La somma era destinata all'assunzione di 4200 giovani nelle università
Ma al Senato l'emendamento, bocciato in commissione, è diventato 'ordine del giorno'
La denuncia dei ricercatori
"80 milioni spariti dalla Finanziaria"
Ghizzoni (Pd): "Messi in discussione fondi già stanziati nel 2007"
di ROSARIA AMATO
ROMA - Ottanta milioni destinati all'assunzione a tempo indeterminato di 4200 ricercatori universitari finiti nel nulla. La denuncia è dell'Osservatorio della Ricerca, un gruppo trasversale di scienziati e ricercatori italiani. Il rischio che la somma, stanziata dalla Finanziaria 2007 ma 'vincolata' a un successivo provvedimento, svanisse nel nulla si è concretizzato quando l'emendamento presentato nell'Aula del Senato (e a suo tempo bocciato in commissione Bilancio a Palazzo Madama), (che ha appena approvato il provvedimento in via definitiva), è diventato un semplice 'ordine del giorno'.
A quel punto i ricercatori hanno perso le ultime speranze: "Siamo di fronte alla ormai quasi certa perdita di fondi per le assunzioni dei ricercatori - denuncia il coordinatore dell'Osservatorio, Rino Falcone, del Cnr - fondi già stanziati che andranno in economia. Sappiamo quanto sia complicato recuperare risorse per questo settore (e come tutti i politici sensibili ai temi della consocenza si lamentino delle difficoltà di farle uscire dal bilancio dello Stato): qui le risorse ci sono già e si decide di non allocarle!".
"L'emendamento presentato dal presidente della commissione Cultura Antonio Possa (Pdl) - spiega Antonio Rusconi, presidente dei senatori Pd all'interno della commissione - era frutto di un'iniziativa comune. Quando si è andati a votare, il presidente Possa è stato costretto a togliere la firma, mentre il secondo firmatario Sciutti, capogruppo Pdl in commissione Cultura, ha chiesto che l'emendamento venisse trasformato in ordine del giorno. Una decisione che ha un solo significato: questo Paese non investe nella ricerca, e i fondi che per qualche ragione vi vengono destinati sono fonti di saccheggio di risorse anziché d'investimento".
Che i fondi rischino veramente di essere trasferiti dal bilancio del ministero dell'Istruzione a un altro bilancio, considerato di maggiore urgenza o importanza, è più di un sospetto anche per [...]
Repubblica