User Tag List

Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Post Tsunami: "cospirologia Applicata" E Nuove Ipotesi Di Origine Artificiale

    PRIMA PARTE

    DI RENZO GABRIEL BONIZZI E PEPI KATONA

    Milano, 13 gennaio 2005 - Lo tsunami e la "cospirologia applicata". Continuiamo nell'analisi iniziata la settimana scorsa sull'ipotesi che la catastrofe generata dall'uomo: le ipotesi del complotto più ricorrenti e meglio documentate si incentrano su due tecnologie scatenanti, le esplosioni atomiche sottomarine o mediante l'arma elettromagnetica Haarp. Ipotesi che - è bene ripetere - non condividiamo. I sostegni scientifici di gran parte dei cospiròlogi (non di tutti) sono decisamente modesti. Per intenderci: l'energia espressa dal maremoto nell'Oceano Indiano dev'essere almeno pari a quella immessa. E' una semplice e banale legge della fisica. Significa qualcosa come un milione di bombe atomiche esplose insieme. Come anche nell'articolo della settimana scorsa, così anche in questo articolo non entreremo nella confutazione di ogni singola teoria, tranne qualche caso, anche perché diverse ipotesi sono addirittura espressione di pura fantasia, per non parlare del millenarismo ufologico. Ma non tutte le teorie sono disprezzabili per accuratezza e qualità del lavoro svolto dagli analisti del Grande Complotto Mondiale. Anzi, alcuni documenti offrono chiavi di lettura e spunti di notevole interesse.




    Ma se non è condivisibile, il fenomeno del complottismo a-un-tanto-al-chilo è diffusissimo, e merita attenzione quantomeno dal punto di vista sociale.

    Coincidenze, e-mail e alieni

    La cospirologia applicata dice che esattamente un anno prima del maremoto, alla stessa ora dello stesso giorno, ma esattamente un anno prima (il 26 dicembre 2003 alle ore 5,28) in Iran la città d'arte di Bam è stata rasa al suolo. I morti furono almeno 50mila. Una coincidenza: per le teorie del Grande Complotto non è una coincidenza, ma una dimostrazione. Così come prima di Natale giravano mail anonime firmate da un "ragazzo tedesco" secondo il quale Wolfowitz era in possesso di una arma nucleare e avrebbe attaccato il 26 o 27 dicembre. E poi, l'ufologia applicata allo tsunami.

    L'arma Haarp nei documenti russi

    Tornando all'arma Haarp, di cui abbiamo parlato la settimana passata, si tratta dell'High frequency Active Auroral Research Program sviluppato dallo scienziato statunitense Bernard J. Eastlund e in contemporanea anche dall'Urss (quando esisteva). Consiste in un "cannone virtuale" elettromagnetico che ionizza l'aria e crea una forma di plasma nell'atmosfera, nella ionosfera e nella magnetosfera. Negli anni '70 Usa e Urss siglarono un'intesa che imponeva la proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità militari. La Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una minaccia nella continuazione degli studi statunitensi.

    A questo proposito, un documento pubblicato dal Parlamento Russo (Duma) nel 2002 ricorda che l'esercito statunitense aveva programmato di collaudare le tecniche per intervenire sul clima. "Quando questi siti, in Alaska, Groenlandia e Norvegia, diverranno operativi, si creerà una linea chiusa con un potenziale fortissimo in grado di influenzare i mezzi vicini alla terra", ha scritto la Duma.

    Secondo alcuni esperti russi (http:/www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629) il sistema Haarp potrebbe essere all'origine dello tsunami dell'Oceano Indiano poiché - a dispetto degli accordi - si è continuato a studiare e a sperimentare l'utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come "dual use" civile e militare.

    L'Haarp è stato infatti riclassificato come Tdn o Tdp ("technology dual purpose"). Gli esperti russi attribuiscono a queste ricerche la sequenza di catastrofi climatiche che hanno colpito l'Europa e l'Asia nell'estate 2002.

    Il clima cambia: colpa di Haarp o dell'effetto serra?

    Un articolo dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico a scopi militari (http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html) attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l'effetto serra: gli Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto perché conoscerebbero la reale (e diversa) origine del riscaldamento del globo. "Gli specialisti dell'esercito non si pronunciano a questo proposito, i meteorologi non fanno ricerche e gli ambientalisti rimangono saldi sulla teoria del riscaldamento globale e sul Protocollo di Kyoto. Sono state formulate diverse teorie generali sui cambiamenti climatici e meteorologici, ma nessuna di esse spiega in maniera esauriente le cause di queste manifestazioni climatiche così atipiche e irregolari, per non parlare della perdita di vite umane e della distruzione che ha portato alla destabilizzazione di interi sistemi agricoli ed ecologici. Ovviamente queste teorie non menzionano il problema della manipolazione climatica a scopi militari".

    Il Pentagono, pur ammettendo di poter modificare il clima mondiale a scopi militari, ha aderito alla teoria sull'aumento delle temperature e secondo Chossudovsky si tratta di una copertura conveniente. Anche se non esistono prove che questi eventi siano il risultato della guerra climatica, il Phillips Geophysics Lab, partner del progetto Haarp, ha istituito un corso per il personale militare nella base di Hanscom in Maryland, sulle "tecniche per la modificazione climatica".

    Il programma del corso prevede lezioni su come provocare tempeste, uragani, ecc. a scopo militare. (http://www.dtc.army.mil/tts/1997/proceed/abarnes/ e in particolare il file power point http://www.dtc.army.mil/tts/tts97/abarnes.zip). Non parla di Haarp, ma una ricerca dell'Aviazione statunitense descrive l'uso di "modificazioni indotte nella ionosfera" come un mezzo per alterare i fenomeni metereologici e disturbare comunicazioni e radar nemici ma l'aviazione potrebbe provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti a scopi difensivi e offensivi e anche come deterrente (US Air Force. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/).

