Ricevo dal Prof. Damiani e sottopongo alla vostra attenzione:

----- Original Message -----
From: Franco Damiani
To: Harm
Sent: Wednesday, December 29, 2004 3:02 PM
Subject: R: info


Ecco un mio sunto della vicenda seguito dalle mie prime valutazioni sul provvedimento di sospensione, che ho impugnato con ricorso d'urgenza che sta per essere presentato al giudice del lavoro:

a) Il prof. Franco Damiani (24 anni di servizio, tre volte vincitore di concorso) prende possesso della sua nuova cattedra nel Liceo scientifico di Piazzola sul Brenta (PD) il 14.9.04. Gli vengono assegnate le classi I D (storia e geografia) e II C (italiano, latino e storia).
b) Tutto procede normalmente fino al 29 settembre. L'unico episodio vivace è costituto da una discussione in II C sulla storicità dei Vangeli, innescata dall'esposizione del libro di testo ("Il mosaico e gli specchi" di De Corradi-Giardina-Gregori, non scelto dal docente, v. 2A, pp. 7-10), che la metteva in dubbio o la negava, sostenendo che essi sono "attribuiti" a Matteo, Marco, Luca e Giovanni, che il processo a Gesù fu fatto dal Sinedrio e da Ponzio Pilato, che i Vangeli sono testi religiosi scritti per edificare i fedeli e non testi storici in senso stretto, che la Resurrezione era "una speranza che divenne presto assoluta certezza" e che "la separazione del cristianesimo dal giudaismo rappresenta un'evoluzione successiva e fu soprattutto opera di San Paolo, il padre della teologia cristiana"
Affermazioni quanto meno ambigue, generiche e disinvolte, riecheggianti vari errori del modernismo presentati agli ignari studenti (affascinati ingenuamente, come ben sanno gli autori, da tutto ciò che sa di "demitizzazione") come verità indiscutibili, tanto che il docente si sente in obbligo di ricordare. a) che la Chiesa, unica interprete e depositaria autorevole della Scrittura, insegna infallibilmente la piena storicità dei Vangeli, b) che la Resurrezione, evento su cui poggia tutto l'edificio del cristianesimo, è fatto storico e non metastorico; c) che gli autori dei quattro Vangeli sono senza dubbio i quattro che la Tradizione e il Magistero ci insegnano; d) che la teologia cattolica ha chiaramente insegnato la cesura rappresentata da Gesù Cristo non solo nei confronti dell'ebraismo ma in tutta la storia dell'umanità, e che quindi San Paolo non è affatto "il padre delle teologia cristiana" (tesi che riecheggia quella di Riccardo Calimani di "San Paolo inventore del cristianesimo") ma il divulgatore e l'interprete del messaggio di Gesù, rispetto al quale non opera alcun "salto". Aggiunge una spiegazione approfondita della teologia cattolica sull'ebraismo, con la fondamentale distinzione, occultata dal testo, tra quello mosaico e quello talmudico-rabbinico, e con la conseguente dottrina della "sostituzione" e del "mysterium iniquitatis". Insiste, in risposta alle osservazioni polemiche di alcuni studenti, che questa non è una sua personale "opinione" ma la dottrina costante della Chiesa, vincolante per chi voglia rimanere cattolico.
c) La discussione era stata archiviata e si era proceduti normalmente con lo svolgimento del programma.
d) Improvvisamente e inopinatamente, il 28 settembre i genitori della classe II C si riuniscono e, dichiarando che in classe si è creato "un clima di fortissima tensione e disagio" chiedono che l'insegnante venga "rimosso" entro l'8 ottobre, altrimenti autorizzeranno i loro figli ad astenersi dalle sue lezioni, e sostituto entro il 30 ottobre, altrimenti iscriveranno i figli in altra scuola.
e) Il 1°ottobre, in assenza del docente che per quella data aveva da tempo chiesto un giorno di ferie essendo stato nominato unico relatore di un convegno culturale, si svolgono i Consigli di classe. In quello di II C il docente viene accusato dalla signora Slaviero, rappresentante di classe, di razzismo e proselitismo, più altre accuse comportamentali del tutto risibili (un registro sbattuto sulla cattedra, la dichiarazione di non condividere la composizione mista delle squadre di educazione fisica e simili). Viene ribadita la richiesta di sua immediata rimozione.
f) Sulla base di tali accuse il dirigente scolastico rivolge al docente una richiesta di chiarimenti e una contestazione d'addebito, minacciandolo di proporre a suo carico la sospensione dall'insegnamento fino a sei mesi.
