...Berlusconi
Amici lettori. Penserete che lo spumante natalizio abbia lasciato segni nel mio cervello. Non è così. È vero, mi piacciono il Berlucchi, il Ferrari e il Bellavista. Ma ne bevo poco, non a sufficienza per esserne onnubilato.
Il presente articolo pertanto è a denominazione di origine controllata, assai controllata.
In ogni caso vi stupirò.
Da qualche tempo sono soggetto a un fenomeno di telepatia e “ricevo” i pensieri di Silvio Berlusconi. Sono lì in poltrona a meditare sulle vicende politiche italiane e la mia testa, dopo qualche elucubrazione, si mette in contatto con quella del Cavaliere, ne capta i messaggi.
Oggi ho deciso di rendervi partecipi di tanti segreti del premier, rubati così, nell’etere.
Vado al sodo.
1) La Casa delle libertà al momento gode di un vantaggio sul centrosinistra di circa 5 punti percentuali. Se votassimo in questi giorni per il rinnovo del Parlamento, anziché fra un anno e mezzo, rivincerebbe il Polo a mansalva. Cosa è successo di tanto importante da spingere avanti la maggioranza?
Intanto la riduzione delle aliquote Irpef. Ha un bel dire l’Ulivo. Il fatto che il governo abbia mantenuto le promesse, pur avendo vacillato fino all’ultimo, ha dato il via a un circolo virtuoso: in un Paese in cui nessuno ha abbassato i tributi, costatare che Berlusconi è una felice eccezione accende nuovi entusiasmi.
2) Le beghe nella Cdl, quelle di cui ci occupammo in primavera e all’inizio dell’estate, sono ormai dimenticate. Il Cavaliere ricorrendo un po’ alla vaselina e un po’ alle maniere forti, ha sistemato le pratiche connesse alle verifiche sollecitate da An e Udc. Tremonti è stato riciclato, da ministro dell’Economia a deus ex machina di Forza Italia. Bondi e Cicchitto hanno ingoiato il rospo con eleganza, neanche una smorfia. Gianfranco Fini è ora responsabile della Farnesina e ha il suo bel daffare, altro che perdersi in polemiche interne alla coalizione. Follini non è più un rompiballe: promosso vicepremier, ha dismesso gli attrezzi da incendiario e ha indossato i panni del pompiere .
3) Rimane il problema Ciampi. Che invece di raddrizzare la propria schiena è intento a raddrizzare quella dei giornalisti. Se nomina dei senatori a vita, sceglie gente di sinistra. L’ultimo, Mario Luzi, il poeta, quando scrive versi è passabile ma se apre bocca è imbarazzante. L’ho udito in tivù; ero a disagio per lui. Recentemente, il capo dello Stato si è recato in Cina e si è scordato dei diritti umani negati a un miliardo e trecentomilioni di persone. Però ha rammentato l’embargo sulle armi, sollecitandone l’abolizione. D’accordo, gli affari sono affari, ma è meglio trattarli con un minimo di decenza. Se a un popolo come quello cinese, dopo avergli insegnato a lavorare, gli fornisci cannoni e roba del genere ti saluto; fra dieci anni riduce l’Occidente in polpette. Lo sa o non lo sa, Carlo Azeglio, che in Cina vi è un regime comunista?
4) Il presidente della Repubblica ha bocciato, “causa incostituzionalità”, la riforma della giustizia. Berlusconi si è affrettato a dire: certi miei parlamentari sono cretini. Alla parola cretini, parecchi di noi hanno esultato per affinità di idee. Il premier invece di perdere punti, ne ha guadagnati nell’opinione pubblica. Prevedo che a breve Ciampi boccerà anche la legge salvapreviti. Dispiace per Previti, forse, ma non per la legge. Sia come sia il Quirinale dà l’impressione di essere amico del giaguaro. Se il Cavaliere ne avesse facoltà darebbe fuoco alla residenza presidenziale, inquilino incluso.