    Che cos'è Haarp

    Si tratta di un sistema che, attraverso emittenti ad alta frequenza, porta allo stato di plasma gli ioni atmosferici, creando nell'aria una bolla energetica governabile in modo da influenzare i processi nell'atmosfera, nella ionosfera, nella magnetosfera e anche al suolo. Per usare le parole di Michel Chossudovsky (http://www.globalresearch.ca/articles/CHO201A.html) si tratta di "uno strumento tecnologico super potente che emette onde radio in grado di raggiungere aree della ionosfera, si concentrano su di essa e la riscaldano. In seguito le onde elettromagnetiche rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa - viva o morta che sia."

    Le emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull'impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu, che descrive come - dopo il primo sistema di 48 antenne - sia in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.

    Il nuovo impianto in Alaska e le aziende che vi partecipano

    Dovrebbe essere completata la fase di collaudo di Haarp con l'avvio del Full Size Ionospheric Research Instrument, che entro l'estate 2006 prevede le nuove 180 antenne, installate su 15 colonne divise in 12 file. In quel momento il programma Haarp avrà raggiunto la sua massima potenza Firi, cioè - secondo alcuni - la capacità di modificare in modo selettivo, a scopi militari, i fenomeni metereologici in ogni parte del mondo. La terza e più potente stazione emittente dovrebbe assicurare una copertura a tutta l'Eurasia dall'Atlantico al Pacifico. Il programma è guidato dalla E-Systems, azienda dai contorni molto riservati che fattura 1,8 miliardi di dollari in gran parte da cosidetti "progetti neri" (http://www.earthpulse.com/haarp/vandalism.html).

    La E-Systems è della Raytheon, il quarto maggiore fornitore dell'esercito statunitense, la quale con l'acquisizione della E-Systems possiede oggi i brevetti per sviluppare il centro Haarp di Gokona e conduce ricerche militari sul clima in Antartide con la consociata Raytheon Polar Services. La E-Systems ha acquisito anche i procedimenti e le attrezzature strategiche per la guerra climatica e i diritti sui brevetti, incluso il brevetto statunitense di Bernard J. Eastlund Nr: 4.686.605 intitolato "Metodo e attrezzatura per modificare una regione dell'atmosfera terrestre, della ionosfera e/o della magnetosfera".

    Che cosa fa Haarp

    Secondo gli studi di Chossudovsky, Haarp può causare blackout e fermare le centrali elettriche di intere regioni. A parere della scienziata Rosalie Bertel, Haarp è descrivibile come "un gigantesco impianto di riscaldamento che può causare gravi danni alla ionosfera creando dei buchi, ma anche delle lunghe incisioni sullo strato protettivo che evita che il pianeta sia bombardato da radiazioni mortali". Secondo alcuni, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici, elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i pensieri umani.

    Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha fatto pensare che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata condotta una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp. Per esempio nel marzo 2004 il primo uragano che si sia mai formato nell'Atlantico meridionale si è abbattuto sul Brasile con venti a una velocità di circa 90 miglia l'ora e ha causato più di una dozzina di morti.

    I meteorologi sono rimasti a bocca aperta quando hanno avvistato il ciclone di nuvole, con tanto di occhio ben definito, in un bacino oceanico dove non se n'erano mai visti prima. (http://www.climate.org/topics/climat...urricane.shtml). Nella Corea del Nord nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità (è piovuto un decimo della media), siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in ottobre la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel mese di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d'acqua in 12 ore (si veda la notizia della Bbc in http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asi...ic/1614981.stm).

    Tra maggio e giugno 2004 Cuba è stata colpita dalla peggiore siccità nella sua storia: una grave siccità che interessa la parte orientale di Cuba ha eroso il 40% delle terre coltivate, causato la morte per mancanza di cibo di milioni di vacche e costretto 4 milioni di persone a contare ogni singola goccia d'acqua consumata. È la peggiore siccità verificatasi negli ultimi 40 anni. "La siccità ha ridotto i livelli delle acque sotterranee di quasi tre metri negli ultimi 10 anni, prosciugando più di 5.000 pozzi nella provincia", ha detto alla Bbc Leandro Bermudez, geologo e vice presidente dell'Istituto nazionale per le risorse idriche di Cuba. (http://msnbc.msn.com/id/5262324)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    TSUNAMI: SPUNTA L'IPOTESI DI “CAUSE ARTIFICIALI”.


    COLPA DELL'ATOMICA O...DI HAARP ?
    DI RENZO GABRIEL E PEPI KATONA

    Milano, 06 Gennaio 2005 – Spunta l’ipotesi dello tsunami come effetto di una causa umana. Un esperimento atomico? Un’arma segreta? Sembra che in quei giorni nella zona di oceano nel quale si è scatenato il maremoto assassino fossero in corso manovre navali segrete dell’India. L’India è un Paese atomico. C’è chi parla di una connessione, lontana nello spazio e nel tempo ma vicina dal punto di vista della delicata geologia delle faglie, con gli esperimenti nucleari francesi di Mururoa. Chi sospetta del sistema d’arma Haarp. Alcuni parlano di un incidente, di conseguenze inattese, di un giocattolo sfuggito dalle mani di chi lo maneggiava. Per avere un quadro completo proviamo a analizzare scientificamente le certezze che conosciamo e le ipotesi che stanno affiorando in queste ore.

    Certezze

    Il 23 settembre 1969, la Cina fece esplodere una bomba termonucleare sotterranea in un poligono nella parte occidentale del Paese. Il 28 settembre, un terremoto colpì lo stato di Vittoria, nell'Australia sud-orientale. Le scosse furono accompagnate da una serie di boati e da apparizioni di luci verdi nel cielo. Il 28 e 30 maggio 1970 vi furono test nucleari, e il 31 maggio la città di Chimbote, in Perù, fu devastata da un terremoto che uccise 60.000 persone. Il 27 luglio 1976, gli Usa fecero esplodere una carica da 20-150 chilotoni nel sottosuolo del Nevada. Il giorno seguente, la città di Tang-shan (Cina) e 800.000 persone furono distrutte da un sisma che fu valutato di magnitudine 8,2 nella scala Richter.