g) A tale contestazione il docente risponde smontando punto per punto le accuse mossegli, con una memoria di cinque pagine incentrata sull'accusa di razzismo, che di fatto capovolge contro gli accusatori ricordando che l'atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei è sempre stato improntato alla carità soprannaturale, ben diversa dalle false concordie umane, e che comunque la questione della razza c'entra come i cavoli a merenda..
h) Il docente dedica tre ore di lezione a chiarire con gli studenti tutti gli eventuali dubbi in loro insorti e, constatato che tutto è stato chiarito, procede con lo svolgimento del programma. Nel frattempo, tutto procede normalmente anche in I D:
i) A freddo e inopinatamente, nonostante non riomanessero più equivoci, l'8 ottobre la classe II C esce dall'aula all'ingresso del docente, e continua imperterrita in questa azione fino al 27 novembre, benché il docente sia presente in cattedra.
l) Il 12 ottobre il dirigente scolastico convoca un Consiglio di classe straordinario alla presenza di tutti i genitori e di tutti gli studenti, che in quella circostanza invita a rientrare in classe, ma senza distribuire loro, come aveva promesso, le controdeduzioni del docente; i genitori ascoltano (?) i chiarimenti del prof. Damiani ma alla fine ribadiscono la loro decisione, leggendo un comunicato evidentemente già preparato prima in cui non tengono minimamente conto dei suddetti chiarimenti né di quelli fatti in classe con gli studenti.
m) Nel frattempo il docente viene a sapere che già a giugno, quindi ben prima che egli prendesse possesso della nuova cattedra, il signor Maurizio Segato, presidente del comitato genitori, aveva telefonato al CSA di Padova per chiedere che all'insegnante fosse impedito di insediarsi nel suo posto di lavoro, paventando "gravi consegenze" dal suo arrivo. Nei confronti del Segato e della Slaviero il docente sporge denuncia per diffamazione.
n) Il 18 ottobre il dirigente scolastico rivolge al docente un'altra contestazione d'addebito per sue frasi pronunciate in classe I D (una sul revisionismo olocaustico e altre di critica all'evoluzionismo), cui il docente replica con sintetiche controdeduzioni;
o) Il 19 ottobre il docente ha il primo colloquio con l'ispettore Stefano Quaglia.
p) il 3 novembre il d.s. fa recapitare al docente una lettera anonima dichiarando che sarebbe stata scritta da genitori di alunni di Cittadella, sede centrale della scuola, dove il docente insegnava lo scorso anno, in cui lo si accusa di aver lasciato sulla cattedra il testo di una versione di latino e lo si accusa perciò di "disonestà", con altre pesanti considerazioni sulla sua persona. L'accusa è falsa (il docente, che nulla ne sapeva, è convinto che gli studenti se ne siano fraudolentemente impadroniti e ritiene che la versione andasse annullata; da notare che per tutto l'anno era stato accustao dell'esatto contrario, ossia di dare versioni troppo difficili e voti troppo bassi) ma il prof. Damiani si limita a replicare che non è suo costume prendere in considerazione lettere anonime, stupito che un capo d'istituto si abbassi ad atti così meschini. Decide di sporgere denuncia per diffamazione contro ignoti. Il dirigente non risponde mai più alla richiesta di fornire i nominativi dei firmatari e lascia cadere la cosa..
q) L'8 novembre il docente ha il secondo, ampio colloquio con l'ispettore Stefano Quaglia.
r) Il 10 novembre, nel corso del Consiglio di classe, i rappresentanti dei genitori, invitati dal dirigente scolastico (e in precedenza anche dall'ispettore) a recedere dalla loro posizione (il d.s. li invita a far tornare i figli in classe o a iscriverli in altra scuola), ribadiscono invece la loro linea di condotta.
s) Il 26 novembre il direttore generale regionale del MIUR per il Veneto, Carmela Palumbo, infligge al docente la sospensione cautelare dall'insegnamento, con privazione dello stipendio sostituito da un "assegno alimentare", benché nessuna sentenza sia stata pronunciata sul suo conto, dichiarando che la relazione ispettiva è al suo "attento esame"., Oggi, 18 dicembre 2004, tale "attento esame" procede, mentre l'insegnante è tuttora senza stipendio, né sa quando tale situazione finirà. La Direzione regionale, richiesta di fornire all'interessato copia della relazione ispettiva in base alla legge sulla trasparenza degli atti amministrativi, ha finora differito la richiesta, ricevuta il 13 dicembre, benchè il docente e il suo avvocato abbiano fatto presente l'urgenza del rilascio del documento, necessario per la predisposizione del ricorso al giudice del lavoro

