USA 2008 - Chi sostengono i Repubblicani ? Confronti con la politica italiana ...

[nuvolarossa]

"Tattica" e "Politica"
Obama apre all'Islam ma Teheran non stringe la mano tesa

Lo scrittore iracheno Younis Tawfik ha commentato sulla "Stampa" l'intervento di Barack Obama rilasciato all'emittente Al Arabyia: "Figlio minore di Alì, cugino del Profeta Muhammad, Hussein morì giovane per difendere i suoi principi, per riconquistare i suoi diritti e per difendere la classe più debole. Per il mondo islamico solo il fatto che Obama figlio di Hussein, un americano d'origine africana, sia arrivato alla presidenza della nazione più importante nel mondo è già di per sé un fondamentale segnale di svolta".

Evidentemente esistono due islam all'interno dell'islam, perché se è vero che vi sono state reazioni entusiaste per la scelta di Obama (è la prima volta che un presidente americano si rivolge direttamente ai musulmani con toni amichevoli), è altrettanto vero che la strada per la riappacificazione appare ancora in salita.

Nella stessa giornata in cui Obama inviava il suo messaggio di pace, un commando palestinese violava la tregua per colpire una pattuglia israeliana sul confine della striscia di Gaza. C'è stata poi una dichiarazione iraniana che non sembrava particolarmente amichevole. L'Iran ha fatto sapere che non ha interesse alla "tattica" ma alla "politica": e che dunque la nuova presidenza statunitense deve scusarsi per "i crimini" commessi da Bush e poi chiudere definitivamente con il suo sostegno allo Stato ebraico.

Ammesso anche che Obama non incontri particolari difficoltà nel riconoscere eventuali errori di politica internazionale fatti dal suo predecessore, gli sarebbe comunque difficile parlare di "crimini" commessi da quella amministrazione; così come gli sarebbe impossibile non sostenere Israele, soprattutto se l'Iran prosegue con i suoi toni di minaccia contro lo Stato ebraico. E pure Obama si era spinto molto in là, non toccando la questione del nucleare iraniano e limitandosi a chiedere ai generici nemici degli Usa di sciogliere il loro pugno per cercare di stringere la mano americana.

L'impressione immediata è che una tale disponibilità sia stata ricambiata con un pugno ancora più serrato.

E' probabile che Obama, forte anche delle sue origini, riesca a riallacciare il filo dell'amicizia con buona parte del mondo arabo che si è sentito offeso dalla politica di Bush. Ma davvero non vediamo come possa assorbire il contenzioso con il regime iraniano o con Hamas.

Paradossalmente, allora, hanno ragione a Teheran: cambia la forma, ma non cambia la sostanza della politica estera degli Usa. La guerra al terrorismo, così come la difesa di Israele, rimangono punti fermi dell'amministrazione statunitense, indipendentemente dal desiderio di venire incontro alle legittime ambizioni del mondo islamico.

Lucio Caracciolo, che è un fine commentatore delle questioni internazionali, scrive su "Repubblica" che la fortuna di Obama è quella di essere venuto dopo Bush e che dunque è impossibile fare di peggio. Tuttavia, premesso che al peggio non c'è mai fine, Obama, pur con la migliore volontà, affronta una situazione in Medio Oriente che non è cambiata rispetto alla presidenza di Bush. Semmai si è aggravata. Non sappiamo ancora quali significativi cambiamenti sostanziali Obama potrà realizzare, viste anche le sole difficoltà di chiudere Guantanamo. E se il pugno ostile non viene aperto in una stretta di mano, non osiamo pensare a cosa diranno i suoi estimatori di oggi quando Obama sarà costretto a riarmare il suo.

Roma, 28 gennaio 2009

tratto da http://www.pri.it/new/

[Lincoln (POL)]

Non mi ero accorto che Lucio Caracciolo fosse" un fine commentatore delle questioni internazionali",ma debbo dire che io ho smesso da tempo di leggerlo.Magari nel frattempo lo è diventato...

[nuvolarossa]

Nuovo leader per i repubblicani del dopo Bush: anche lui è nero
Per la prima volta il Gop elegge alla presidenza del partito un afro-americano

WASHINGTON - Michael Steele è il nuovo presidente del Partito repubblicano. È la prima volta che il Gop elegge un afro-americano a capo del partito. Micael Steele, 50 anni, ex vice governatore del Maryland, ha battuto i suoi avversari dopo una serie di votazioni che hanno eliminato gradualmente gli altri candidati. Steele è considerato un politico che può recuperare il voto di neri e ispanici, che si sono espressi in massa per i democratici nelle elezioni del novembre scorso.

EX SEMINARISTA - Steele prende il posto di Mike Duncan, scelto personalmente nel 2007 da George W. Bush. Steele, che aveva studiato in seminario per diventare sacerdote, si è laureato in legge alla Georgetown University ed è cresciuto a Washington.

tratto da http://it.groups.yahoo.com/group/Maz...b/message/1211
e leggibile direttamente al link del corriere.it
http://www.corriere.it/esteri/09_gen...4f02aabc.shtml