    Il 13 e 15 settembre avvennero test nucleari sotterranei, il 16 settembre un terremoto (7,7 Richter) rase al suolo la città iraniana di Tabas, con 25.000 morti. Il 5 novembre 1988 la Francia realizzò nelle acque dell'atollo di Mururoa un'esplosione nucleare di 50 chilotoni. Il giorno successivo, un violento terremoto (7,6 Richter) sconvolse la provincia cinese dello Yunnan, provocando circa 600 vittime. Il 24 novembre dello stesso anno, la Francia eseguì un'identica esplosione.

    Un terremoto (6 Richter) colpì il Canada e gli Stati Uniti del nord-est il giorno seguente; mentre il 26 novembre ancora una volta una provincia cinese, Qin-ghai, fu scossa da un sisma. E ancora: il 4 dicembre 1988, l'Urss fece detonare una bomba nucleare di potenza stimata fra i 20 ed i 150 chilotoni in una base del circolo polare artico. Il 7 dicembre, l'Armenia fu squassata da un terremoto (6,9 Richter) che uccise 60.000 persone e lasciò mezzo milione di senzatetto. Il 22 gennaio 1989, un’esplosione sperimentale (20-150 chilotoni) fu effettuata nel Kazakistan nordorientale; il giorno successivo il terremoto nel Tagikistan sovietico fece più di 200 morti. Il 23 giugno 1992, gli americani fecero scoppiare l'ennesima bomba nucleare sotterranea; il 28 giugno, due terremoti di insolita violenza (7,4 e 6,5 Richter) colpirono il sud della California.

    Sono solo coincidenze fra atomiche e terremoti?

    Curiose coincidenze? Per molti sismologi la risposta è sicuramente sì. Riley Geary, del Caltech, afferma che i dati non rivelano un legame tra esplosioni e sismi, e per Robert-Carmichael, geologo della lowa University, l'ipotesi di un nesso causale tra bombe sotterranee e terremoti, è "una frode scientifica, paragonabile alla magia o all'astrologia".

    Eppure altri dati, del tutto scientifici, indicano che questo legame è molto più che una fantasia o una superstizione. Il professor Gary T. Whiteford, docente di geografia all'Università di Brunswick in Canada, ha scoperto che i terremoti con magnitudine da 6 a 6,5 Richter sono più che raddoppiati da quando hanno avuto inizio i test nucleari sotterranei. Infatti, tali sismi furono 1.164 fra il 1900 ed il 1949; sono saliti a 2.844 tra il 1950 ed il 1988. Un significativo aumento è registrato anche per i sommovimenti tellurici di magnitudine compresa tra 6,5 e 7 Richter: furono 1.110 nel periodo 1900-1949; se ne contarono 1.465 tra il 1950 ed il 1988. Tali incrementi si sono verificati in tutte le zone particolarmente sismiche del globo.

    Ad esempio: la percentuale di tutti i terremoti (superiori o pari a 5,8 Richter) nelle Isole Aleutine era di 3,31 nel tempo precedente gli esperimenti nucleari americani nel Nevada. Tale percentuale salì fino al valore di 12,57 nel periodo dei test. Le isole Salomone e Nuova Bretagna (Oceano Pacifico) erano sismicamente tranquille nella prima metà del nostro secolo: la percentuale dei terremoti era di 2,98. Nell'epoca delle bombe nucleari francesi a Mururoa questo valore è quasi quintuplicato: 10,08. Anche l'isola di Vanuatu ha pagato un pesante tributo alla grandeur nucleare francese. La sua percentuale di terremoti era di 3,36 nell'arco di tempo 1900-1949; nel periodo seguente contrassegnato dai test, tale cifra è balzata a 9,30.

    Nell'isola Novaia Zemlia (a Nord della Siberia) non avvennero mai violenti terremoti nel primo cinquantennio del secolo; da quando vi fu costruita una base per esperimenti nucleari sovietici, si sono avute sei scosse telluriche di grandezza pari o superiore a 5,8 Richter.

    Più bombe, più sismi

    In una visione globale si può rilevare che, nei primi cinquanta anni di questo secolo, sono stati registrati 3.419 terremoti di magnitudine uguale o superiore a 6 Richter, con una media di 68 all'anno. Dal 1950 al 1989, i terremoti in questione sono stati 4.963, con una media di 127 all'anno: il valore è quasi raddoppiato.

    Il professor Whiteford ha compiuto inquietanti scoperte a proposito dei cosiddetti "terremoti assassini" (killer quakes), cioè sismi che provocano almeno 1.000 vittime. "Nel corso di 37 anni di sperimentazione nucleare, venti dei trentadue terremoti assassini, ovvero il 62,5%, avvennero lo stesso giorno o entro quattro giorni dal test".

    Dati allarmanti provengono anche da uno studio di due scienziati giapponesi, Shigeyoshi Matsumae e Yoshio Kato, della Tokai University di Tokio: "Fenomeni anomali meteorologici, terremoti e la variazione dell'asse terrestre sono notevolmente correlati ai test atmosferici e sotterranei. Essi hanno causato un aumento della temperatura dell'esosfera terrestre da 100 a 150 gradi, che cresce in modo abnorme immediatamente dopo un test nucleare. Ad esempio, è stato scoperto che la temperatura assoluta salì da 70 ad 80 gradi dopo un test sovietico che fu rilevato dalla stazione d'osservazione da Uppsala, il 23 agosto 1975". Similmente, un continuo e drastico rialzo della temperatura fu osservato in occasione di una fitta serie di sei esplosioni sperimentali avvenute tra il 18 ed il 29 ottobre 1975".

    E concludono: "La temperatura dell'atmosfera è cambiata dai test nucleari, un cambiamento che neppure il sole potrebbe produrre. Si può facilmente immaginare quali effetti abbia tutto ciò sulle condizioni meteorologiche della terra".

    Altri autori riferiscono di alcuni documenti che rimarcherebbero “ la pericolosità di effettuare sperimentazioni nucleari nel suolo a profondità superiori ai 5000 metri e segnatamente in zone ad evidente rischio sismico. In particolare se posti nelle aree descritte dalla faglia sud orientale, caratterizzata da un’elevata instabilità”.

