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Il 34,2% degli italiani è favorevole all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Un numero superiore a quello di coloro che giudicano tale evento in modo negativo (28,5%), sebbene il 37,3% risulta essere indifferente. È quanto emerge dai primi risultati dell’indagine sull’opinione degli italiani in rapporto al processo di integrazione europea, condotta dall’Eurispes, tra il 25 novembre e il 2 dicembre di quest’anno. Un’anticipazione (l’indagine integrale sarà contenuta nel Rapporto Italia 2005) è stata illustrata dal Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara.
Per quanto riguarda le opinioni dei giovani italiani, questi sono poco fiduciosi nell’Unione Europea. L’ottimismo e la fiducia nei confronti dell’integrazione europea sono i sentimenti predominanti, sia in senso assoluto (tre intervistati su quattro sono ottimisti o fiduciosi nei confronti del processo di unificazione), che considerando le singole fasce di età, spiega l’istituto. La visione ottimistica tende comunque a ridursi tra i giovani, e soprattutto nella classe 18-24 anni, all’interno della quale soltanto il 32% degli intervistati si dichiara ottimista e il 37% fiducioso. L’analisi delle macro aree territoriali evidenzia maggiore ottimismo nel Sud e nelle Isole, mentre nel Nord-est solo il 15,2% degli intervistati si mostra particolarmente favorevole a tale prospettiva.
Quanto all’approvazione della Costituzione europea, gli italiani, secondo la fotografia dell’Eurispes, sono poco consapevoli, ma ottimisti per il futuro. Dall’indagine, è però emerso che soltanto un intervistato su tre (il 31,7% del totale) conosce il numero esatto degli attuali paesi membri della comunità (25). Disaggregando ulteriormente il dato per fascia di età, si rileva come soltanto il 18% degli intervistati fra i 18 e i 24 anni abbia risposto correttamente alla domanda.
In merito poi all’impatto derivante dall’approvazione della Costituzione Europea, è possibile rilevare come il 74,4% dei cittadini abbia dichiarato che essa porterà benefici a tutti i paesi dell’Unione. D’altra parte, tale percentuale di ottimisti scende al 62,6% per quanto riguarda i possibili benefici che potrebbero ricadere sul nostro Paese.
Nell’indagine effettuata da Eurispes emerge inoltre che per gli italiani il rapporto tra l’Italia e Unione Europea è poco vantaggioso. Il 36% degli intervistati, ritiene che gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l’Unione europea - si legge nel rapporto - mentre il 26,1% condivide l’affermazione secondo cui un buon legame con l’Unione europea è necessario ma poco vantaggioso. E il 15,6% considera che l’Unione europea stia creando più problemi che vantaggi. Disaggregando ulteriormente il dato per professione dell’intervistato è opportuno sottolineare che il 56,5% degli imprenditori ritiene che gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l’Unione Europea, mentre soltanto il 24,5% degli studenti, il 34,6% dei pensionati e 13,2% degli operai condivide tale affermazione.
A proposito dell’euro, agli italiani è stato chiesto se "l’impresa vale la spesa". Secondo lo studio dell’Eurispes i principali elementi di positività attribuiti all’euro sono: la capacità di rendere stabile e forte la moneta (70,3%), spingere le imprese italiane ad essere più competitive (60,3%) e rendere l’Europa una forza economica alla stregua degli Stati Uniti (58,9%). Esiste inoltre un atteggiamento positivo da parte dei cittadini rispetto ad alcune conseguenze portate dall’integrazione come: sviluppo della conoscenza, della ricerca e del progresso scientifico (77,5%); maggiore autorevolezza dell’Europa rispetto al resto del mondo (72,2%); migliore difesa dei diritti (68,4%); più efficace lotta contro il crimine (52,6%).
Critici invece (60%) per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro.
Infine i valori dell’Europa. Secondo gli intervistati, i valori e gli elementi su cui si dovrebbe fondare principalmente l’Unione europea sono: l’uguaglianza (18,2%), la libertà (17,5%), la famiglia (16,5%), la cultura (16,4%), il credo religioso (10,8%) ed infine la tradizione (10,7%).