Paul Ent1
Ospite
Inviato: Dom Dic 26, 2004 2:51 am
Oggetto:Il Sud Italia nella società dello spettacolo
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La televisione italiana ha come caratteristica principale quella di esaltare perpetuamente la meraviglia di Napoli e dei suoi abitanti.
Più basso è il livello del programma, più marcata la tendenza.
In tv,Milano, per fare un esempio, è una città molto criticata per il suo modus vivendi (clima, ritmi accelerati ecc.) , ma chiunque per qualsiasi motivo, muovesse una critica a Napoli, sarebbe accusato di razzismo e di generalizzare.
Ma come accade sempre, le generalizzazioni non consentite sono quelle in negativo, mentre quelle in positivo (leggi luoghi comuni) si sprecano: Napoli = calore = sole = mare = passione = fantasia.
Questa tendenza è così evidente ed estrema che assume i toni del paternalismo nei confronti dei "fratelli-meno-fortunati", ma ciò non pare urtare i meridionali, anzi. Essi adorano essere coccolati, e crogiolarsi nella brodaglia di complimenti rivoltigli.
I napoletani televisivi (e non?) vivono in una sorta di "dimensione del sogno" in cui tutto, nella loro città, è fantastico. Essi pare ritengano di essere unici anche quando sono identici agli altri. Un italiano qualunque affermerebbe: "Io amo la buona cucina", mentre il napoletano per esprimere il medesimo concetto utilizzerebbe la seguente forma: "Io sono napoletano, e a noi napoletani ci piace la buona cucina."
Il suo universo di riferimento è la sua città e va bene così perchè sullo schermo funziona; Nino D'Angelo si boria di non conoscere l'italiano perchè vive in una dimensione autoreferenziale.
Un bergamasco che non parla italiano sarebbe invece ignorante.
Tutti i personaggi della televisione amano appassionatamente Napoli e i napoletani, e non perdono occasione per ribadirlo. Inoltre tutti amano la musica napoletana. Nella storia della tv non si è mai sentito dire: "Non mi piace la canzone napoletana". Tale affermazione sarebbe analoga ad un'apologia del Nazismo.
Ma quanti italiani del nord hanno un disco di Mario Merola?
Nessuno.
Il fatto è che il non-napoletano non esiste in tv: o si è napoletani oppure si ama Napoli.
Molti presentatori imitano scherzosamente il vernacolo partenopeo, lo sanno fare praticamente tutti.
I Napoletani della tv ricordano incessantemente di essere napoletani, anche se non c'entra nulla con il discorso, pensiamo a Nino D'Angelo , non riesce a dire quattro parole in fila senza dire Napoli, o Vincenzo Salemme o Paolantoni e mille altri. Ma va bene così perchè funziona.
Se un personaggio televisivo è di Napoli, lo sanno tutti. Se è di Trieste nessuno. Bud Spencer e Terence Hill, uno napoletano e l'altro?
Sofia Loren e Claudia Cardinale e via dicendo.
Una bella donna meridionale è una bellezza del sud (mediterranea), una bella donna del nord è una bellezza e basta.
Nei reality-show, tanto in voga, (Grande Fratello) i concorrenti del sud hanno come prima caratteristica quella di essere del sud, parlano in dialetto e si sforzano di incarnare certi stereotipi sul meridionale perchè sanno che alla gente piace così. I concorrenti del nord invece non hanno nessun (o lievissimo) accento , forse perchè temono di fare brutta impressione al sud.
Il pubblico battimani ha sempre una componente napoletana.
Situazione tipo: uno del pubblico in un qualsiasi spettacolo dice:"Io sono di Napoli!" e scatta l'applauso invocato dal presentatore. I presentatori del nord tentano sempre di ingraziarsi i napoletani, li temono molto evidentemente. Spesso rivolgono un saluto agli "amici siciliani" o pugliesi o calabresi, mai agli "amici lombardi" o liguri.
In moltissimi programmi c'è un napoletano che sta lì solamente a fare sè stesso.
Probabilmente i produttori televisivi ritengono che i napoletani guardino il suddetto programma solo a patto che ci sia un loro concittadino nel cast.
Ma perchè?
Napoli ago della bilancia dell'audience?
Qualcuno potrebbe pensare che a Napoli e dintorni, tutti guardino continuamente la tv, e che selezionino accuratamente i loro programmi agendo compattamente, una sorta di élite del pubblico con poteri smisurati...?!
Il mondo del calcio non fa eccezione.
Il Brescia è un'anonima squadra di provincia mentre la Reggina è un miracolo del Sud.
In questo campionato si è parlato molto più del Messina che dell' Udinese (3°).
I tifosi del sud portano gioia e passione, quelli del nord cose-che-fanno-male-al-calcio.
Al nord ci sono i miliardi, al sud il "cuore".
Cannavaro e Ferrara sono di Napoli, Buffon e Zambrotta?
Impossibile parlare di Cassano senza ripetere 1000 volte che viene dalla "Bari Vecchia".
Sull'Inter è di moda scherzare, sul Napoli è di moda piangere.
Tutti gli addetti ai lavori hanno fatto in questi ultimi anni un sacco di auguri alla squadra del Napoli (che gli hanno portato una sfiga pazzesca), nessun augurio (o sparuti) al Torino o al Genoa.
Tutti dicono che il sud ha fame di calcio che conta e che merita palcoscenici più ampi, il Veneto non ha mai avuto nella sua storia una grande squadra,(escluso1 anno di H. Verona), ma nessuno dice che il Veneto merita una grossa squadra o che è contento per i Veneti perchè il Chievo vince. Ma se vince il Palermo baci e abbracci alla Sicilia.
Poi c'è la pubblicità con il cane che parla napoletano, accattatev'illo, mozzarella vallelata, Santuzzo e le Panaree, Lemonsucco di Sicilia, e tante altre. Rivolte al sud ma rivolte a tutti. Prodotti genuini del nostro bel sud.
Ogni tanto però i telegiornali ci distolgono dalla dimensione-sogno e ci ricordano che a Napoli si spara come nel Far-West,ma attenzione ad associare i meridionali alla mafia! E' razzismo. Nella versione ufficiale la mafia è un corpo estraneo del quale i meridionali non hanno alcuna responsabilità.
L'italiano purtroppo si è plasmato su questo mito regionale con l'effetto di essere chiamato mafioso all'estero. Per gli altri abitanti del mondo gli italiani sono tutti meridionali (abbronzati con la catena d'oro, gelosi, allegri, canterini, furbacchioni, un po' intrallazzoni, grandi amanti, sentimentali, poeti santi e navigatori ma soprattutto mafiosi).
C'è la mafia russa, quella albanese, cinese, vietnamita: tutti hanno la propria, ma quella del nostro amato sud vanta una carriera cinematografica di enorme successo. Quindi un bel grazie ai registi e attori (sud)italoamericani che con i loro bei film di esaltazione della mafia ci hanno conferito questa nobile reputazione.
Considerazione finale: questa è una critica rivolta ai media e non all'Italia meridionale, ma visto che gli italiani sono un branco di schiavi della tv, mi preparo ad una scarica di insulti.
(O ad essere bannato?)
Viva Napule.