    L’arma Haarp (che esiste davvero)

    In questi anni malati di catastrofismo apocalittico e di cospirologia pesata a chili, è facile anche mettere sotto accusa l’arma elettromagnetica Haarp che genera aurore boreali, cambia il clima e scatena maremoti. L’arma Haarp (High frequency Active Auroral Research Program) sviluppata dallo scienziato statunitense Bernard J. Istlund e in contemporanea anche dall’Urss (quando esisteva) consiste in un “obice virtuale” elettromagnetico che ionizza l’aria e crea una forma di plasma nell'atmosfera, nella ionosfera e nella magnetosfera.

    Negli anni ’70 Usa e Urss siglarono un’intesa che imponeva la proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità militari. La Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una minaccia nella continuazione degli studi statunitensi.

    La base di Gokona

    Secondo alcuni esperti russi
    (http://www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629) il sistema Haarp è proprio all’origine dello tsunami dell’Oceano Indiano poiché – a dispetto degli accordi – si è continuato a studiare e a sperimentare l’utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come “dual use” civile e militare.

    Le emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull’impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu, che descrive come - dopo il primo sistema di 48 antenne - sia in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.

    Teoricamente, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici, elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i pensieri umani. Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha fatto pensare che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata condotta una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp.

    L’Haarp come arma climatica

    Il sito di informazione Nuovi Mondi Media riporta in un articolo dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico a scopi militari. L’esperto, il cui articolo in versione orginale è contenuto in http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html, attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l’effetto serra: gli Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto perché conoscerebbero la reale (e diversa) origine del riscaldamento del globo.

    L’articolo è riccamente documentato con testi originali, trattati ufficiali e fotografie. “L'aviazione americana – afferma Chossudovski - è in grado di manipolare il clima. Può addirittura provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Il Dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di queste tecnologie. La manipolazione climatica diverrà parte della sicurezza interna e internazionale e sarà sfruttata in maniera unilaterale... Sarà usata a scopi difensivi e offensivi e anche come deterrente. La capacità di generare precipitazioni, nebbia e temporali e di modificare il clima, e la creazione di un clima artificiale, fanno parte di quelle tecnologie integrate che possono far aumentare la capacità statunitense, o diminuire quella degli avversari, di ottenere conoscenza, ricchezza e potere globale. (US Air Force. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/ )”.

    L'analisi del ricercatore descrive anche le aziende coinvolte nel programma di ricerca e sviluppo. I catastrofisti e i cospirologi hanno visto l’arma Haarp all’origine dell’impazzimento climatico in Paesi “nemici” degli Usa: l’alternarsi di carestie e nubifragi a Cuba o la desertificazione dell’Afganistan preventiva all’attacco militare “classico”, mentre nella Corea del Nord nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità (è piovuto un decimo della media), siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in ottobre la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel mese di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d’acqua in 12 ore.

    La legge del Congresso

    Stando alla proposta di legge “Space preservation act” discussa nel 2001 dal Congresso degli Stati Uniti l’ipotesi non è così remota: la proposta del parlamentare Kucinich intende vietare proprio le armi che producono terremoti, tempeste e maremoti.

    Il testo è diponibile in http://www.fas.org/sgp/congress/2001/hr2977.html e all’articolo 7, comma III, si può leggere fra le armi da bandire ogni sistema “directing a source of energy (including molecular or atomic energy, subatomic particle beams, electromagnetic radiation, plasma, or extremely low frequency (ELF) or ultra low frequency (ULF) energy radiation) against that object” o ancora gli “high altitude ultra llow frequency weapons systems; plasma, electromagnetic, sonic, or ultrasonic weapons” ed altri sistemi i quali possano “to damage space or natural ecosystems (such as the ionosphere and upper atmosphere) or climate, weather, and tectonic systems with the purpose of inducing damage or destruction”.

    I timori del Dipartimento della Difesa

    Tant’è che nell’aprile ’97 l’allora segretario alla Difesa, William Cohen, aveva immaginato: "Others (terrorists) are engaging even in an eco-type of terrorism whereby they can alter the climate, set off earthquakes, volcanoes remotely through the use of electromagnetic waves” (Passo riportato dal DoD News Briefing, Secretary of Defense William S. Cohen, Q&A at the Conference on Terrorism, Weapons of Mass Destruction, and U.S. Strategy, University of Georgia, Athens, Apr. 28, 1997).

    Ad Aceh soccorsi o occupazione?

    Un articolo interessante, ben documentato ma forzato nelle conclusioni è quello pubblicato dal sito indipendente di Portland della rete di Indymedia. Secondo l’articolo (che si trova in http://portland.indymedia.org/en/2004/12/307042.shtml; se ne raccomanda la lettura anche per le interessantissime fotografie aeree delle zone devastate dall’onda, con il raffronto fra prima e dopo la catastrofe), lo tsunami nell’Oceano Indiano è stato scatenato dagli Usa proprio con l’intento preciso di scardinare alcuni Paesi islamici come l’Indonesia e di occupare manu militari gli importantissimi campi petroliferi di Aceh.

    A conferma della sua tesi, l’articolo (davvero ricco di fotografie, documenti e link) porta il fatto che la base militare di Diego Garcia, un’isola nell’Oceano Indiano a poca distanza dall’epicentro del terremoto, non abbia subito danni dallo tsunami. Inoltre, poche ore dopo l’onda assassina già facevano rotta verso la devastazione di Aceh non i soccorsi civili statunitensi bensì la portaerei Uss Abraham Lincoln con 12 elicotteri da guerra Cobra (si veda la conferenza stampa del Pacific Command, in
    http://www.defenselink.mil/news/Dec2...004122905.html) nonché l’Uss Bonhomme Richard con la squadra navale di sette unità e 2.100 marines, per un’annessione militare dell’area petrolifera.

    Il corpo di spedizione (o di soccorso) sarebbe guidato dal generale Rusty Blackman, comandante del terzo corpo di spedizione dei marines di stanza a Okinawa, già capo dei marines durante l’operazione Iraqi Freedom.

    Ancora le atomiche sottomarine francesi

    L’ipotesi di uno tsunami artificiale è avanzata anche da Lila Rajiva (giornalista di Baltimora) sul giornale Counterpunch (http://www.counterpunch.org/rajiva12302004.html), che ricorda i test atomici sottomarini condotti prima dagli Stati Uniti e poi dalla Francia.

