grazie
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La sede di Shambala è nel cuore dell'uomo.
Un’antica storia tibetana racconta di un giovane alla ricerca del misterioso regno di Shambhala. Durante il lungo viaggio, arriva alla grotta di un vecchio eremita.In Origine Postato da andré_noire
La sede di Shambala è nel cuore dell'uomo.
Questi gli chiede: "Dove stai andando?"
"Sto cercando Shambala", risponde il ragazzo.
"Allora non dovrai andare lontano, perché il regno di Shambala è nel tuo cuore".
BellissimaIn Origine Postato da Silvia
Un’antica storia tibetana racconta di un giovane alla ricerca del misterioso regno di Shambhala. Durante il lungo viaggio, arriva alla grotta di un vecchio eremita.
Questi gli chiede: "Dove stai andando?"
"Sto cercando Shambala", risponde il ragazzo.
"Allora non dovrai andare lontano, perché il regno di Shambala è nel tuo cuore".
In cosa si differenziano i miti di Agarthi e Shambala? Non si dice che in realtà siano la stessa città, ma che in realtà appare in due forem diverse a seconda della sensibilità buona o malvagia del coraggioso visitatore?
Grazie.
Il punto è che non si è mai sentito un lama tibetano parlare di agartha, nome conosciuto solo da fonti occidentali.In Origine Postato da Conte Jean
In cosa si differenziano i miti di Agarthi e Shambala? Non si dice che in realtà siano la stessa città, ma che in realtà appare in due forem diverse a seconda della sensibilità buona o malvagia del coraggioso visitatore?
Grazie.
Questo almeno è ciò che ho sentito dire da più parti.
Saluti
Per caso qualche forumista di POLIn Origine Postato da Senatore
Questo almeno è ciò che ho sentito dire da più parti.
Saluti
No, in realtà l'ho sentito da più fonti, e soprattutto mancano smentite. Sia chiaro, questo non significa che i lama tibetani disconoscano luoghi della geografia sacra e non ne parlino agli occidentali; è vero il contrario.In Origine Postato da Civis Romanus
Per caso qualche forumista di POL
UN CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DI SHAMBALA
Il mistero di Shambala è uno dei misteri più profanati della terra e della storia. Profanato perché, come si può vedere anche, o soprattutto, in internet, esso è divenuto oggetto delle speculazioni più devianti e pericolose. Ciò non toglie che tale mistero resta ben custodito, né potrebbe essere altrimenti, perché esso concerne una realtà non tangibile né con la ragione discorsiva né con le esplorazioni archeologiche (per quanto la spedizione russa da cui questa conversazione è partita
abbia un suo senso). Tutto ciò che di non arbitrario si è potuto sapere su Shambala lo si è dovuto ai Sapienti tibetani (e le uniche fonti occidentali degne di fede sono quelle che da quei Sapienti, nel tempo, hanno accolto qualche briciola di verità e non l’hanno poi deformata).
Nel n. 2 (aprile-giugno 1982) della rivista buddhista italiana “Paramita”, diretta da una nobile figura scomparsa qualche anno fa, Vincenzo Piga, apparve, tradotta dai francesi “Cahiers du Bouddhisme”, un’intervista assai notevole su Shambala, rilasciata da Kalu Rinpoche, e che fu citata anche nell’introduzione all’edizione di Arché (Milano, 1983) de “La Voie vers Shambhala” (Shambalai lam yig), testo tradizionale tibetano del 1775.
Kalu Rinpoche (1905-1990), è stato uno dei grandi Maestri della Tradizione nel ‘900. Appartenente alla scuola Kargyupa (quella di Milarepa), detentore del lignaggio Shampa-Kagyu, Kalu Rinpoche ottenne giovanissimo il titolo di Kempo (grande erudito), passando poi ben 12 anni in solitaria meditazione nelle grotte himalayane. Fondò poi numerosi monasteri e centri di ritiro, prima in Tibet, e poi, dopo l’invasione cinese, in Occidente. L’Italia pure ebbe l’onore di veder fondato da Lui il centro Milarepa di Pinerolo. Se non ricordo male, di Kalu Rinpoche esiste già un bambino riconosciuto come Tulku.
