La Lega si prepara alla battaglia
Il Carroccio in Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria non teme la corsa solitaria
Dopo la decisione del consiglio federale della Lega Nord di lunedì, il Carroccio ora si mette a guardare. E ad ascoltare. Per esempio le assicurazioni di Silvio Berlusconi che non ci saranno liste dei presidenti alle prossime elezioni regionali.
«E' chiaro che terremo nel debito conto le sue parole, nel rispetto comunque dei tempi e dei modi che il consiglio federale riterrà opportuni». Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli ha commentato così le parole del presidente del Consiglio sulle regionali. «Ieri (lunedì, ndr) - ha aggiunto Castelli - abbiamo tenuto un Federale importante. Abbiamo assunto delle decisioni e Bossi è ormai rientrato nell’agone politico a tempo pieno».
«Personalmente ritengo che a certe condizioni la Lega potrebbe rivedere la sua posizione. Ma per quanto riguarda i programmi è necessario mettere i puntini sulle i. Se non si fanno le liste dei governatori, ad esempio, allora si può discutere». Stefano Stefani, sottosegretario leghista all’Ambiente, lascia aperta una porta al dialogo. L’esponente del Carroccio spiega che il suo partito è pronto a rinunciare ai propri candidati nelle Regioni del Nord se tramonta l’ipotesi delle liste dei governatori.
«Abbiamo avuto molta attenzione anche per le esigenze degli altri fino a questo momento - ha detto Stefani - e vogliamo che anche gli altri abbiano la stessa attenzione nei nostri confronti». Il sottosegretario ha parlato poi del ritorno alla politica attiva di Bossi: «Mi chiedete cosa succederà alla fine? Nemmeno noi che siamo vicinissimi a Bossi sappiamo quali sono le sue intenzioni politiche. Ricordate che il nostro leader a volte ha sparigliato le carte anche poche ore prima della presentazione delle liste. La cosa veramente importante è che Bossi sia tornato a fare la politica, la politica con la P maiuscola».
E se qualcuno pensa che sia la Lega a non rispettare i patti, ci pensa l’europarlamentare Francesco Enrico Speroni a ristabilire la verità. «Noi facciamo degli accordi a tempo e per settori specifici. L’intesa delle regionali del 2000 scade nel 2005 e non c'è nessun obbligo di rinnovarla. Non c'è nessuno strappo da parte nostra. Noi abbiamo siglato un accordo per le regionali nel 2000 e l’abbiamo pienamente rispettato. Anche se qualcun’altro, e mi riferisco a Formigoni, ha imposto degli strappi, mettendo, per esempio, in giunta il comunista Borghini senza accordi preventivi. Scaduto il contratto la Lega non ha nessun obbligo di rinnovarlo», ha insistito l’esponente del Carroccio.
Mentre Attilio Fontana, presidente del consiglio regionale della Lombardia, parla di «una scelta doverosa, senza alternative», il capogruppo della Lega Nord veneto, Franco Manzato, assicura che «da soli e senza pesi si corre meglio e si arriva prima al traguardo». Manzato annuncia anche di avere nel cassetto le «ricette necessarie per un forte rilancio del Veneto». Si tratta - ha spiegato - di azioni concrete, fortemente caratterizzanti, che costituiranno i punti fondamentali di un vero e proprio “Patto tra Veneti” che la Lega renderà pubblico nei prossimi giorni per un confronto a tutto campo con la società e che diventerà il punto di riferimento per tutta l'azione programmatica nel nostro territorio. Con l’apporto di tutti i Veneti - ha confidato Manzato - riporteremo nella nostra regione un maggior benessere e contribuiremo a far sì che i cittadini riacquistino la fiducia in un futuro migliore».
Anche in Emilia la partitocrazia pensa a rilanciarsi con le “operazioni civiche”, mentre finalmente si stanno muovendo i primi passi verso la nascita di un tavolo di discussione sul come affrontare le prossime elezioni regionali .
«Tra i punti essenziali della nostra strategia - ha spiegato Angelo Alessandri, Segretario Nazionale della Lega Nord Emilia - abbiamo rimarcato come sia necessario evitare tentativi di mascheramenti “rifondaroli” di vecchie e nuove democrazie cristiane . Soprattutto è necessario vigilare che questo non avvenga attraverso le cosiddette “liste dei governatori” o quelle dalle aspirazioni “civico poliste”, che potrebbero nascondere infatti “balenotteri bianchissimi” .
Anche in Emilia, da tempo, notavamo - ha concluso Alessandri - queste spinte restauratrici e le dichiarazioni del Sindaco di Parma Elvio Ubaldi, confermano che avevamo visto giusto anche in questo caso».
[Data pubblicazione: 12/01/2005]