IL DOVERE DELLA SOLIDARIETA’
Maurizio Viroli
IL messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica è stato anche questa volta il discorso di un uomo dal viso vero, che crede sinceramente agli ideali morali e politici che propone agli Italiani, primo fra tutti quello della solidarietà nei confronti dei popoli colpiti dall'immane disastro naturale dei giorni scorsi.
Ciampi non ha parlato di un dovere astratto, ma di un dovere che nasce da un modo di sentire.
«Mai come ora sentiamo che il mondo è uno»: oggi che le immagini della sofferenza degli altri popoli attraversano distanze che un tempo erano infinite, non esistono più scuse alla sordità morale. Non possiamo più giustificare l'indifferenza di fronte alla sofferenza dicendo «non ho visto», «non ho udito», perché oggi tutti abbiamo visto e tutti abbiamo udito. Sentire che il mondo è uno impone di trovare le vie, per quanto difficili, perché il mondo sappia agire come un mondo unito, oggi per assistere i popoli colpiti, domani per darsi regole che permettano una più efficace difesa dell'ambiente.
Il presidente Ciampi ha collegato il dovere verso l'umanità, fondato su un nuovo comune sentire, ai doveri verso la Patria, fondati su un comune sentire che ha antiche radici storiche e vive di principi e di memorie condivisi. B]Con le sue parole ha fatto rivivere l'aspetto più alto della lezione di Mazzini, la cui immagine era in bell'evidenza sul tavolo. Per Mazzini, ha rilevato il Presidente, «la Patria è, prima d'ogni altra cosa, la coscienza della Patria»: non è un dato naturale, ma vive se e fin quando esiste la coscienza di comuni principi[/B]. Da quest'interpretazione dell'idea di Patria deriva il monito alle forze politiche di cercare convergenze e soluzioni concordate, soprattutto quando si tratta della Costituzione, che Ciampi ha collocato, accanto al Tricolore e l'Inno risorgimentale di Mameli, fra i «simboli della nostra Nazione» che gli Italiani hanno cari, così come hanno cara la memoria della Liberazione di cui quest'anno cade il sessantesimo anniversario.
Come altre volte negli anni passati, molti politici giudicheranno il presidente Ciampi, sotto formali e false parole d'elogio, un idealista, così come in passato altri politici realisti e astuti giudicarono Mazzini un sognatore. [La semplice verità è che Mazzini ha contribuito come nessun altro a formare la coscienza della Patria, e Ciampi ha fatto riscoprire a tanti Italiani i valori della nostra Repubblica. Sarebbe ora, ma dubito che avverrà, che ci rendessimo conto che l'Italia ha bisogno di leaders politici che sappiano sentire gli ideali e indicare le vie per realizzarli.
Di uomini che deridono gli ideali ne abbiamo avuti e ne abbiamo davvero troppi.
viroli@princeton.edu
(La Stampa 2/1/2005 – prima pagina)