SCANDALO OIL FOR FOOD - ROBERTO FORMIGONI RISCHIA DI ESSERE NUOVAMENTE TIRATO IN BALLO PER LE TANGENTI SUL PETROLIO DI SADDAM HUSSEIN? I PRIMI DOCUMENTI PUBBLICATI IERI A NEW YORK DALLA COMMISSIONE VOLCKER…
Roberto Formigoni rischia di essere nuovamente tirato in ballo per le tangenti sul petrolio di Saddam Hussein? I primi documenti pubblicati ieri a New York dalla commissione Volcker che sta indagando sullo scandalo Oil-for-Food (Petrolio in cambio di cibo) non citano il presidente della Regione Lombardia. Ma il suo nome appariva nel primo elenco di "beneficiari" dei coupon di lotti di petrolio reso noto a Bagdad nella primavera del 2003.
Da li' prese il via lo scandalo che sta sconvolgendo l'Onu. Formigoni ha subito protestato la propria estraneita', tuttavia e' noto il suo ruolo di mediatore con l'Iraq: gia' durante la crisi degli ostaggi italiani, nel 1990, egli ando' nella capitale irachena per trattare con il regime saddamita. E ancora nel 2003, poche settimane prima della guerra, aveva incontrato il ministro degli Esteri Tareq Aziz in visita in Italia.
Nello stesso elenco di Formigoni appare il cipriota Benon Sevan, potente dirigente dell'Onu gia' capo del programma Oil-for-food, e sospettato di aver lucrato sulla differenza fra i prezzi di mercato del petrolio e quelli di favore praticati da Saddam per alcuni "amici", i quali a sua volta avrebbero chiuso un occhio sui venti miliardi di dollari incassati fraudolentemente dal satrapo grazie al programma "umanitario" delle Nazioni Unite.
In ambienti della Casa delle Liberta' c'e' imbarazzo in vista delle regionali del 3 aprile, alle quali Formigoni vorrebbe partecipare con una propria lista: se da Bagdad o da New York dovessero arrivare altri indizi su un suo coinvolgimento, il danno d'immagine sarebbe notevole. All'interno di Forza Italia in particolare c'e' preoccupazione per Formigoni, e alcuni sono favorevoli alla sua lista separata proprio per prenderne le distanze in caso di disgrazia.
Secondo i piu' ottimisti, invece, Formigoni non verrà toccato dall'inchiesta Onu. La commissione Volcker infatti avrebbe deciso di limitare le proprie indagini alle corruzioni interne al Palazzo di Vetro, per non creare imbarazzi - oltre che in Italia - anche in Francia e Russia, dove sono stati tirati in ballo nomi ancora piu' importanti di quelli del presidente lombardo e degli altri italiani (come l'ex senatore dc Gianguido Folloni, gia' ministro nel governo D'Alema e oggi dirigente della Margherita). Da New York, quindi, si sarebbero limitati a inviare le carte riguardanti i personaggi italiani alla Procura di Milano.