, si pone il problema di aprire una discussione ampia che approdi ad una candidatura condivisa. “L’associazione il Cantiere – ci racconta Veltri – nell’avanzare la sua candidatura ha posto anche la condizione di costruire un percorso di selezione del candidato di costruzione del programma e di regole per la designazione. Io, nell’accettare la candidatura proposta dal Cantiere e da altre espressioni della società civile, ho anche chiarito di essere disponibile ad una selezione attraverso le primarie. Per intenderci il modello Puglia. Ho anche detto però che accetto da subito qualsiasi risultato e sosterrò il candidato prescelto.”
Un percorso chiaro, alternativo al metodo dei sondaggi. Ma se ci fosse un sondaggio lei sarebbe disponibile ad accettarne il verdetto? “Senz’altro, pur di scegliere un metodo”. Il centrosinistra cittadino che ne pensa? ”E’ di ieri l’altro la prima iniziativa pubblica promossa dal Cantiere sul tema delle prossime elezioni comunali. Un’iniziativa a cui sono state invitate tutte le forze politiche del centrosinistra. Purtroppo, tranne Rifondazione gli altri partiti non si son fatti vivi ma sono stati rappresentati dall’attuale Sindaco della Margherita, Andrea Albergata in carica da dieci anni”. Cosa vi ha detto il Sindaco? “Sostanzialmente non si è pronunciato, pur ammettendo che la vittoria del centrosinistra non può prescindere dal coinvolgimento di questa parte importante di cittadinanza.” Ma veniamo alle questioni di merito. La giunta in carica propone di edificare nel vecchio parco dei Visconti, dove si tenne la battaglia di Pavia tra Carlo V e Francesco I°, vinta dal re spagnolo che così poté controllare buona parte d’Europa. Che ne pensa? “Su questa ipotesi io non sono d’accordo e con me anche le associazioni e molti cittadini, forse è anche uno dei motivi che ha fatto venir meno il consenso al centrosinistra di Pavia”. A proposito dei cittadini, loro che ne pensano di questa candidatura? “Ci sono stati due sondaggi: il primo realizzato da FI, che ha evidenziato un mio vantaggio sul prof. Rondini probabile candidato del polo; l’altro, effettuato dalla COESIS di Alessandro Amadori, ribalta l’esito di una competizione tra me e Rondini in una situazione di testa a testa”. E gli altri possibili candidati? “Uno è l’attuale vice-sindaco, il DS Eligio Gatti che risulta distanziato di 10 punti da Rondini e otto da me. Gli altri candidati possibili registrano una intenzione di voto che non supera il 6%”. Una fotografia sconfortante che mette in discussione le possibilità di vittoria e dovrebbe preoccupare la coalizione uscente? “Francamente non capisco un atteggiamento, oserei dire, di quasi indifferenza dove il centrosinistra rischia di essere scalzato dal governo cittadino perdendo una gran parte di consensi. Avverto un veto silenzioso contro la mia persona. Forse peggiore anche di quello verso Niki Vendola. Perché a Vendola si poteva anche imputare l’inesperienza di governo, ma su di me no. Qui tutti sanno come governo”. Insomma anche a Pavia i soliti problemi di metodo per selezionare il candidato? “Io sono fautore, insieme ad Occhetto e ad altri di una proposta, consegnata a Prodi, sull’istituzione di un codice etico. A Pavia dovremmo partire proprio da qui nella selezione del candidato migliore.”
[Mario De Carolis]