Gad, pace fatta
con Mastella
di UMBERTO ROSSO
ROMA - Mastella ammette solo "qualche passo avanti", e oggi se ne parte per una vacanza di sette giorni lontano dall'Italia. Ma l'accordo, frutto di una trattativa proseguita anche durante il Natale e con la partecipazione degli stessi Rutelli e Fassino, sembra ormai a portata di mano. Su un pacchetto che ruota attorno alla parola chiave: patto lungo, di legislatura, fra il centrosinistra e l'Udeur. Articolato in due passaggi: il primo sulle regionali, ma l'altro riguarda le politiche. E qui Clemente dovrebbe aver strappato la cosa che più gli stava a cuore: garanzie concrete per non ammainare la bandiera dell'Udeur, per non finire inghiottito dalla Fed.
Nella parte a lungo termine dell'accordo dunque spuntano un paio di clausole che garantiscono a Mastella una pattuglia di deputati e senatori tale, fra collegi e quota proporzionale, da poter dar vita poi a dei propri gruppi parlamentari autonomi. Il leader dell'Udeur incassa - così gli è stato garantito - il riconoscimento politico invocato, e l'Ulivo d'altra parte non perde un pezzo importante nella battaglia contro Berlusconi. Come pure ad un certo momento si è veramente temuto. "Il clima è positivo - assicura Giuseppe Fioroni, il capo degli enti locali della Margherita - c'è una ritrovata intesa: Mastella non può e non deve sentirsi ospite in quella che invece è la sua casa, la casa di tutto il centrosinistra".
A rendere ufficiale il patto, dovrebbe arrivare già nei prossimi giorni una raffica di dichiarazioni dei leader ulivisti, con annesso riconoscimento e plauso per il ruolo dell'Udeur nella grande alleanza.
Ma che cosa lascia Mastella al tavolo della trattativa? Non avrà candidati governatori. Cade l'ipotesi Basilicata, in pista per la regione resta il solo De Filippo (Margherita), appena prosciolto dall'inchiesta giudiziaria che ne aveva bloccato la corsa. E Clemente non darà più battaglia a Bassolino in Campania. Rinuncia anche alla provincia di Caserta e al sindaco di Taranto.
Scatteranno però dei meccanismi di compensazione. Nelle regioni del Sud dove l'Udeur è forte (Calabria, Basilicata, Campania, in parte anche Puglia) le opzioni possibili vanno dalla vicepresidenza di giunta alla presidenza del consiglio regionale alla presenza di assessori targati appunto udeur. Ma proprio per garantire un ruolo politico nazionale del partito, al tavolo del confronto con Fioroni e Cabras (ds) i due emissari mastelliani Cusumano e Fabbris hanno invocato anche una "visibilità" nelle regioni del nord. Così in Piemonte o in Liguria nel listino dei candidati di centrosinistra ci saranno perciò uomini del partito di Mastella. E Clemente vuole dire la sua anche sui programmi, in particolare per il Lazio.
Alla fine dunque, grazie al combinato disposto fra le magiche parole "riconoscimento" e "visibilità", che erano l'obiettivo di Clemente, e il rinnovato "patto di legislatura" cui invece puntavano Rutelli e Fassino, il braccio di ferro pare sbloccato. Mancano ancora alcuni dettagli "tecnici" per archiviare definitivamente la crisi che ha tenuto l'Alleanza sulle spine, ma gli ostacoli maggiori sembrano rimossi.
Rimane soprattutto adesso la parte, diciamo così, di galateo politico, che per il leader del Campanile però è di sostanza. E lo ha ripetuto spesso nei colloqui che sono andati avanti anche nei giorni della vigilia di Natale, a Santo Stefano e poi fino al 30 dicembre: "Non ci sto a passare per accattone, la mia è una battaglia politica". Con Rutelli, che pure era diventato per Clemente un bersaglio fisso, il gelo si è sciolto. Ora Mastella aspetta, telefonate a parte, un riconoscimento esplicito anche da Prodi.
(3 gennaio 2005)