5) Due o tre riflessioni sulla sinistra. Era convinta che il presidente del Consiglio fosse out. E lo ha sfottuto alla grande persuasa che l’abbassamento delle tasse fosse una chimera e che la coalizione fosse sul punto di implodere. Smentita dalla realtà, ha smarrito la sinderesi. Si è sfasciata (ciascuna componente pedala per conto suo). È allo sbando. Ha sbagliato sigla. Ha sbagliato linea. Adesso contesta anche Prodi del quale non si fida, ed è alla disperata ricerca di un leader nuovo. Quale? Saperlo. Nel caos ha tirato su il capino Veltroni, ottimo sindaco di Roma; ma Roma non è da un pezzo Caput mundi. E Veltroni, ex comunista, non otterrà mai i consensi dei centristi. Rutelli e D’Alema hanno già dato. Letta è il migliore e proprio per questo non lo vorranno fra i piedi. Resta Monti, il bocconiano. Però Monti è come Ciampi, uno da issare in poltrona con la gru, non uno da gettarsi in campagna elettorale a rischio della faccia e dei glutei.
6) Il sogno di Berlusconi - date retta a me - è la proporzionale. Con la quale attrarre a sé la Margherita e costituire un Centrone imbattibile in barba all’alternanza. Di cui se ne infischia. Egli è consapevole che gli italiani pretendono stabilità e non amano gli eccessi, neppure sulla carta. Di conseguenza, fosse per lui, si alleerebbe con i Gerardo Bianco e con Marini a costo di scaricare parte della destra. In questo modo a sinistra, in posizione isolata, resisterebbero solo gli ex comunisti e i comunisti, 30 per cento al massimo. Aggiungiamo un 10-12 per cento di destra, fanno 42 per cento. Forza Italia e democristiani (moderati e progressisti sommati) avrebbero ampi margini di governabilità.
7) Il guaio del Cavaliere è che egli non ha un delfino, un erede. Formigoni non è stupido, tutt’altro. Ma sarebbe in grado di... Non scherziamo. Berlusconi all’alba dei settanta anni, con qualche capello in più per magico intervento del chirurgo, sarà dunque costretto a condurre in prima persona una campagna elettorale, nel 2006, defatigante e stressante. Chi glielo fa fare? Lui - mentendo a se medesimo - dice che manderà Letta (il suo, non il margherito) a Palazzo Chigi. Ciononostante non punterebbe al Quirinale (secondo me invece sì) bensì a guidare la maggioranza in Parlamento. Figurass. Comprendete che qui è un pasticcio. Alla fine Silvio o si sacrificherà nel ruolo di capo dello Stato (sai che sforzo) o si (ri)adatterà a Palazzo Chigi. Chiaro?
8) Il premier stima Bertinotti. A parole. Secondo me gli è simpatico solo perché è milanista e disturba la quiete nella sinistra. Non sopporta Fassino (ed esagera) perché lo attacca sul piano personale; non lo sopporta, insomma, perché vorrebbe esserne baciato.
9) Berlusconi detesta la Rai. Motivo:l’aziendona non si dedica alla formazione, ma fa concorrenza a Mediaset (che l’è roba sò, del Piersilvio) e ne minaccia la leadership nel settore. Preferirebbe un servizio pubblico di qualità e una tivù commerciale ricca. Mica scemo.
10) La Turchia in Europa? Ben venga, pensa il Cavaliere. È un mercato pazzesco. Guardate la Telecom del Tronchetti Provera: ha rimediato un affare da 3 mila miliardi. Infine, quali sono i giornali su cui il premier può contare? Il Giornale (bella fatica). Il Foglio (non lo sapevo). Il Tempo (ma va là). E Libero. Libero? Oddio, «Feltri sente sempre il bisogno di sfottermi, però...». Però cosa? Feltri non è mai stato berlusconiano, ma sempre anticomunista. E basta.
E se te lo dico io, Silvio, damma trà.
Vittorio Feltri su Libero del 27 dicembre
saluti