Come già ho avuto modo di scrivere in altra discussione del forum PAGANESIMOEPOLITEISMO, è vero che i Lama tibetani hanno una grande riservatezza su molteplici questioni, ma anche una grande cortesia nel fornire chiarimenti su tali questioni, quando ritengono che sia utile. L’intervista che segue è concentrata sull’iniziazione di Kala-cakra (La Ruota del Tempo), specificamente legata al lignaggio di Shambala, ma non mancano delle indicazioni sul problema del come intendere la realtà di Shambala e le profezie ad essa connesse. Quanto lessi in questa intervista nel 1982 ha trovato sostanziale corrispondenza, e maggiori dettagli, in conversazioni private richieste, in tempi e luoghi diversi, a due lama di scuola Gelugpa, i quali mi hanno confermato che i significati esoterici di Shambala non escludono affatto una presenza reale di tale Luogo sulla terra, pur in un ambito inattingibile dai profani.
Ed ora, ecco il testo dell’intervista al Venerabile Kalu Rinpoche, con l’augurio che questa mia trascrizione possa corrispondere alle intenzioni benevole con cui Egli la rilasciò.
°°°
D. – Ci parli, Rinpoce, della guerra di Sgambala.
R. – Esistono notizie precise in certi tanta ed alcune predizioni astrologiche, ma il tempo di questa guerra di Sgambala non è ancora giunto. C’è attualmente un re di Shambala, Rigden Dapo, egli avrà dei successori ed alla terza generazione verrà il re Rigden Dapo Tciakortcen, “il signore violento della ruota di ferro”: è sotto il suo regno che avrà luogo la guerra di Shambala.
D. – Qual è la durata del regno di questi re di Shambala?
R. – Un centinaio di anni. Tutti i re di Sgambala sono emanazioni di Bodhisattva; in particolare, Rigden dapo Tciakorten è una emanazione di Kalaciakra. Tutti coloro che ricevono l’iniziazione di Kalaciakra e compiono le sue pratiche, potranno rinascere al seguito di questo re di Shambala e partecipare con lui all’opera di restaurazione della buona legge. Sarà una grande guerra mistica e alla fine l’insegnamento rifiorirà e il Vajrayana nel corso di cento anni si svilupperà enormemente. Poi una nuova degradazione condurrà alla fine del ciclo; allora, soltanto l’intervento del prossimo Buddha (Maitreya) potrà portare un rinnovamento.
D. – Potrebbe dirci perché ha deciso di darci l’iniziazione di Kalaciakra, che è così rara? Quali sono i benefici che ci possiamo aspettare da essa? E’ vero che tutti possono ricevere questa iniziazione, anche chi non ha preso rifugio nelle Tre Gemme?
R. – E’ possibile. In Tibet ci sono molti grandi Lama che hanno dato pubblicamente questa iniziazione di Kalaciakra. Sua Santità il Dalai Lama stesso l’ha data a Bodhgaya a moltissime persone. Questa iniziazione è veicolo d’influenza spirituale ed è ricca di numerosi benefici: ci permette di praticare il Vajrayana e progredire così rapidamente verso il risveglio. L’effetto di questa iniziazione sul mondo esterno è di far scomparire le liti e le guerre; la conseguenza del riceverla è quella di rinascere al seguito di Rigden Dapo Tciakortcen, il re di Shambala. Da essa si possono trarre insegnamenti profondi: è una via rapida verso lo stato di Buddha.
Il mandala di Kalaciakra è composto di molte divinità. Le principali sono divinità della conoscenza superiore (Yesciepa, aspetti dello spirito risvegliato). Queste sono circondate dalle divinità dell’universo (Djiktenpa), che reggono i vari cicli temporali di dodici anni, dodici mesi, dodici ore, sessanta minuti. Si distinguono anche le divinità che presiedono ai trecentosessanta giorni dell’anno lunare, quelle che dirigono il mondo, il sole, la luna, gli astri e gli altri principi di questo mondo. Tutte quante fanno parte di Kalaciakra, divinità dei cicli cosmici, base di tutta l’astrologia tibetana.