Queste le osservazioni immediate del docente su tale provvedimento:



Lo scrivente nota che il D.G. attribuisce a lui la colpa della “gravissima situazione di tensione e di disagio” creatasi a suo avviso con una classe, mentre dalle controdeduzioni del sottoscritto alle contestazioni d’addebito risulta che tale situazione è solo asserita dai genitori della classe stessa e le relative responsabilità devono essere ancora accertate. Ribadisce di aver cercato (anche per evidenti ragioni di buon senso) di creare nella classe un clima di fattiva collaborazione e di fiducia, di esserci riuscito fino al 7 ottobre (giorno prima dell’inizio dell’assenza) e ritiene che la “tensione” e il “disagio”, ammesso e non concesso che esistessero, siano stati creati dolosamente da altri, per fini a lui sconosciuti anche se intuibili: di esserne comunque la vittima e non il colpevole

Il D.G dice di aver esaminato la “copiosa documentazione” pervenutagli, ma cita solo le testimonianze d’accusa e non fa una parola della difesa dell’interessato, dando così, a giudizio dello scrivente, prova di prevenzione nei suoi confronti, oltre a non consentirgli alcun contraddittorio;

il D.G. accusa il sottoscritto di “posizioni interpretative e convinzioni del tutto personali”, quando queste sono il sale stesso della scuola pubblica e della libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione (esistono forse posizioni che non siano "personali"'?) In questo caso, peraltro, di "personale" non c'è nulla, trattandosi dell'esposizione argomentata della bimillenaria dottrina della Chiesa, tema essenziale per capire una quantità di nozioni, non esclusa la "Divina Commedia". Che altro può fare un insegnante con 24 anni di lavoro alle spalle che usare le metodologie in cui crede ed esprimere “le posizioni interpretative e le convinzioni” che la sua coscienza umana e professionale gli detta, ovviamente calibrandole a seconda degli studenti che si trova davanti?

Il D.G.cita “note di protesta” financo degli “amministratori locali”, con i quali il sottoscritto non ha avuto alcun rapporto e con cui non ha alcun legame gerarchico, a meno che non si consideri la scuola un’istituzione al servizio della politica. Locale, per giunta:

il D.G. dichiara che “l’impostazione metodologico-didattica dell’insegnamento impartito” dal sottoscritto sarebbe “fonte di risultati (sic) particolarmente provocatori (provocatori, semmai, saranno gli interventi) e destabilizzanti”, senza dare di questa affermazione il minimo elemento di prova né muovere addebiti specifici (ai quali peraltro il sottoscritto ha già ampiamente e analiticamente risposto nelle sue controdeduzioni). Se per “risultati provocatori e destabilizzanti” si intende far ragionare gli studenti con la loro testa, costringendoli alla consequenzialità logica e al rispetto delle competenze e dei ruoli, cui sono gravemente disabituati; se significa smontare i luoghi comuni di volgare laicismo largamente diffusi tra loro, combattere quell'indistinto buonismo zuccheroso, facile e per nulla impegnativo, che pare l'unica "ideologia" che gli adulti sono capaci oggi di trasmettere ai giovani e che si traduce nella sostanziale indifferenza se non disprezzo per le proprie tradizioni, considerate un tutt'uno con il passato contadino di cui ci si vuol liberare; se significa tutto questo allora rivendico questa accusa come un luminoso titolo di merito;

il D.G afferma la necessità di pervenire “a una soluzione immediata della questione”, mentre l’esigenza dovrebbe essere quella di pervenire a una soluzione “giusta” della questione, a meno di non voler fare della giustizia sommaria, in cui fatalmente è il più debole (inutile dire chi, in questo caso) a soccombere.