    Gli esperimenti atomici condotti a Mururoa dai francesi nel 1979 (processo giudiziario contro il Governo francese numero T-219/95 R promosso da Marie-Thérèse Danielsson, Pierre Largenteau e Edwin Haoa, residenti a Tahiti, Polinesia francese) avevano provocato frane sottomarine in un atollo già fratturato dalle precedenti esplosioni, con conseguenti tsunami che avevano danneggiato anche la lontana isola di Pitcairn. Dopo aver negato ogni connessione fra la bomba atomica e l’ondata, solamente nell’85 le autorità francesi ammisero “l’incidente del 25 luglio ‘79”. Già durante la seconda guerra mondiale fu sperimentata – ricorda Counterpunch – la “bomba tsunami”. Le prove, dai modestissimi risultati, avvennero nel ’44 e nel ’45 al largo della Nuova Zelanda, a Whangaparaoa.

    Concludendo

    Tante teorie senza risposta. Tante teorie, alcune suggestive, altre semplici da smontare con semplici considerazioni conoscenze scientifiche, altre ancora con fondamenti tecnologici e scientifici.

    Destinate tutte a restare, per ora, senza risposta...

    Renzo Gabriel Bonizzi
    Pepi Katona

    redazione@reporterassociati.org
    Fonte:www.reporterassociati.org
    6.01.05
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #3
    Sparuta minoranza
    Data Registrazione
    13 Nov 2003
    Località
    "Gli Dei sono veritieri e reali, gli uomini falsi e irreali" Ananda K.Coomaraswamy
    Messaggi
    842
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Coincidenza o tragedia causata dalle multinazionali del petrolio ?

    Coincidenza o tragedia causata dalle multinazionali del petrolio ?

    By Andrei Limburg

    Non sostengo di essere un esperto di attività sismiche, ma ci sono stati una serie di eventi che hanno preceduto il terremoto di magnitudo 9,0 al largo delle coste di Sumatra, che non possono esser ignorati. Tutto questo potrebbe essere un'enorme coincidenza, ma ognuno deve guardare
    all'informazione e valutare autonomamente.
    Il 28 novembre, la Reuters riferì che nel breve arco di tre giorni 169 tra balene e delfini si erano spiaggiate in Tasmania, un'isola a sud-est del continente australiano, e in Nuova Zelanda. La causa di questi spiaggiamenti non è conosciuta, ma Bob Brown un senatore del Parlamento australiano, ha parlato di "bombe sonore" o di test sismici nell'oceano per valutare la possibile estrazione di petrolio e gas effettuati di recente proprio in prossimità dei luoghi degli spiaggiamenti.

    Secondo Jim Cummings dell' "Acoustic Ecology Institute", "le indagini sismiche che utilizzano "airguns" hanno luogo nelle ricche aree minerarie degli oceani del mondo fin dal 1968. Fra le aree maggiormente oggetto dell' attività di ricerca sono il Mare del Nord, il mare di Beaufort (nel nord dell'Alaska) ed il golfo del Messico; le zone intorno all'Australia e all'America del sud sono attualmente i punti caldi di queste attività. "Gli impulsi generati dall'allineamento di oltre 24 "airguns" generano onde sonore a bassa frequenza abbastanza potenti da penetrare fino a 40 km sotto il "seafloor". La forza di queste onde sonore è generalmente di oltre 200dB (e spesso di 230dB e più), approssimativamente paragonabili ad un suono di 140-170dB nell' aria."

    Secondo l' "Australian Conservation Foundation", questi colpi di 200dB/230dB prodotti dagli "airguns" sono sparati ogni pochi secondi, 10 metri sotto la superficie, 24 ore al giorno, tempo permettendo. E' noto che test di questo tipo risultino molto dannosi per il sensibile udito di balene e delfini e interferiscano con il loro delicato sistema di orientamento (L'orientamento dei cetacei avviene attraverso un complesso sistema di onde sonore basato sul loro ritorno. Ndt).


    Alcune balene spiaggiate in Tasmania, Australia il 30 Novembre 2004


    Il 24 dicembre, c'è stato un terremoto di magnitudo 8.1, a più di 500 miglia sud-est della Tasmania, vicino alla nuova Zelanda, con un "aftershock" di 6,1 a poche ore di distanza.


    L'area del terremoto di Magnitudo 8.1 vicino alla Nuova Zelanda del 24 Dicembre


    Il 26 dicembre, il terremoto di magnitudo 9,0 ha colpito all'intersezione della placca tettonica australiana e di quella indiana.


    L'area del terremoto di Magnitudo 9.0 e la sua relazione con la placca Australiana

    Questa è la devastante tragedia alla quale noi abbiamo assistito. Il tributo di morte di questo orribile evento ha raggiunto le 100.000 vittime e continua a salire.

    Il 27 dicembre, 20 balene si sono spiaggiate a 110 miglia ad ovest di Hobart a sud dell'isola della Tasmania.

    Ciò che desta interesse è che la stessa area in cui sono avvenuti gli spiaggiamenti delle balene negli ultimi 30 giorni è la stessa del terremoto di magnitudo 8,1 australiano, la stessa dove stavano effettuando i test sismici.
    Due giorni dopo la piastra tettonica australiana si spostò, e il terremoto di magnitudo 9,0 colpì la costa di Sumatra.


