Il Quotidiano della Calabria, 10 gennaio 2005
E Cangiamila (Repubblicani europei) critica il Nuovo Psi: «Ha una posizione di convenienza»
Legge elettorale, giorno decisivo
Oggi in consiglio si decide sul nuovo strumento regionale
REGGIO CALABRIA - "C'è la variabile del Nuovo PSI, contrario allo sbarramento, che aspetta di conoscere i dettagli della nuova legge elettorale prima di consumare lo strappo definitrivo con il Polo. Lo ha ribadito il segretario nazionale Gianni De Michelis". Letta così la frase potrebbe sembrare viziata da un vistoso strafalcione del cronista, ed invece no.
Si tratta invece dello stralcio di un articolo apparso sabato scorso sulla Repubblica. Più specificatamente di un articolo pubblicato nella pagine di Bari. Un pezzo nel quale si fa il punto relativo alla discussione sulla legge elettorale pugliese in vista delle regionali di primavera. Detta ancora più esplicitamente, l'esatto contrario di quanto avviene in Calabria. Dove il Nuovo PSI ha posto certo la pregiudiziale sulla nuova legge elettorale, ma una pregiudiziale che va nella direzione diametralmente opposta a quella pugliese. Insomma a Bari niente sbarramento, in Calabria sì, ed esattamente del 3% "altrimenti il Nuovo PSI corre solo". Due diverse posizioni nelle stesse ore. Proprio mentre sia a Bari che a Reggio si discute di legge elettorale.
"I comportamenti del Nuovo PSI - afferma il segretario regionale dei Repubblicani Europei, Roberto Cangiamila, nell'esibire l'edizione della Repubblica - è indicativo di una cosa molto semplice. Il problema per i socialisti calabresi non è d'opportunità politica, ma di convenienza elettorale".
"Anche per questo - spiega ancora Cangiamila - chiediamo che il centrosinistra in particolare, ma in termini più ampi tutte le forze politiche, assumano sulla questione della legge elettorale una posizione coerente e seria. Che abbia un'unica ragione di fondo: si garantisca l'agibilità democratica dei cittadini, si lavori perché la politica non si allontani ulteriormente dalla gente e si salvaguardi il diritto alla rappresentanza di tutte le realtà che vogliono misurarsi nel momento democratico più alto, assia quello delle elezioni. Non si possono fare leggi del genere a colpi di maggioranza".
Oggi non sarà una giornata semplice per il Consiglio Regionale della Calabria. Lo si sapeva fin dai giorni scorsi. La legge elettorale, per la quale ormai si è all'ultima chiamata, continua a produrre fratture profonde nelle coalizioni e all'interno dei singoli partiti. Lo sbarramento al 2 o al 3 per cento rappresenta una discriminante importante. Ancor più per il fatto che se ne sta discutendo con la camagna eletorale in pieno svolgimento.
Lo sanno anche quelli del PdCI, che sabato hanno riunito la direzione regionale per mettere sul tavolo una serie di paletti grossi come una casa. Indimendentemente dal fatto che possano stare in piedi o meno. "Il PdCI - scrive il segretario Tripodi - esprime una forte preoccupazione politica sul rischio incombente che, nella seduta del 10 (oggi per chi legge, ndr) si possa determinare un "colpo di mano" sulla legge elettorale regionale. Abbiamo più volte espresso la nostra opinione sul merito delle regole elettorali e ci siamo pronunciati nettamente contro ogni forma di sbarramento. In ogni caso riteniamo che non si possano cambiare le regole del gioco all'ultimo minuto e con maggioranze raccogliticce; sulla legge elettorale è necessaria un’ampia convergenza unitaria perché altrimenti ci troveremmo di fronte ad una gravissima rottura democratica". Come dire: nessuno provi a fare da stampella alla CdL.
Giuseppe Baldessarro