il D.G. dichiara di non aver ancora valutato le conclusioni della relazione ispettiva: il sottoscritto domanda allora in base a quali ragioni di “pericolo” sia stato sospeso dall’insegnamento, anche considerato che con la classe prima stava lavorando in tutta normalità e che nessuno può “presupporre”, a meno di considerarlo un pazzo, che la sua sola presenza in classe minacci la sicurezza o l’integrità di qualcuno; vorrebbe anche sapere quanto tempo richiederà tale "attento esame", per cui il D.G. non pone a se stessa alcun limite, mentre sembra voler fiaccare, colpendolo nei mezzi di sussistenza, il morale del docente;

il D.G.dichiara che il sottoscritto “nel frattempo non ha assunto alcuna diversa posizione”, nonostante l’evidente aggravarsi della vicenda che lo riguarda”: Il sottoscritto rileva la singolarità di tale pretesa, visto che come detto a tutte le contestazioni fattegli ha puntualmente risposto e che la richiesta di “assumere diverse posizioni”, senza nemmeno specificare su che, assume evidentemente i connotati di una vera e propria intimidazione ideologica; nota altresì che imputare a lui, che si è sempre recato in cattedra, mentre chi si assentava erano gli studenti, “l’evidente aggravarsi della situazione”, rasenta il paralogismo; infine nota come parlare di "situazione insostenibile" dopo sole due settimane di scuola, mentre nell’altra classe il lavoro procede perfettamente, e a fronte di una sola discussione in classe peraltro già archiviata, mentre in tutte le altre trenta ore si era lavorato normalmente, e per di più attribuire tutto questo all’esclusiva responsabilità dell’insegnante, colpendolo per questo con la sospensione cautelare, è provvedimento a giudizio non solo suo di una gravità inaudita;

il sottoscritto nota ancora che l’eventuale sanzione contro di lui, in una situazione grottesca come la presente, in cui egli non ha fatto, fino a prova contraria, che il suo dovere, ed è stato combattuto e insultato e ha subito intimidazioni proprio per questo, creerebbe un gravissimo precedente, del tipo: arriva un insegnante per qualche motivo giudicato scomodo? Gli facciamo una bella contestazione uscendo dall’aula, condita con quattro accuse generiche che chiunque è capace di tirar fuori contro una persona che per contratto è tenuta a parlare per ore e ore, così lo cacciamo via. Fine della libertà di insegnamento, fine della democrazia, fine della scuola (almeno di quella di Stato, i cui fautori non fanno che ripetere che la sua superiorità su quella privata è costituita dal "pluralismo", dal "rispetto di tutte le opinioni" e dal "libero confronto delle ideologie").



Natale 2004, da una terra un tempo cattolica. Non è necessario andare in Sudan o a Timor Est per trovare persecuzioni contro i cattolici. Non è necessario rivangare la rivoluzione francese o il terrore staliniano per trovare esempi della "legge dei sospetti", in base a cui un'accusa è di per sé prova di colpevolezza.

Per un cristiano la conferma, a suo modo consolante, che la fede, se vissuta coerentemente, ha ancora un intatto potenziale "destabilizzante", che disturba, che fa infuriare, che scatena odi e persecuzioni. Ce l'avevi detto, o Signore:



"Beati quelli che soffrono persecuzioni a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati voi quando vi oltreggeranno e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia; rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Matth. V, 10-11).



Prof. Franco Damiani

Villafranca Padovana, 19 dicembre 2004

IV Domenica d'Avvento .