    Fonte:
    www.independent-media.tv

  4. #4
    Chef des Sicherheitsdienstes
    Data Registrazione
    08 Jan 2005
    Messaggi
    608
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    DIETRO IL DISASTRO C'E' LA REGIA DI NEW YORK?
    Gennaio 2005

    Primo settembre 2004. L'AGSO, un'organizzazione australiana che si
    occupa di geofisica, attraverso un suo bollettino scientifico lancia
    un allarme: la costa sud occidentale di Sumatra è a rischio per via
    di un prossimo, fortissimo terremoto e, soprattutto, per lo tsunami
    che seguirà. Per fortuna, verrà colpita una zona pressoché disabitata
    e le gigantesche onde si perderanno nella vastità dell'oceano
    Indiano. Previsione azzeccata, sbagliata solo nella localizzazione:
    l'epicentro del sisma del 26 dicembre è stato lungo la costa nord
    dell'Indonesia, e gli effetti devastanti si sono allargati in tutto
    il golfo del Bengala e oltre.
    Novembre 2004. A fine mese, nell'arco di tre giorni, 170 tra balene e
    delfini cercano e trovano la morte sulle spiagge della Tasmania.
    Sconosciuta la causa. Il senatore del parlamento australiano Bob
    Brown, però, parla di 'bombe sonore', e di 'test nell'oceano' per
    valutare la possibilità di estrarre petrolio e gas dal mare. Jim
    Cummings, dell'Acustic Ecology Institute, parla di 'airguns': due
    dozzine di questi ordigni sono in grado - sostiene - di "generare
    onde sonore a bassa frequenza che possono penetrare fino a 40
    chilometri sotto il seafloor", cioè il livello del mare.
    Dicembre 2004. Alcune agenzie australiane, una decina di giorni prima
    del Natale, battono la notizia di "misteriose vibrazioni" nella zona
    di Parkfield, nelle profondità della depressione di Sant'Andrea. «Non
    si registrano evidenze vulcaniche - viene precisato nei dispacci - né
    poi onde che fanno seguito ai terremoti». Gli scienziati sono
    perplessi e non sanno fornire una spiegazione plausibile a quegli
    strani sommovimenti marini.
    24 dicembre. I sismografi impazziscono. Sos dall'Australia. Un
    terremoto di magnitudo 8,1 viene registrato a 500 miglia sud-est
    della Tasmania, vicino alla Nuova Zelanda. Dopo poche ore una
    tremenda replica - la chiamano 'aftershock' - di 6,1. La notizia,
    però, 'non rimbalza'. O meglio, niente e nessuno si fanno carico di
    dare un segnale d'allarme, di allertare le popolazioni e i governi
    locali. Il silenzio più assordante. Fino al 26 dicembre, il giorno
    dell'apocalisse. Un terremoto di magnitudo 9,0 colpisce proprio
    l'intersezione della placca tettonica australiana - spiegano gli
    esperti - e di quella indiana. Il giorno seguente, il 27, una ventina
    di balene si sono 'spiaggiate' a oltre 100 miglia ad ovest di Hobart,
    a sud dell'isola di Tasmania. «Ciò che desta interesse - commenta un
    geologo australiano, Andrew Limburg - è che l'area in cui sono
    avvenuti gli spiaggiamenti delle balene negli ultimi trenta giorni è
    la stessa del terremoto di magnitudo 8,1 australiano, la stessa dove
    stavano effettuando i test sismici. Due giorni dopo la piastra
    tettonica australiana si è spostata e il terremoto di magnitudo 9,0
    ha colpito la costa di Sumatra». Anche il più 'scassato' sismografo
    del mondo è stato in grado di avvertire in tempo reale quel tremendo
    terremoto a largo di Sumatra. Come mai allora gli esperti non sono
    riusciti a smistare l'allarme? Candidi come mammole gli statunitensi -
    i più attrezzati al mondo - nel manifestare la loro perfetta buona
    fede. Ecco le parole di Jeff LaDouce, responsabile del NOAA, ovvero
    del National Oceanic and Atmospheric Administration: «Abbiamo
    diramato un bollettino il più presto possibile sotto il profilo
    tecnico, appena dopo venti minuti. Abbiamo informato le autorità
    indonesiane ma non sappiamo cosa poi sia accaduto». E
    aggiunge: «Tutto ciò è stato importante per spostare ogni tipo di
    responsabilità da noi a loro, e una volta fatto ciò abbiamo potuto
    tranquillamente sederci e vedere cosa accadeva». L'effetto che fa,
    direbbe Jannacci. Tranquilli anche gli altri 'big' dell'emergenza.
    Charles McCreery, il direttore a stelle e strisce del centro anti-
    tsunami, ha fatto in pieno il suo dovere. E, cioè, ha immediatamente
    avvisato - dichiara - Laura Kong, a capo dell'International Tsunami
    Information Center, una apposita emanazione dell'Unesco. «Abbiamo
    subito telefonato ai paesi interessati che si trovano nell'oceano
    indiano - afferma Kong - ma non con quella velocità che deriva da un
    preciso e prestabilito piano di emergenza». Comunque, il suo staff fa
    sapere che l'allarme sarebbe arrivato a 26 Paesi, tra cui non solo
    Indonesia e Thailandia - che fanno parte del 'network' collegato con
    il Centro - ma anche India e Sri Lanka. Notizia, però, non da tutti
    confermata. Secondo altre fonti, infatti, l'ITIC diretto da Kong
    avrebbe informato subito le nazioni collegate, e solo dopo le altre
    cenerentole, gettando a 'mare' minuti preziosi. Quantomeno
    inefficienza e irresponsabilità, è un commento che si raccoglie in
    diverse ambasciate del sud est asiatico. Ma l'interrogativo grosso
    come un'onda da dieci metri resta un altro: com'è possibile che dalla
    base militare americana di Diego Garcia non sia partito alcun
    segnale? E ancora: come mai non si sono avute notizie sugli effetti
    del catastrofico tsunami sui militari usa e le sofisticate
    attrezzature di quell'avamposto strategico nel cuore dell'oceano
    indiano? Procediamo con ordine. Diego Garcia - da quasi
    trent'anni 'conquistata' dagli yankee deportando la popolazione
    indigena - fa parte dell'arcipelago Chagos, una sessantina di
    isolette circondate da una sorta di barriera corallina che, secondo
    gli esperti a stelle e strisce, le proteggerebbe anche dal rischio
    tsunami. Ecco, infatti, l'unico lapidario comunicato diramato dalla
    base, forse per tranquillizzare le famiglie degli oltre tremila
    militari che vi lavorano. «Il personale è salvo - viene scritto - le
