Per tutti i padagogeni ecco una bella notizia da travaso di bile:
Sono le Regioni centrali
a trainare l'economia
Ma la regione che ha fatto meglio è stata la Sicilia: più 1,8%
E la grande impresa continua a perdere posti di lavoro
ROMA - Cambia la mappa della crescita economica italiana. Arranca il Nord-Ovest, si mantiene in sella il Nord-Est e avanza il Mezzogiorno. Ma a trainare la crescita economica italiana è ormai soprattutto il Centro. E' nelle Regioni del Centro che il Prodotto interno lordo dell'Italia supera, e nemmeno di poco, quello realizzato a livello nazionale: lo 0,70% contro lo 0,30%. Lo rileva l'Istat nella sua analisi dei principali aggregati economici regionali, basata sui dati del 2003.
Un'analisi da cui emerge che non tutte le Regioni hanno risposto allo stesso modo alla crisi economica. "Il rallentamento della congiuntura economica - scrive l'Istituto di statistica - si è riflesso in modo differenziato nelle grandi ripartizioni territoriali". Nel Nord-Est la crescita del pil è stata dello 0,5% e nel Mezzogiorno ha toccato quota più 0,4%.
Arretra invece il Nord-Ovest (-0,3%), che già nel 2002 aveva segnato un dato negativo: -1%. Colpa anche della crisi della grande industria che continua a perdere posti di lavoro: 22.000 in meno nel solo mese di ottobre 2004. E a soffrire di più sono la Lombardia (-0,6%) e il Piemonte (-0,1). Rimane in sella invece la Liguria (+0,9%).
A far lievitare il pil nel Centro Italia sono stati i settori delle costruzioni (+2,3%) e dei servizi (+1,4%), mentre agricoltura e industria hanno realizzato perdite rispettivamente pari al 12,1% e all'1,7%. A correre di più sono state le Marche e il Lazio che hanno registrato aumenti dello 0,7% e dell'1,1%. E' arretrata invece l'Umbria che ha una contrazione del proprio pil dello 0,4%. Colpa della flessione del valore aggiunto dell'industria (-2,3%), che non ha risparmiato neanche Lazio e Toscana, dove però i servizi e le costruzioni hanno compensato la perdita.
E anche il Mezzogiorno, questa volta, ha fatto meglio di quanto realizzato a livello nazionale. Ha visto crescere il pil dello 0,4%, grazie a un "discreto risultato" dei servizi. Fra le diverse Regioni a fare la parte del leone è stata la Sicilia, con un incremento del pil dell'1,8%, (la più elevata in assoluto), seguita dal Friuli Venezia Giulia (+1,6%) e dal Lazio (+1,1%). Seguiono la Calabria (+0,8%) e la Campania (+0,5%). Le altre Regioni del Sud, invece, segnalano andamenti negativi: Abruzzo (-0,1%), Sardegna (-0,3%), Basilicata (-0,5%), Puglia (-0,8%) e Molise (-1,2%).
Dati, ha commentato il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi che confermano "la metamorfosi in corso nell'economia italiana nella quale cede la produzione di beni ma cresce quella di servizi". Critica invece la Cisl. "Speriamo che il governo, che sta mettendo a punto il documento sulla competitività, si renda conto della gravità della situazione della nostra economia e convochi le parti sociali, per discutere su come promuovere lo sviluppo e l'occupazione", ha commentato il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta, commentando i dati relativi all'andamento dell'occupazione nelle grandi imprese.
(30 dicembre 2004)