D. – si può prendere questa iniziazione anche senza aver preso rifugio?
R. – Sì, è possibile anche s, in genere, per ricevere una iniziazione bisogna aver preso rifugio, perché prendere rifugio è il segno della fiducia e del riconoscimento del valore che si attribuisce al Buddha, Dharma e Sangha. Senza questa fiducia, prendere rifugio non ha alcun senso. L’iniziazione di Kalaciakra porta beneficio sia al livello del Dharma, sia al livello del mondo ordinario; è perciò che tutti quelli che hanno fiducia in questa iniziazione possono riceverla.
Mentre i mantra degli Ydam (divinità alla cui pratica ci si consacra) sono tenuti segreti, il mantra di Kalaciakra – OM HANG KTCHA MA LA UA RA YA – è invece spesso usato per consacrare diversi luoghi, case, fonti d’acqua. La sua influenza è utile al livello mondano ed è tradizione collocarlo in molti posti.
D. – potrebbe parlarci di questo mantra di Kalaciakra?
R. – Le sillabe del mantra presentano una duplicità. Al livello del microcosmo esse corrispondono alle varie parti del corpo: HANG alla sommità del capo dove si trova il seme-causa bianco, fonte della felicità generata dalle pratiche Logiche; KTCHA al tronco . (Al livello del macrocosmo, KTCHA corrisponde alla montagna-asse, il Monte Meru). MA è localizzata nell’addome e nello stomaco. E’ collegata al calore, alla combustione, alla digestione, alla nutrizione. LA corrisponde alla carne in generale e alla parte superiore delle gambe in particolare. (Al livello del macrocosmo corrisponde alla terra e al concetto di solidità). UA è localizzato nell’addome, ha la natura dell’acqua e corrisponde alle malattie così dette ‘fredde’. RA corrisponde alla parte inferiore delle gambe, ha la natura del fuoco. YA è la sillaba simbolica dell’aria, che corrisponde ai piedi.
D. – Un’ultima domanda. Il regno di Shambala e il re del mondo debbono essere considerati come aventi una collocazione geografica sulla terra – conosciuta o meno – o soltanto come mistici e spirituali o ambedue le cose?
R. – Ambedue, senza dubbio, anche se attualmente noi non possiamo conoscere Sgambala. In passato ci sono stati molti lama, esseri realizzati, che hanno fatto il viaggio di Sgambala ed i loro racconti si trovano nel Tangyur (raccolta di commentari delle parole del Buddha). Ygyenpa (un maestro Kagypa) ha fatto questo viaggio, così come il lama Shampa Kagyu. Quest’ultimo a scritto un rapporto sul suo viaggio, descrivendo il paese, la strada e le difficoltà che vi si incontrano: è il Lamyig di Shambala, la guida di viaggio che si trova nel Tangyur.
Appendice per i lettori pagani.
Nel suo libro “Il Buddhismo”, ed. tascabili Newton Compton, alle pp. 59, il prof. Pio Filippani-Ronconi, sul tantra del Kala-cakra scrive: “Nella parte più propriamente apocalittica, il Kala-cakra emette un giudizio sintetico sui sistemi che l’hanno preceduto, classificandoli secondo la scala decrescente dei tre guna della filosofia samkhya: sativa, ‘trasparenza’, ‘albedine’; rajas, ‘motilità’, ‘rubedine’; tamas, ‘oscurità’, ‘inerzia’, ‘nigredine’. Sono essenziali di sativa i due gruppi degli rsi o Vati vedici. Al rajas appartengono, invece, le otto incarnazioni di Visnu e le dottrine da loro propagate. Al tamas vengono attribuiti, a cagione della loro opacità spirituale, l’insieme degli eretici maestri dei barbari (mleccha) che sono chiaramente elencati come Mani, Abramo, Gesù, il Jina, Mosé ed Enoch, con l’indicazione persino dei luoghi ove si sarebbero manifestati”.
Qui c'è un link interessante per approfondire la questione: Kalachakra
Il re di Shambala visto dall'artista Nicholas Roerich