L'accordo tra Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Fronte Sociale Nazionale e Libertà d'azione, ratificato alla presenza dei rappresentanti del Movimento Nazional Popolare che hanno avuto un ruolo importante con il lavoro svolto in questi mesi e che dell'accordo sono i garanti a tutti gli effetti, rappresenta di certo un successo per tutta la nostra area e dà un senso agli sforzi e ai sacrifici dei militanti ansiosi di uscire dalla "riserva indiana" e di poter finalmente, compatti, rilanciare la sfida al sistema liberaldemocratico nelle sue componenti di destra e di sinistra. A Milano esattamente un anno fa, nel grandioso raduno organizzato da Tomaso Staiti di Cuddia, ebbi a dire che tutti i partiti liberaldemocratici, in testa i badogliani di Alleanza Nazionale, avrebbero dovuto fare i conti con noi e che non avevano speranza di farla franca in maniera indenne. Ora quel momento è finalmente venuto e sta a noi giocare una partita decisiva che ci deve vedere all'attacco. Non è più il momento di sottili distinguo o di esitazioni, di riserve mentali o di scetticismi di sorta. E' ora il momento di serrare i ranghi lasciandosi alle spalle ogni problematica che non persegua altro che quello che deve essere in questo momento l' unico obiettivo : quello di vincere o almeno di cominciare a farlo. Per essere più chiari, è necessario da parte nostra infrangere i paletti elettorali posti dai furbastri del regime che fanno e difanno le regole a loro piacimento e superare lo sbarramento almeno in due o tre regioni, portando i nostri rappresesentanti in diversi parlamenti regionali. Se questo avverrà con le elezioni del prossimo 3 aprile, alle politiche del 2006, con un Polo ormai in rotta, potremmo dilagare. E' ovvio, strada facendo, che non vanno commessi errori tipo "imbarcare tutti". Aggreghiamo, dobbiamo aggregare tutte le comunità militanti, ma dobbiamo stare attenti all'arrivo di eventuali opportunisti. Se costruiamo, come stiamo facendo, una forza politica dirompente, beh.. è anche necessario stare attenti a non metterla in mani che non siano fidate. Per il resto, l'accordo elettorale non è che un passo, il primo passo sulla strada dell'unità. Il prossimo, e già è il caso di parlarne, sarà quello della Confederazione dei gruppi nazionalpopolari. Che si chiami Alternativa Sociale o in un altro modo è ininfluente, anche se, a mio parere Alternativa Sociale va più che bene. L'importante è che il "patto" sia permanente e che vi sia un coordinamento per le successive iniziative e battaglie politiche. La Confederazione potrebbe essere dunque finalmente la agognata Casa Comune, un organismo che agisca e lavori anche e soprattutto da laboratorio di idee e di programmi finalizzati alla realizzazione dello Stato Nuovo e dei nostri modelli politici e sociali , quelli che intuiamo e che ci portiamo nel cuore. Non voglio però correre troppo anche se l'entusiasmo e la speranza mi prendono la mano. Diamo tempo al tempo. Avremo modo di approfondire questo tema. Quello che mi preme dire ai tanti camerati che mi leggono è che è bello che questo passo avanti lo si sia fatto proprio in questi giorni di gennaio, tra il 7 e il 10, quando ricordiamo ancora con tanto affetto i camerati caduti e che commemoriamo con un'emozione che non svanisce , dai martiti di Acca Larentia a Alberto Giaquinto di cui ricorre oggi l'anniversario, senza ovviamente dimenticare nessuno.. Credo che un piccolo, grande fiore, quello dell'unità che cresce, come dice Rutilio Sermonti, sulla loro tomba quest'anno lo abbiamo portato davvero.
Nicola Cospito