    attrezzature sono intatte. La favorevole posizione topografica
    nell'oceano ha minimizzato l'impatto dello tsunami sull'atollo. Il
    risultato del terremoto è stato visto come un'onda stimata sei
    piedi». Niente di più, neanche un graffio. Per la serie, God saves
    the yankees, non solo la regina. Qualche voce, però, esce fuori dal
    coro. Ecco quella di Edward Cransnick, per ventidue anni al servizio
    del governo statunitense come esperto di eventi tellurici e di
    monitoraggio delle esplosioni nucleari sotterranee. «Sono convinto
    che la Cia abbia avuto informazioni utili sullo tsunami e non le
    abbia trasmesse agli organismi responsabili per l'emergenza. La
    marina militare americana, proprio per la presenza della base di
    Diego Garcia, ha molti sensori per individuare nelle profondità
    dell'oceano indiano sommergibili, esplosioni nucleari, terremoti e
    tsunami. La giustificazione addotta di non sapere chi avvertire nei
    vari paesi a rischio, è ridicola. Come pretendono allora di
    combattere la guerra mondiale al terrorismo? Quel ritardo di un paio
    d'ore - continua Crasnick - non è forse simile a quell'incredibile,
    misterioso lasso di tempo che separò, l'11 settembre, il crollo della
    prima torre gemella, dalla caduta del quarto aereo in Pennsylvania?».
    Un blame-game in piena regola, lo definisce l'ex super berretto
    verde: un gioco di menzogne e censure senza fine. Poi quella, ancora
    più autorevole, di Ramsey Clark, ex General Attorney degli Stati
    Uniti e fondatore dell'International Action Center (pochi giorni fa è
    entrato a far parte del collegio difensivo di Saddam Hussein), il
    quale ha accusato senza peli sulla lingua il NOAA di «criminale
    negligenza» per aver informato del rischio tsunami la base di Diego
    Garcia e non gli altri Paesi. Pesanti accuse sullo stesso NOAA da
    parte di un altro esperto americano, Joe Vialls, che incolpa
    esplicitamente l'organismo governativo a stelle e strisce per aver
    falsato i dati sia sulla localizzazione dell'epicentro sismico (che
    poi verrà identificato nella zona a nord ovest di Aceh, comunque a
    ben 250 miglia sud di quanto inizialmente dichiarato dagli esperti di
    NOAA), che sull'entità della magnitudo, progressivamente passata da
    8,0, poi a 8,5, quindi a 8,9 per poi attestarsi definitivamente sul
    tragico tetto di 9,0. E in un suo articolo - evidentemente censurato
    dai media usa, ma in circolazione via internet - Vialls si chiede, in
    modo non troppo retorico: «Dietro lo tsunami in Asia c'è la regia di
    New York?», sottolineando che, dopo le batoste in Afghanistan e in
    Iraq, le lobby finanziare statunitensi erano in spasmodica ricerca di
    uno sbocco per affari, appalti, controllo di una parte crescente del
    mondo. Senza contare che la 'variabile impazzita' cinese, con i suoi
    incredibili tassi di crescita, fa sempre più paura a Wall Street. «E
    dopo il primo avvertimento targato Sars - fanno notare non pochi in
    ambienti finanziari - era forse il caso di dare un segnale a tutta
    l'Asia meridionale. Anche perché una ricostruzione tira l'altra».
    NUOVO ORDINE MONDIALE Il celebre consigliere della Casa Bianca negli
    anni '70, Zbigniew Brzezinsky, nel suo libro Tra due epoche ha
    scritto: «La tecnologia renderà disponibile, per i leader delle
    maggiori nazioni, tecniche per condurre una guerra segreta, per la
    quale sarà necessario considerare solo una minima parte delle forze
    speciali. Tecniche di modificazioni del clima potrebbero essere
    impiegate per causare prolungati periodi di siccità o di tempesta».
    Sette anni fa, ad aprile 1997, il segretario statunitense per la
    Difesa Cohen dichiarava: «Esistono delle forme di eco-terrorismo, è
    possibile alterare il clima, provocare terremoti e eruzioni
    vulcaniche, attraverso l'uso di onde elettromagnetiche». Fantasia?
    Fantascienza o fantapolitica? A parlare in questi termini sono due
    pezzi da novanta dell'establishment Usa nell'ultimo trentennio. Crepe
    nel moloch a stelle e strisce? Forse. E in tempi non sospetti. Ma
    sentiamo cosa dicono, in modo più esplicito, altre 'voci'. Ecco le
    parole di un ex ufficiale francese, Marc Filterman, sull'utilizzo di
    armi 'non convenzionali' in grado di far ricorso a frequenze radio
    per portare avanti 'guerre climatiche'. «Gli Usa e la Russia -
    sostiene - fin dai primi anni ottanta padroneggiavano il know how
    necessario per scatenare improvvisi cambiamenti climatici come
    uragani e siccità. Queste tecnologie rendono possibile provocare
    disturbi atmosferici usando onde radar a frequenza estremamente
    bassa». Secondo Rosalie Bertell, ricercatrice di fama
    internazionale, «gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno
    lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi -
    aggiunge - includono l'accrescimento delle tempeste e la deviazione
    dei fiumi di vapore dell'atmosfera terrestre per produrre siccità o
    inondazioni mirate». Un altro scienziato, Nicholas Begich, punta i
    riflettori contro gli effetti di un programma partorito dagli Usa,
    HAARP, spacciato come 'progressista', a favore dell'ambiente, in
    realtà 'mortale' e portatore di immani disastri ambientali. Del
    resto, gli Usa si ostinano a non voler firmare - ormai quasi isolati
    nel mondo - il protocollo di Kyoto sul controllo e la limitazione
    delle immissioni dei gas nell'aria. «Una tecnologia di raggi
    estremamente potenti - sottolinea - di onde radio che raggiungono
    aree della ionosfera e la riscaldano. A quel punto le onde
    elettromagnetiche rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa,
    viva o morta». Cosa è mai HAARP, questa mostruosa macchina da guerra
    in tempo - si fa per dire - di pace? Il suo nome è tutto
    un 'programma', "High-frequence Active Aural Reaserch", di sapore
    ecologico-sentimental. Un programma sotto il controllo dei vertici
    Usa, amministrato congiuntamente da Aviazione e Marina, come parte
    prioritaria della cosiddetta "Iniziativa di Difesa Strategica". La
    sua basa operativa si trova a Gokoma, fra i ghiacciai dell'Alaska, al
    riparo da sguardi indiscreti. In parole povere, attraverso un
    complesso sistema - non potrebbe essere altrimenti - di potenti
    antenne, è in grado da solo di condizionare l'ambiente circostante e
    di creare «modificazioni locali controllate della ionosfera». Per
    capirci qualcosa di più, e soprattutto per comprendere l'enorme
    impatto che questo sistema può avere, ecco le parole di Michel
    Chossudowsky, docente di economia alla facoltà di Ottawa, nel
    Canada. «Recenti prove scientifiche suggeriscono che Haarp è
    pienamente funzionante e ha la capacità di provocare inondazioni,
    siccità, uragani e terremoti. Si tratta di una vera e propria arma di
    distruzione di massa, per di più non sottoposta ad alcun negoziato
    internazionale». «Potenzialmente - prosegue il suo documentato
    j'accuse - costituisce uno strumento di conquista in grado di
    destabilizzare selettivamente sistemi agricoli ed ecologici di intere
    regioni. Haarp è stato presentato all'opinione pubblica come un
    programma di ricerca scientifica e accademica. Tuttavia, documenti
    militari Usa sembrano suggerire che il suo principale obiettivo è di
    sfruttare la ionosfera per i propositi del Dipartimento della
    Difesa». Ancora: «E' spaventosa la capacità derivante dalla
    combinazione tra Haarp-Laboratorio spaziale-Missili di spedire
    ovunque sulla terra una enorme quantità di energia, comparabile ad
    una bomba nucleare, attraverso laser o raggi a particelle. Il
    progetto viene venduto al pubblico come uno scudo spaziale contro
    attacchi nemici oppure, ai più ingenui, come un modo per riparare il
    buco nell'ozono». Non è finita. «Oltre alle modificazioni climatiche,
    Haarp può avere altre funzioni: può contribuire al cambiamento
    climatico attraverso il bombardamento massiccio dell'atmosfera con
    raggi ad alta frequenza. Ma le onde di ritorno a bassa frequenza ed
    alta intensità possono anche colpire il cervello delle persone e non
    sono da escludersi anche effetti sui movimenti tettonici. Più in
    generale, Haarp è in grado di modificare il campo elettromagnetico
    della terra. Fa parte di un arsenale militare di armi elettroniche
    che i ricercatori militari nord-americani considerano come una
    guerra 'gentile e delicata'. Haarp - continua Chossudowsky - fa parte
    dell'arsenale d'armi del Nuovo Ordine Mondiale controllato dalla
    Iniziativa di Difesa Strategica. Intere econome nazionali potrebbero
    essere potenzialmente destabilizzate attraverso manipolazioni
    climatiche attuate dai punti di comando degli Stati Uniti». «Ancora
    più importante - prosegue - è il fatto che tali operazioni possono
    essere effettuate senza conoscere il nemico, ad un costo minimo e
    senza impiegare personale ed equipaggiamento come in una guerra
    convenzionale. Appagando gli interessi economici e strategici degli
    Usa, Haarp potrebbe essere utilizzato per modificare selettivamente
    il clima in differenti paesi del mondo, con il risultato di
    destabilizzare sistemi agricoli ed ecologici. Ciò che è peggio -
    aggiunge ancora il docente canadese - è che il Dipartimento della
    Difesa americano ha assegnato risorse ingenti per lo sviluppo dei
    sistemi di intelligence e monitoraggio sui cambiamenti climatici. In
    particolare, La NASA e la NIMA (National Imagery and Mapping Agency,
    ndr) dello stesso Dipartimento stanno lavorando su delle immagini
    fornite dai satelliti per lo studio di inondazioni, erosioni, frane,
    terremoti, cambiamenti climatici». Chossudowsky denuncia l'inerzia
    delle Nazioni Unite su questo fronte. E si chiede: «perché decidono
    di escludere dalla loro agenda i cambiamenti climatici derivanti dai
    programmi militari?». Anche il Parlamento europeo fa finta di non
    sapere e non sentire. «La richiesta di definire un Protocollo Verde -
    sottolinea - sugli impatti ambientali delle attività militari, è
    stata casualmente lasciata cadere nel vuoto, con la motivazione che
    il Parlamento europeo manca della necessaria giurisdizione per
    indagare sui rapporti tra ambiente e difesa». E così conclude il suo
    durissimo j'accuse. «Il sistema Haarp potrebbe essere utilizzato dai
    militari Usa per modificare selettivamente il clima di una
    nazione 'non amica' o di uno 'stato canaglia' con l'obiettivo di
    destabilizzarne l'economia nazionale. I sistemi agricoli sia dei
    paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo sono già in crisi a
    causa delle politiche del Nuovo Ordine Mondiale. E a questo proposito
    è importante comprendere il rapporto tra i processi economici,
    strategici e militari del Nuovo Ordine. Le manipolazioni climatiche
    realizzate attraverso il programma Haarp - sia accidentali che
    deliberate - peggioreranno inevitabilmente questi cambiamenti,
    colpendo le economie nazionali, distruggendo infrastrutture e
    provocando potenzialmente la bancarotta in vaste aree». Le parole di
    Chossudowsky sono dello scorso 10 agosto.
    ANDREA CINQUEGRANI
    http://www.lavocedellacampania.it/detteditoriale.asp?
    tipo=inchiesta1&id=33

  5. #5
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    07 May 2009
    Località
    INSUBRIA, next to the Ticino river
    Messaggi
    6,738
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Che sia una manovra contro la Cina e le altre potenze gialle montanti?

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 26-04-10, 02:18
  2. Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 30-12-08, 10:21
  3. foto elettorali di Fini con striscia:"Opportunista" applicata
    Di waldgaenger76 nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 16-02-06, 04:10
  4. "Ipotesi" nuove?... sarà!
    Di theophilus nel forum Cattolici
    Risposte: 19
    Ultimo Messaggio: 21-01-05, 18:25
  5. Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 18-01-05, 12:19

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito